Pongo

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Pronte a giocare con i demoni del passato?🦋


«Sei riuscita a dormire?» domanda mia sorella porgendomi una tazza di tè ai frutti rossi.

«Non come speravo, ma almeno ho riposato i muscoli stando stesa» rispondo scrollando le spalle. Sento la stanchezza, ma purtroppo non riesco a lasciarmi andare e abusare di farmaci per riposare un minimo non è la miglior cosa per la mia salute.

Certo, non dormire non è tanto diverso, ma voglio rimanere lucida, soprattutto quando tornerò ad allenarmi. I miei riflessi devono rimanere intatti, non ho intenzione di indebolirmi con le mie stesse mani.

«Perché non provi a sentire il medico? Magari ti consiglia qualche tipologia di calmante che non influenza le tue prestazioni sul ring» domanda pensierosa. Capisco che voglia trovare una soluzione ma in questo momento non c'è.

«Sto bene, sorella orso» ribatto categorica e capisce nell'immediato la mia volontà di chiudere il discorso, «tu come stai?».

«Fin troppo bene, ho mangiato come una scrofa e dormito così tanto da ricaricarmi come una molla. Credo che andrò a fare un po' di spesa visto che il tuo frigo piange dalla disperazione» mi informa e mi viene quasi da ridere, perché so quanto le piaccia mangiare e le mie dispense sono letteralmente vuote.

Non ho comprato granché in questo periodo, non avevo fame, e di solito non passo nemmeno al supermercato. Ordino tutto online così da non vedere nessuno grazie al servizio a domicilio, la svolta per gli asociali come me.

«Io sto andando a correre» dico andando verso la mia borsa per prendere il portafoglio, «ti lascio la carta così puoi comprare tutto ciò che vuoi e vai anche dal parrucchiere, sorellina».

«Cos'hanno che non va i miei capelli?» domanda guardandoseli.

«Sei metri di doppie punte» sorrido e le passo la carta di credito.

«Ehi! Non ho avuto tempo di spuntarli...» si giustifica facendo una smorfia e scoppio a ridere.

«Ora hai tempo e, cosa più importante, sarà anche gratis. Affrettati» ammicco ed esco con la sua risata che mi scalda il cuore. Mia sorella è la mia ancora di salvezza, senza di lei probabilmente non sarei qui.

Prendo un profondo respiro dopo aver inserito le cuffie e inizio a correre, pronta a lasciar andare i miei pensieri.

Sento di essere soltanto il ricordo di me stessa, di quella persona che amava vivere e si godeva tutto ciò che la circondava. Mi sento di essere ormai qualcosa di cupo che non avrà mai pace, un vaso rotto in mille pezzi che non avrà mai una seconda vita, perché non esiste alcuna colla in grado di assemblarlo. Dovrei amarmi, ma cosa c'è da amare in quello che sono diventata?

Vorrei urlare fino a perdere l'aria nei polmoni, urlare che sono ancora viva e che questo dolore prima o poi mi abbandonerà.

Vorrei convincermi di essere abbastanza, prendere consapevolezza e sentirmi fiera di me stessa. Ho perso la gioia della mia vita: la danza, ma ho combattuto per prendermi un altro posto nel mondo. Sono diventata una campionessa, un volto e qualcuno da prendere come esempio, eppure non sono soddisfatta.
Sono sempre lì a guardare ciò che non ho, quello che ho perso e quello che non ho ottenuto, come se le cose fossero soltanto nere e mai bianche.

Per essere liberaWhere stories live. Discover now