Non potei dire più una parola.
Mi ero lasciata andare con Marisol senza badare alle conseguenze.
Io stessa bramavo quella pillola e non avevo fatto niente per tenermela dentro lo stomaco.
«Cos'era allora, cosa mi hai dato in quel bagno?» domandai in un sussurro, consapevole di essermi comportata da immatura.
Almeno per quella sera avrei dovuto evitare di bere.
E per quanto Aiden fosse cattivo nei miei confronti, aveva ragione.
Non gli stavo dimostrando affatto di essere una donna.
Non volli addossarmi tutte le colpe, se fosse stato meno avido e più comprensibile, forse, non avrei mai avuto il bisogno di cercare vie di fuga.
«Niente, un semplice integratore. Ovviamente non mi sbagliavo su di te, Scarlett.»
«Aiden», provai a dire, delusa da me stessa.
Non riuscivo mai a fare niente che alla fine risultasse giusto.
«Aiden un cazzo», mi ammonì.
Lì, arrivai dritta al punto del perché fosse così arrabbiato.
Non aveva di certo accantonato l'aborto, l'intrusione di Jason e il fatto che qualcun altro gli avesse tolto qualcosa di suo.
Non avrebbe mai più permesso una cosa simile.
Dovevo capirlo subìto.
Aiden mi aveva manipolata dall'inizio, quella scopata non era altro che una sua copertura affinché io mi comportassi bene.
Un ottimo metodo per essere certo che io acconsentissi alle sue richieste.
Il resto, era pura strafottenza.
Preferiva farsi odiare da me.
Non mi avrebbe mai negato la pillola giacché un'altra gravidanza non rientrava nei suoi piani.
Sofi non sarebbe dovuta esistere in verità, ero stata io ad infossarmi con i miei stessi piedi.
Di certo, il suo, era un modo più che sbagliato e discutibile.
«Prendila, ora. E cerca di tenertela dentro lo stomaco, stavolta.» Mi porse la scatola con riluttanza.
Scossi la testa.
«Contaci», sollevai un sopracciglio con stizza.
Aiden, dopo essersi accertato con i suoi occhi di avermi visto ingerire la pillola, fece per allontanarsi.
Arrivato alla porta, non si risparmiò l'ennesima predica.
«Ogni zoccola che lavora al locale da me ha un tatuaggio sulla coscia, diciamo che le viene imposto per capire a chi appartengono.» Indicò il disegno privo di tatto.
Poi, seguitò con una naturalezza alquanto impressionabile: «E se hai tutta questa voglia, non ho problemi a trattarti da tale.
Forse avrebbe dovuto dire che secondo le loro usanze di merda, lo facevano le mignotte.
Mi sfregai la parte colorata come a volermelo cancellare di dosso.
Di certo, non sapevo cosa significasse per loro tatuarsi in quel punto preciso.
E poteva anche risparmiarmi quel rimprovero brusco.
Credeva veramente che il mio unico scopo era provocarlo?
«La differenza tra come tratti me o una mignotta, è impercettibile». Ribadii, facendo leva con le braccia sulla bordura della vasca e mi misi in piedi, quasi completamente nuda.
Non erano gli slip color carne a nascondere le forme della mia intimità, giacché il tessuto era interamente bagnato e di conseguenza, trasparente.
Sollevai prima un piede, poi l'altro.
Non mi curai della sua presenza, rimasta di proposito in bagno.
Il freddo si intrufolò fin sotto la pelle, causandomi la famosa pelle d'oca, arrivata dritta ai capezzoli che, nell'immediato, divennero turgidi e lievemente più scuri.
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Reflection Three
ChickLit3 Volume 🔞 Il libro presenta scene violente, sensibili e parti erotiche.
