•5 - Libertà.

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ASH

«Metti la strada sul navigatore.»

Andrew fa come gli ho detto, mentre io metto in moto.
Stiamo per portare la bicicletta dal meccanico, quindi spero sul serio di ricevere il premio come fratello dell'anno.
Non capisco perché non l'abbiamo portata vicino al parco, ma non importa.
Questa gomma bucata sta creando un casino troppo grande.

«Ho fatto» dice, così la finisco di sistemarmi il burrocacao e di guardarmi dallo specchietto.
«Tienilo in mano e dimmi dove andare.»
Abbasso il freno a mano, poi ingrano la seconda.
«Dice di andare dritto» spiega, in modo attento. Non pensavo che tenesse così tanto alla sua bicicletta, ma forse è meglio così.

Picchietto le dita sul volante, mentre la canzone che sta andando è appena udibile ma abbastanza da farmi rilassare.
Lancio un'occhiata a Andy, che sta guardando il GPS.

«Svolta a destra.»
Aggrotto le sopracciglia, ma eseguo in silenzio.
Stiamo salendo sul ponte, questo vuol dire che il meccanico si trova dall'altra parte della città, oltre il fiume Harlem.
«Quando sei giù dal ponte devi andare a sinistra e poi tutto dritto.»

Appena metto la freccia per svoltare, sgrano gli occhi. «Andrew! Dove diavolo mi stai portando?!»
Sbatte le palpebre, «dal meccanico.»
La sua voce è fin troppo innocente, così tanto da risultare falsa.
Tiro la cintura, iniziando a sentire un calore per tutto il mio corpo.
«D'accordo ma questo non si trova a nel Bronx, vero?»

Lo guardo e lui mi fa un sorriso a trentadue, così freno bruscamente e faccio ogni cosa in mio potere per non strangolare mio fratello in questa macchina.
«Dico, ma sei impazzito?! Non possiamo andare nel Bronx, Andy!» Esclamo, scuotendo la testa. «Calmati, Ash, sembri pazzo.»
«Se mamma e papà lo vengono a sapere ci diseredano! Ci fanno a pezzi e li fanno cucinare a Maddie!»
Schiocca la lingua, «non essere eccessivo.»

Sono veramente sorpreso di come stia prendendo di sottogamba la questione.
Forse non ha capito che la mia vita sociale è finita se lo vengono a sapere.

«È solo un meccanico. Non stiamo andando a comprare eroina» sospira, roteando gli occhi con le braccia al petto.

Prendo un respiro profondo, chiudendo le palpebre per qualche istante. «Okay, andiamo da questo meccanico ma se mamma e papà lo dovessero scopririre-»
«Mi uccidi a mani nude e blah blah.»
Scuoto la testa e prendo il suo viso tra le mani.
«Ti brucio tutti i videogames, che è peggio della morte per te.»

Tira fuori la lingua e fa una pernacchia.
Riparto verso il quartiere maledetto e sospiro, scuotendo la testa.
Devo essere impazzito, non so nemmeno perché non mi sono limitato a fare inversione.

«Eccolo» dice, indicando un'officina appena dentro il Bronx.
Scendiamo dall'auto e raggiungiamo l'ingresso.

«Salve-»
«Ciao!» Dice, Andy, così aggrotto le sopracciglia. «Ciao Andrew!»
«Conosci questo signore?» Gli chiedo, mentre inclino la testa di lato. «Mh mh, è il padre di Reina.»

Di Reina? Questo vuol dire che è anche il padre di...

«Papà, ci sono delle auto...di là.»
Papi tiene i suoi occhi su di me, con un cacciavite in mano.
«Ciao Andy!» Gli dice, con un sorriso. «Ciao Papi!»

«La bicicletta ha una gomma bucata» dico, al meccanico tentando di ignorare il ragazzo che tiene il suo sguardo puntato su di me.
«Andy fai vedere la bici al signor Romero.» Gli do le chiavi dell'auto e lo guardo allontanarsi con il meccanico.

Lui annuisce e si allontana con l'uomo.
Prima che possa andarmene, la sua mano afferra il mio polso. «Non mi saluti?»
Lo guardo subito e resto ad osservarlo, come se fossi incantato. Ha una canottiera nera che si aderisce perfettamente al suo petto scolpito e lascia scoperti tutti i suoi tatuaggi delle braccia e delle mani, degli skinny blu scuro e una giacca di jeans legata in vita. È sporco di grasso dell'auto e un sorrisetto del cazzo sul viso.
Dio se è un sorrisetto del cazzo.

DANGEROUS PERFECTIONWhere stories live. Discover now