Vodka

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-Cosa ci racconti di te?- mi chiede Juan durante la cena.

Ad ognuno di noi ha chiesto di presentarci.
-Mi chiamo Clara, ho 24 anni e vivo a Pisa. Studio odontoiatria-
-Cosa ti piace fare nel tempo libero Clara?-
Dentro di me avrei voluto dire "stare col mio ragazzo,fare l'amore con lui"

Ma insomma, non era il caso.
Così rispondo:
-Ascoltare musica, leggere e andare in palestra-
-Va bene Clara. Spero ti troverai bene qui con tutti noi-
-Lo spero anch'io-
Poi toccava a Nina che era seduta accanto a me.

Nel frattempo guardavo di tanto in tanto il mio telefono, per vedere se per caso mi stava chiamando Lui dal carcere.
Ma nulla.

A breve avrebbe dovuto farlo. Ci siamo messi d'accordo così, come regola per tutti i giorni.
Passa una mezz'oretta ma nulla.

Così mi allontano un attimo e provo a chiamare.
Mi risponde uno dei poliziotti di li, a cui dico di passarmi Diego se possibile.
Ma mi risponde con:- Il signor Diego non può parlare adesso. Provi a richiamare domani. Arrivederci-
E chiude.

Rimango un attimo così, confusa.
Ho paura sia successo qualcosa, oppure che lui ne abbia combinata un'altra grossa.
Cerco di tranquillizzarmi e torno dagli altri.

*************************
La cena è stata buonissima. Un misto di cibi tipici spagnoli, sangria a quantità.

Ho bevuto un bel po', forse anche troppo, ma volevo cercare di non pensare a Lui.
Ma invano. Anzi, tutto quel bere mi ha fatto salire solo di più la tristezza.

Tutti gli altri si stavano divertendo.
Ormai il tutor era andato via e ci ha lasciato del tempo libero per conoscerci e divertirci un po.
Chi accendeva canne, chi giocava a carte, chi beveva ancora, chi cacciava bottigliette piccole di vodka dalla tasca e la offriva anche agli altri.

Nina era sempre con me invece. In disparte, a dirmi di stare tranquilla.
Così, per non renderle questa prima sera una palla, le dico di andare dagli altri, e che mi sarebbe passato.

Ovviamente non le ho raccontato tutto, solo che io e il mio ragazzo abbiamo litigato per la distanza e cose così. Sono cose molto private e non mi va di spargerle in giro.

-Clara non ti lascio da sola. Dai vieni con me, conosciamo un po' di gente. Domani lo richiami e vedi che chiarirete-
Mi dice.

Sospiro. Ha ragione, non posso stare qui a deprimermi, tra l'altro non sapendo effettivamente cosa sia successo e perché non ha potuto parlarmi.
È la prima volta che succede.
Domani gli chiederò spiegazioni.

-Va bene dai. Andiamo a farci qualche shottino se ti va-
-Così mi piaci- risponde.

E ci avviciniamo ai tipi con la vodka.
Ci presentiamo, loro altrettanto.

Erano una decina di persone. Quattro ragazze e sette ragazzi. Tutti in cerchio a sorseggiare vodka e fumare sigarette.
Arriva il mio turno. Prendo la bottiglietta e verso un po' di vodka nel mio bicchiere di plastica.
Cosi butto giù tutto.
Poi toccava a Nina.

E così per altre quattro o cinque volte.
Mi stupisco per quante bottigliette abbia portato quel ragazzo, Stefano.
Un ragazzo moro ,riccio con gli occhiali. Un tipo apparentemente nerd.

Dopo un po decido di dare compagnia a Nina con una sigaretta da lei offerta.
Dopo un paio di tiri, quello che era un semplice giramento di testa per via dell'alcool si trasforma in forte mal di testa e capogiri.
Poi iniziavo a non sentire più le mani.
L'ansia mi stava salendo.
Cosa cavolo c'era in quella sigaretta?

Ad un certo punto mi alzo, come per andare via diretta nella mia stanza, ma non faccio in tempo a fare due passi che vedo tutto nero. Poi nulla.

**********************
Sento qualcuno schiaffeggiarmi il viso e chiamarmi. Più volte.
Apro gli occhi pian piano.
Ero sdraiata su un lettino, in una stanza bianca con attaccati ai muri tanti cartelloni con immagini di corpo umano e cervello.

C'era una donna in divisa da infermiera, sul suo cartellino c'era scritto Dorsi Giovanna.
-Ben tornata tra noi signorina- mi dice.
-Che è successo?- chiedo.
-Hai perso i sensi. Ora ti facciamo qualche esame per vedere se é tutto apposto. O se semplicemente hai bevuto troppo o fumato qualcosa di strano. Oramai è all'ordine del giorno.-
-Ah...ok. Nina dov'è?-
-Nina? Non so di chi tu stia parlando. Ti ha accompagnato un ragazzo qui. Un certo Stefano Pollini.-

Immagino sia il ragazzo della vodka.
-Ora è tornato in stanza. Lo abbiamo mandato via noi. Ti riportiamo noi in camera - continua lei.
-Oh ecco il dottore. Per qualsiasi cosa puoi chiamarmi. Mi chiamo Giovanna- e va via.

Si avvicina un tipo in camice bianco.
-Come stai... Clara?- dice dopo aver letto il mio nome su un foglio.
-Bene... credo. Ho un forte mal di testa-
Gli racconto cosa è successo.
Così chiama al telefono un suo collega.
-Ho chiamato il mio collega neurologo. Per questi episodi di sincope è necessario un consulto neurologico. Intanto ti controllo i parametri-

Inizia a controllarmi pressione, saturazione, e mi chiede di fare pipì dentro un bicchierino che mi porge.
Vado in bagno e faccio come richiesto.
Poi glielo riporto e mi dice di aspettare un pochino.
Così mi rimetto sul lettino e chiudo per un po gli occhi.

-Posso prendere qualcosa per il mal di testa?- chiedo.
-Appena arriva il dottore chiede a lui- risponde.
-Però se è urgente che non ce la fai più per il dolore ti diamo qualcosa- continua.
-No dai. Posso aspettare un pochino. Ma non troppo perché sta peggiorando man mano-

Dopo cinque minuti il tipo esce dalla stanza. E ne arriva un altro.
Questo prende il mio fascicolo dalla scrivania, legge tutto e si avvicina.
Mi sembra familiare. Troppo familiare.
Lo guardo meglio.

-Oh... ciao Clara. Ci ritroviamo anche qui. Che coincidenza assurda-
-Ciao Carl... che ci fai tu qui?-

Dovunque vado, anche in altri paesi del mondo, vedo apparire gli stessi polli.
Il destino si sta prendendo gioco di me?

Sex Room 2Where stories live. Discover now