Mi schiarii la voce.

«E basta, sono andata via. Tu stesso mi hai sempre ordinato di non origliare le conversazioni altrui», dissi, cercando di essere convincente.

Non volevo che sapesse che Marisol aveva fatto il mio nome.
Stava tramando qualcosa contro di me e per il momento desideravo arrangiarmi da sola.
Mi bastava essere certa che Aiden fosse lì, in quella casa e vicino a me nel caso avessi avuto bisogno.

Avrei aspettato il momento giusto per andarla a cercare.
Le avrei detto la verità, mi doveva una spiegazione al riguardo.

Come al solito, Aiden non ingerì le mie bugie.
Ma almeno il picchiettio alla porta mi salvò dall'inconveniente creato.

«Sarà la domestica. Ora ho fame.» Feci per alzarmi senza successo.
Aiden mi intimò di ammutolirmi.
Fu lui ad alzarsi per aprire.

«Noi due non abbiamo ancora finito», mi avvertì, pungente.

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Ne fece il suo ingresso la stessa donna bassina, avvolta dalla sua uniforme total black e un grembiulino bianco con dei volant ai bordi di esso

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Ne fece il suo ingresso la stessa donna bassina, avvolta dalla sua uniforme total black e un grembiulino bianco con dei volant ai bordi di esso.

Io, intanto, presi posto accanto al tavolinetto rotondo posizionato all'angolo della stanza.
Prima però, scansai con il piede la mia valigia ed infine la richiusi con un leggero calcio.

«Ecco a te, cara». Mi porse il vassoio adagiandolo sul ripiano in legno.
Si armò di tanta accuratezza per non rovesciare la bevanda che all'interno del bicchiere ondeggiava da una parte all'altra.

La ringraziai educatamente ed infine cominciai ad abbuffarmi senza ritegno.

Speravo che Aiden non mi facesse ulteriori domande dato che avevo la bocca piena.

Il mio piatto era ricolmo di tante prelibatezze.
Mi saltò l'occhio su un paio di Eggs Benedict e una succulenta bistecca ai ferri, apprezzando subito la cucina americana.
Il mio stomaco iniziò a brontolare rumorosamente.

L'uomo al mio fianco lasciò stridere la sedia sul pavimento provocando un suono fastidioso.
Mi confermò in quel modo che di discutere con me non aveva ancora terminato.

Con l'espressione più severa di sempre, mi spronò ad ingoiare alla svelta il boccone incastrato in bocca e, riluttante, tirò il vassoio verso la sua direzione.

Bevvi un lungo sorso di bevanda gassata e dopo il mio viso assunse una smorfia a dir poco piacevole.

«Quindi?» proferì, picchiettando le dita sul tavolo.
Palese che stesse per esplodere.

«Ti ho detto tutto quello che sono riuscita a sentire. Te lo giuro», mi lagnai, isterica.

Trovai giusto il mio pensiero.
Parlare con Marisol a quattr'occhi sarebbe stato un gesto maturo.
Volevo capire che intenzioni avesse nei miei confronti e quali erano i suoi scopi in tutto ciò.
Non mi sarebbe capitato nulla di spiacevole avendo Aiden nella stessa abitazione.

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