101. The winner takes it all

344 45 234
                                    

The winner takes it all 

The loser has to fall

It's simple and it's plain 

Why should I complain?

(B.G. Andersson, B.K. Ulvaeus, The winner takes it all, 1980)

--

Giugno/Luglio 2019

Nic provò una delle soddisfazioni più grandi della sua vita quando Daniele vinse il suo primo Slam. 

A differenza di ciò che era successo alla vittoria del primo 1000, la soddisfazione non fu meno intensa, rispetto a quella provata l'anno prima in Australia con Michele, anzi, lo fu persino di più. Si ritrovò con gli occhi lucidi e senza voce per aver gridato troppo e fatto il tifo, quasi fosse uno spettatore e non un professionale allenatore.

Lo stadio centrale, il leggendario Philippe Chartrier, era quasi pieno, e a ogni applauso che Daniele aveva ricevuto, il cuore di Nic aveva esultato di orgoglio e soddisfazione.

Daniele andò da lui, dopo il match point, i festeggiamenti in campo, gli abbracci e le strette di mano agli avversari. Era tradizione che i giocatori andassero a salutare i membri dello staff, e mentre due metri più in là Stephen abbracciava la sua ragazza, Nic e Maria si contendevano le attenzioni di Daniele. La piccola Elisa era troppo piccola per esserci, era rimasta in hotel insieme a una babysitter, che aveva promesso a Maria di mostrare il papà in televisione, se mai ci avesse capito qualcosa.

Dopo essersi fatto stritolare dalle braccia forti di Nic, Daniele lo guardò negli occhi e fece un'unica, semplice osservazione: «Sei contento.»

«Certo che sono contento!»

«E allora io sono contento il doppio.» Il volto di Daniele fu occupato da un unico immenso sorriso, e con quel sorriso tornò in campo a prendersi gli onori della folla.

Nic aveva un solo dispiacere. Non era un dispiacere piccolo, ma la gioia che stava provando era talmente grande da farlo sembrare tale: Raf non era lì con lui. 

Era già partito per l'Inghilterra all'inizio della settimana, non appena Ivan era stato eliminato dal torneo. 

Ci credeva davvero, anzi, ci credevano tutti e due: che Ivan avrebbe vinto a diciannove anni e cinque mesi il suo primo Slam. E non uno Slam qualunque, re degli Slam: Wimbledon, il torneo che tutti i tennisti sognavano, quello più prestigioso.

Per non sottoporre Raffaele allo stress dei viaggi, Ivan giocò tutti i tornei di preparazione in Inghilterra, anche se così facendo perse il contratto che lo legava al torneo di 's-Hertogenbosch in Olanda. Ed ebbe risultati eccellenti: vinse Eastbourne e arrivò in finale al Queens, dove venne sconfitto da un Grković in forma smagliante. Raf considerò quella sconfitta un'ottima lezione e la usò per studiare insieme a Ivan nuove strategie. 

Nic aveva raggiunto Raf subito dopo il Roland Garros e condiviso per buona parte del tempo la sua stanza con lui, seguendo tutto da dietro le quinte, senza azzardarsi a dare consigli, per non entrare in conflitto di interessi: in fondo lui faceva il tifo per Michele.

Nondimeno, Nic aveva tenuto compagnia al suo più caro amico mentre studiava video e analizzava statistiche, e qualche volta lo aveva seguito anche in campo. Quando non era impegnato con Daniele ed era sicuro che Michele non fosse nei paraggi, Nic correva da Raf e si godeva i suoi insegnamenti quasi li stesse facendo a lui e non a Ivan. Ammirava i colpi di esempio che di tanto in tanto si azzardava ancora a fare, sorrideva quando Ivan lo prendeva in giro: «Raf, questa me l'hai già spiegata! Segui foglio e non inventare!» I soliti piccoli problemi di memoria di cui lo stesso Raf ormai rideva.

REWIND - Amore è una parola proibita (BoyxBoy)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora