•4 - Vivere nell'alta società non è sempre un vantaggio.

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Jordan si siede sul muretto con il cappuccino di Starbucks tra le mani. «Ehi, bellissimo» dice, con un sorriso.
«Ehi» rispondo, mordendomi l'interno della guancia. «Sei preoccupato. Che è successo?»
«Mio padre e i suoi party annuali del dipartimento di polizia. Per l'ultimo dell'anno siamo impegnati» gli spiego, con un sospiro.
«Wow, non siamo neanche a dicembre...però speravo che avremmo passato il capodanno insieme.»

Lo guardo dispiaciuto, perché piuttosto che sorbirmi un party del dipartimento di polizia organizzato da mio padre preferisco di gran lungo stare con il mio migliore amico, a bere, a ballare o semplicemente a parlare.
Quei party non li sopporto proprio. Ci sono solo persone che ti chiedono della tua vita, come se importasse loro qualcosa e non fanno altro che giudicarti.

«In ogni caso - scende dal muretto - direi che il ballo d'inverno si sta avvicinando.»
«Se manca un mese» gli dico. Porta le braccia al petto, facendo un sorrisetto. «Dimmi che non riconosci questo sorriso e ti giuro che ti declasso a "conoscente".»
Ridacchio, «è la faccia da "facciamo shopping".»

«Quindi andiamo» dice, prendendomi sottobraccio.

[...]

Il fatto che non sia un giorno di scuola, rende il centro commerciale affollato. Ci sono molti studenti, che stanno girando per i negozi.

«Penso che non metterò nessuno smoking per il ballo» gli dico, mentre guardo con attenzione tutti i vestiti nel negozio. «Come?»
«Non ha senso, voglio dire, solo perché sono un ragazzo non significa che debba vestirmi da principe azzurro. Sopratutto se ne sto cercando uno.»
È soddisfatto e annuisce, d'accordo con me.
«A cosa pensavi?»

Faccio spallucce, «non ne ho idea, ma penso che mi darò da fare.»

Dopo aver riempito le borse a sufficienza ci fermiamo nel giardino vicino al centro commerciale per bere i nostri frullati al cioccolato.

«Quindi? Brad Pitt?» Gli chiedo. «Non è come me lo immaginavo» dice, subito.
«Che intendi?»
«È totalmente l'opposto di Scott.»
Faccio spallucce. «Però mi sembra più figo.»
«Lo è, Ash. Lo è senza alcun dubbio.»

Gli sorrido, compaciuto. «Wow, alla fine stai incominciando a dimenticarlo.»
«Non lo so...Boston non lo conosco nemmeno.»
«Però Scott lo conosci bene...»
Alza gli occhi su di me, poi fa un sorrisetto e inclina la testa di lato. «Non ci posso credere. Ashton Collins, il perfetto figlio del capitano del dipartimento di polizia, mi sta dicendo di provarci con il ragazzo bello del Bronx?»
Prendo un sorso del mio frappé e faccio spallucce. «Esatto.»
«Seriamente, perché continuare ad andare a letto con un gay represso del cazzo quando puoi avere un gran figo dichiarato?»
«E tu come fai a sapere che Boston è gay?»

Sospiro, «ti stava spogliando con gli occhi, quindi o è gay o è bi.»

Incrocio le gambe sul tavolo, appoggiando le mani e alzando la testa per guardare il cielo.
«Sul serio, dimenticati di quello stronzo.»
Lui mi sorride e annuisce, «ci proverò.»
L'ultima cosa che voglio, è che Jordan abbia il cuore a pezzi per colpa di un bastardo.

«In ogni caso, questo frullato è proprio uno schifo» dice, con un sospiro e io rido. «Dovevamo fermarci da Starbucks.»
«Hai ragione, ma pensavo che sarebbero stati ugualmente buoni. Che schifo, spero che non mi faccia vomitare anche la cena di natale dei miei dieci anni.»
«Quella non l'avevi già vomitata?»

Ridacchia e spinge lontano il bicchiere di plastica, con una smorfia disgustata.
Giro la testa, divertito e metto a fuoco la vista appena noto un ragazzo familiare insieme ad un altro. «Jo - gli tiro una pacca sulla spalla - ci sono Papi e il tuo amico.»
Guarda subito nella mia direzione. «Cazzo, ma diamine ci fanno a Manhattan? Credevo che odiassero questo distretto.»

DANGEROUS PERFECTIONWhere stories live. Discover now