E si udì il canto delle sirene

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«Non ti muovere troppo Rick.» dissi con ancora la pagaia in mano. Lo vidi sbuffare e alzai un sopracciglio. «Non ho certo intenzione di cadere in acqua, è fredda.» mi lamentai.

Rick sospirò. «Senti, non è colpa mia. Hai avuto tu questa idea, assumiti le conseguenze.» bofonchiò, arricciando il naso come faceva ogni volta che qualcosa gli creava fastidio.

«Beh, pensavo che potesse essere divertente fare un'escursione sul lago.» ribattei a tono. Rick scrollò le spalle ed io mi pentii mai come in quel momento di aver acconsentito a partecipare a quell'inutile vacanza di famiglia. Passare l'estate in compagnia di mio cugino si stava rivelando più fastidioso del previsto.

«Fa caldo, torniamo indietro, mi brucia la testa.»

Sbuffai. «Questo perché non hai voluto indossare neanche un cappello e ci sono trenta gradi!» Ripresi a pagaiare, fino a raggiungere il centro del lago: un'enorme macchia blu scura. «Per cui smettila di lamentarti.»

«Elise, aspetta...»

Appoggiai i remi al centro della barca e mi alzai leggermente con il busto, piegandomi sulle ginocchia. Ero abbastanza scocciata. «No, ne ho abbastanza di sentire le tue lamentele.»

Ma prima che potessi rendermene conto, qualcosa urtò il fondo della barca ed io caddi in acqua.

La sensazione che provai al momento dell'impatto era la stessa di una frustata sulla schiena nuda. Trattenni un grido e strizzai le palpebre in preda al dolore, mentre le urla disperate di Rick si riducevano a flebili sussurri.

Provai a risalire in superficie, ma non ci riuscii. Era come se qualcosa mi stesse trascinando verso il fondale. Fu come morire. Sentivo i polmoni bruciare alla ricerca disperata di aria, la gola chiudersi. Istintivamente aprii la bocca.

Stavo precipitando, incapace di oppormi a quella forza che sembrava volermi attrarre nelle profondità del lago. Le orecchie cominciarono a fischiare.

Ad un tratto, percepì come due mani accarezzarmi il viso.

Forse sono già morta, pensai, e per un attimo ci credetti, fino a quando non sentii una voce. Era calma e melodiosa.

Non sei morta, mi diceva.

Strizzai le palpebre e, facendo uno sforzo immane, mi costrinsi a guardare.

Mi ritrovai tra le braccia di una creatura bellissima. Aveva i capelli lunghi e all'apparenza setosi che le coprivano il seno e scendevano lungo il busto, fino al bacino. Lì, al posto delle gambe, una coda smeraldo.

Perdonami, disse solamente, guardandomi con due occhi azzurri come il cielo. Mi attrasse a sé, comprimendo i nostri due corpi; alcune sue ciocche di capelli mi sfiorarono le guance.

L'ultima cosa che ricordai, furono le sue labbra contro le mie.

Persi i sensi. Non seppi nemmeno io con certezza per quanto tempo rimasi incosciente. Quando mi risvegliai, mi ritrovai davanti al porticciolo da cui ero partita quella mattina con Rick.

Ero frastornata, infreddolita. Mi alzai a fatica e volsi lo sguardo verso il lago. Una brezza leggera ne increspò la superficie in tante piccole onde.

Nella mia testa, risuonava ancora il canto meraviglioso di quella ragazza.

Se fortuna e desiderio tu avrai
tra queste acque ancor mi troverai.


[500 words]

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[weeauthor's space]

Hello wee friends,
come state? Spero bene.

Per chi mi conosce, sa bene quanto io ami spaziare con le parole e le descrizioni. Insomma, non è forse la parte più divertente?

Potete ben immaginare, quindi, cosa sia significato per me essere costretta a rimanere entro le 500 parole. Devo ammetterlo, non è stato facile, ma posso ritenermi soddisfatta del risultato finale.

Ne approfitto per ringraziare di cuore chiunque precedentemente abbia commentato o lasciato una stellina, così come chi abbia deciso di provare a dare uno sguardo ai miei scarabocchi.♡

- Elyse B. Wood

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⏰ Last updated: Jan 02, 2023 ⏰

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Carta e PennaWhere stories live. Discover now