19. L'Oblio

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- Stavo pensando a una cosa, - esordii in quel momentaneo silenzio.

- Che? - Jessel alzò la testa dalla zuppa di radici che reggeva con entrambe le mani.

Ci eravamo accampati qualche chilometro fuori da Ruqqali-Radat, verso Occidente. A non grande distanza l'uno dall'altro, due piccoli fuochi da campo lampeggiavano nelle tenebre, vicino alle sponde di un ruscello, al riparo degli alberi. 

- Non vi sembra strano, - chiesi agli altri tre, - che in entrambi i piani ci siano... Insomma... Sempre gli esseri umani?

Tavis piluccava con calma dalla sua insalata di erbe silvestri, mentre Buriana abbrustoliva il pesce - il suo unico pesce, perché ne aveva preso solo uno - tenendolo infilzato su un ramo a mezz'aria sulle fiamme.

 - No! - rispose Jessel di getto, riprendendo subito a far scrocchiare tra i denti le radici che erano rimaste crude, nonostante il prolungato tentativo di lessarle. Attesi, ma non si spiegò.

- Ah... E... Perché?

- Ma dai! - sbuffò, con aria di supponenza. - Ci arriverebbe anche un bambino. È ovvio il perché.

- Oh, cielo, - sospirò Tavis.

- Cosa è ovvio?

- Be', - riprese. - È ovvio che i nostri antenati, a un certo punto, abbiano trovato dei duhhren... E siano andati a vivere dall'altra parte.

- Non è ovvio... - mormorò Tavis.

- Ah, cioè... - Aggrottai la fronte. - Intendi dire che l'umanità ha avuto origine qui...

- Sì, be'. È risaputo, - infierì.

- Non è risaputo, - s'intromise a quel punto l'apprendista medico. Si rivolse a me. - Jessel non sa di cosa parla...

- Sì che lo so, invece.

Tavis scosse la testa. - Quella che sostieni tu è solo una teoria che circola, non c'è alcuna prova a sostegno.

- Che buffonata! - sbottò l'altro, con una foga tale che per poco non rovesciò la zuppa. - È l'unica spiegazione logica... Sennò come sarebbe andata, genio?

Ma l'altro tornò su di me. - Il fatto è che la gente semplice ha sempre dato per scontato che la specie umana abbia avuto origine su questo piano, solo perché è nata qui. È solo un errore di prospettiva, che però viene portato avanti da secoli... Se fossero nati nell'altro piano, avrebbero detto la stessa cosa, ma all'opposto, - spiegò serio.

Ci fu un lungo silenzio.

- La gente... Semplice, hai detto? - la voce gutturale di Jessel ruppe la quiete.

- Uh?

- Stai dicendo che sono uno stupido?

- No... Non è quello che...

- Certo! - Alzò la voce di botto. - Noi siamo la gente semplice, troppo in basso rispetto al tuo livello, no? Ma tu guarda quanto sei sfigato! Solo perché ora sei il lecchino di Iasrin, pensi di essere migliore degli altri?!

- Non... Giuro che... - Tavis era sbiancato.

- Oh, maestro Iasrin, - cominciò a cantilenare, scimmiottando una vocina, - maestro Iasrin! Cosa posso fare per servirla? Vuole che le imbocchi la minestra? Oh, Iasrin, lasci che sia io a svuotare il suo pitale! Iasrin! Oh, sì, Iasrin! Iasrin...!

- S-sm-smettila...

- Già che ci sei, Tavis, - riprese, stavolta in tono serio. - Perché non chiedi al tuo amabile maestro Iasrin se può fare qualcosa per i testicoli che non ti sono mai scesi?!

RecursionWhere stories live. Discover now