«Salve, come posso esserle utile?» Domandò la ragazza accorgendosi di me, ma vedendo il mio viso confuso, ripeté la stessa domanda in inglese.

«Avrei un appuntamento con il team principal, Mattia Binotto.» Annunciai, lei sorrise, mi chiese di aspettare qualche secondo e schiacciando poi qualche tasto sul telefono fisso, disse qualcosa con un probabile italiano.

«È pronto a riceverla, venga pure con me.» Si alzò dalla sua postazione e andò verso un lungo corridoio che rifletteva i colori della scuderia. Camminammo per cinque minuti buoni e alla mia destra potei godermi la vista del posto, dati i muri di vetro trasparenti.

«Entri pure qui, la sta aspettando.» Ringraziai la donna che ormai era già intenta ad andarsene e bussai due volte di fila sulla porta. La targhetta su di essa mostrava la scritta Team Principal, confermandomi che fossi nel posto giusto.
Una voce rispose, con un tono che mi invitò a entrare e così feci.

«Buongiorno! Salve, sono il nuovo ingegnere Abigail Mathews.» Mi annunciai indecisa se superare la soglia della porta o meno.

«Salve, la stavo aspettando, si accomodi pure.» Con una mano, mi fece segno di entrare e prese posto sulla sedia dalla sua parte della scrivania e io mi sedetti in quella opposta.

«Ho parlato con Simone Resta e soprattutto con Guenther Steiner, prima di avviare tutta la richiesta di promozione, a dirle la verità, mi hanno assicurato che avrebbe fatto la differenza nel nostro team… Forse più che nel loro.» Concluse, anche se non sembrava aver finito le informazioni da comunicarmi, si mise a osservare la mia espressione, che sicuramente sembrava come al solito, ovvero piatta.

Spesso i miei amici mi avevano fatto notare questo comportamento, quasi come se i miei muscoli facciali non fossero entusiasti di sorridere agli eventi e decidessero di non riflettere le mie vere emozioni.

«Nei primi mesi sarai assistita da un altro ingegnere, che ti mostrerà le mansioni da svolgere e come svolgerle. Il 17 febbraio verrà presentata la nuova monoposto e i lavori sono già cominciati. Tutto ciò ti verrà comunque spiegato e lo vedrai nelle prossime settimane. Tra pochi minuti ci sarà una riunione, dove presenzieremo insieme a tutto il team, compresi i piloti, per parlare di questa stagione.» Concluse appoggiando i gomiti sulla scrivania e chiedendomi  se avessi qualche domanda da fare.

«Credo che sia tutto chiaro, grazie. Come funzionerà ora, prima dell’inizio della stagione?».

«Ci saranno delle riunioni una volta alla settimana, per noi e per il team ingegneri, per aggiornarci dei vari sviluppi, intorno a febbraio si faranno delle prove insieme ai piloti, riguardo gli aspetti dell’auto e le rifiniture finali della monoposto, prima della presentazione e dei test precampionato.» Si interruppe qualche secondo per osservare qualcosa scritto nel suo computer «L’orario di lavoro sarà sei giorni su sette, ma non varrà durante i Gran Premi, il giorno di pausa varierà da settimana a settimana, in modo da non essere lo stesso dei tuoi colleghi.»
Mi avvisò che era arrivato il momento della riunione e lo seguii attraverso un corridoio diverso da quello percorso in precedenza.

Arrivammo in una sala ampia: da una parte aveva dei vetri che dividevano delle piccole stanze con alcune scrivanie, con dei computer appoggiati su di esse, dall'altra un grosso tavolo a mezzaluna, contornato da molte sedie. A capo, ce  n'era un altro rettangolare che alle spalle aveva una lavagna digitale. Alcune delle sedie, se non la maggior parte erano già occupate da persone vestite nel mio stesso modo.

Binotto iniziò a incamminarsi verso la larga scrivania e alcune persone ritardatarie continuarono a prendere posto. Qualcuno urtò la mia spalla e come al mio solito iniziai a girarmi irritata.

«Scusami, non era mia intenzione.» Rispose ancora prima che potessi parlare e Carlos Sainz apparve davanti ai miei occhi, con un inglese identico a come lo ricordavo dalle interviste.

«Non importa, ero in mezzo.» Sorrisi cordiale. Non mi era mai capitato d’incrociare nessuno dei due piloti Ferrari all'interno dei paddock quando lavoravo per la Haas.

Decisi di spostarmi e prendere posto nelle ultime quattro sedie disponibili e qualche secondo dopo lo spagnolo si sedette nell’unico posto a fianco al mio, dato che ero seduta nell'ultima sedia alla fine del tavolo, le altre libere si trovavano nella parte opposta.

«Sei nuova? Non vorrei sembrare scortese ma non ti ho mai vista qui.» Mi chiese nel modo più gentile possibile e quasi mi stupii la sua cortesia.

«Sono Abigail, piacere» Allungai la mia mano verso di lui, che strinse qualche secondo dopo «Non mi hai mai vista perché la scorsa stagione lavoravo nella Haas, come ingegnere, è il mio primo giorno qui.»

«Wow! Allora vuol dire che hai fatto un buon lavoro. Il team è magnifico, spero che starai bene qui.» Disse senza smettere di sorridere, dopo di che tirò fuori il cellulare e digitò qualcosa su di esso.

«Bene, ci siamo tutti, possiamo iniziare.» Annunciò Mattia Binotto qualche momento più tardi, guardando qualcuno alle nostre spalle.

«Scusate per il ritardo, avere una macchina veloce non significa arrivare in orario purtroppo.» Mi girai nella direzione della voce e Charles Leclerc, con una maglietta a maniche corte rossa, camminò nella mia direzione, per poi fermarsi accanto al mio vicino.

«Non ti ho risposto perché stavo arrivando» Appoggiò la mano sulla spalla di Sainz «Come stai, amico?» Pronunciò sorridendo e mi accorsi di averlo continuato a osservare senza sosta perché puntò i suoi occhi nei miei. Perciò da persona matura, spostai lo sguardo sul Team Principal che stava prendendo posto.

Non ascoltai neanche la risposta di Carlos e guardando dritto verso l'altra punta della mezzaluna, notai il pilota monegasco sedersi di fronte a me. E questa volta non spostai lo sguardo.

🏎️

Spero che vi sia piaciuto!
A venerdì✨✨

ire

Il Predestinato | Charles Leclerc | Vol. 1Where stories live. Discover now