All of me

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Clarke e Lexa stanno insieme da quasi due anni. Si sono conosciute un po' per caso, un po' per fortuna. Tra loro è subito scattato qualcosa, sin dal primo istante, ma accettarlo è stato complicato e ha richiesto del tempo.

Dopo due anni, tra alti e bassi, momenti felici e momenti burrascosi, si ritrovano ad affrontare l'ennesima discussione che le porta ad allontanarsi.

Entrambe hanno mille difetti e problemi, e molte volte riuscire a conciliare i due caratteri è difficile. È difficile ma non impossibile, e questo perché alla base di atteggiamenti divergenti, c'è una cosa molto più importante: quello che provano l'una per l'altra.

Dopo settimane senza vedersi né parlarsi, le due decidono di incontrarsi. Lexa suona il campanello della casa di Clarke, dopo aver preso un bel respiro. Clarke aspetta qualche secondo prima di aprire.

Le due si osservano per qualche istante, poi la bionda la accoglie con un flebile «Ciao.» che Lexa ricambia.

«Andiamo in salotto.» afferma Clarke.

Lexa la segue e si accomoda sul divano, subito dopo la bionda.

«Come stai?» chiede la mora.

«Come stai tu, suppongo.» risponde la padrona di casa, giocherellando con il suo anello.

Lexa annuisce e rimane in silenzio.

«Sei venuta qui perché dobbiamo parlare, allora facciamolo!» esclama Clarke un po' autoritaria.

«Ti sono servite a qualcosa queste settimane di lontananza?» domanda la mora, accavallando le gambe.

«Se mi stai chiedendo se ho cambiato idea su quello che provo per te, la risposta è no. A te sono servite?»

«Non ti sei fatta sentire, né un messaggio, né una chiamata...» afferma Lexa, assottigliando lo sguardo.

«Mi sembravi piuttosto chiara quando hai deciso per entrambe che avremmo dovuto prendere qualche settimana di pausa. Ho semplicemente fatto quello che mi hai chiesto. Non potevi davvero aspettarti che ti avrei cercata...» risponde Clarke sicura di sé.

«Uno dei motivi di questa pausa era per cercare di capirci qualcosa, lo sai bene. Ultimamente litighiamo spesso, e questo, in qualche modo, ha danneggiato la nostra relazione!» ribatte la mora.

«Ne sono consapevole, grazie. Quindi cosa hai capito?»

«Tu cosa hai capito?» chiede di rimando Lexa.

«Non si risponde ad una domanda con un'altra domanda, non te l'hanno mai detto?»

«L'hai appena fatto anche tu, adesso.»

Clarke la guarda tra il sorpreso e l'incazzato. Lexa fa lo stesso, con un sorrisetto furbo sulle labbra.

«Dobbiamo continuare a litigare?» domanda allora la bionda.

Lexa sospira, rivolgendo lo sguardo altrove.

«Mi sei mancata...» afferma con un tono di voce tutt'altro che autoritario.

Clarke la guarda per qualche secondo, chiude forte gli occhi e butta fuori tutta l'aria che stava trattenendo.

«Mi sei mancata anche tu, davvero tanto!» risponde subito dopo aver riaperto gli occhi e averla guardata.

Lexa trasforma il suo sguardo duro in uno più dolce, sorridendo appena.

«Dobbiamo cercare una soluzione se vogliamo andare avanti.» afferma la mora.

«Lo so. Io non ho mai smesso di amarti, anche quando litigavamo, non l'ho mai fatto. Non ho mai smesso di pensarti e desiderare di averti vicina. Hai sempre avuto il mio cuore e sempre ce l'avrai, e una delle mie più grandi paure è quella di perderti... forse è per questo che mi faccio mille problemi e mi pongo domande non necessarie. È la paura di poterti perdere, la paura che ti possa stancare di me, la paura che possa andare tutto a puttane. Alle volte avrei voluto solo che tu mi mandassi un segnale, un piccolo segnale che mi dicesse "sono qui, non andrò via", per farmi capire che sei con me, sempre. Può sembrare banale, ma ho bisogno di queste attenzioni, perché alcune volte sono insicura. Mi rendo conto che questo può danneggiare la relazione, ma è più forte di me.» afferma finalmente Clarke, dopo aver trovato la forza dentro di sé.

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