"Impaziente e innamorato"

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"Io credo che sia già un enorme risposta." Annuisco con lui.

"Però c'è questa ansia, è solo paranoia. So che non devo ascoltarla, eppure. Credo che sia troppo bello per me." Dico questo e non lo guardo, perchè sto solo esprimendo quello che sento. Però non ha senso.

"Lei non può essere felice?"

"No, cioè il mio cervello non è abituato a tutti quei sentimenti positivi. Sono strani sulla pelle, li ho sempre sognati...però io posso essere felice. Ho solo paura di qualcosa. Mi sto godendo questi giorni come se dovessero finire veramente mercoledí." Lui annuisce. A volte pare che sappia già quello che sto per dire. Con mille domande, a volte riesce a farmi capire da solo le cose che dico.

"È quello per cui ho lavorato. Fa solo strano, e anche un pò paura. Molte cose non le ho nemmeno sentite...il contatto, i baci, le carezze. A volte mi metto in guardia, lo sento che divento teso, però mi ricordo che non c'è alcun pericolo. Che è normale lasciarsi andare, amare e essere amati." Lo psicologo annuisce con piú decisione. È quello che ho sempre voluto. Ho fatto 'entrare' Jimin dentro di me. Ho lasciato passare il suo amore. Le sue premure e sono la cosa piú bella di questo mondo.

"Ovviamente a volte ci sono state situazioni a contrasto. Dove lui avrebbe voluto fare una cosa, ma io non me la sentivo e viceversa. Me ne sono accorto e gli ho parlato. Su questo dovremo migliorare." Annuisco anche io con lui.

"Come abbiamo detto piú volte, una coppia è il rapporto fra due persone diverse, che non si conoscono del tutto." Parla calmamente.

"Già. Perchè io è Jimin siamo molto diversi. Ad esempio sabato sera abbiamo giocato a sasso, carta, forbice, per un film. Io avevo scelto Horror, lui film romantici. Io ho vinto, credevo di divertirmi a vederlo spaventato, ma per lui era veramente un fastidio. Credo che la prossima volta cercheremo un compromesso." Annuisce sempre. A volte non commenta quasi mai, se non per restituirmi i miei sviluppi.

"Anche caratterialmente è molto diverso da me. È molto piú bambinesco? Ma neanche tanto, è anche molto maturo. Non saprei, sento solo che siamo diversi." Beh, cos'altro mi aspettavo. Però questo era un enorme problema un anno fa. Molto, troppo. Forse un pò è rimasto perchè a volte è un pò bambinesco e non capisco se mi vada bene.

"È normale che non mi vada bene, che poi a volte mi piace, ma sento ancora qualche fastidio a volte. C'è un pò di confusione." Le prime volte capitava spesso.

"È un problema per lei, questo lato che lei dice infantile del suo compagno?" Nego con la testa, mi piace quando è piccolo piccolo, si arrampica su di me, o si nasconde contro il mio petto. Praticamente mi sguaglio in un brodo di giuggiole. Perchè adesso ho detto questo?

"No, forse quello che mi viene in mente è: paura, invidia?" Sospiro  dopo l'ultima parola, credevo di averla superata.

"Il mio cervello cerca di nuovo di alzare barriere di protezione?" Lascio andare i bracci sulle gambe. Lo psicologo non annuisce. Quindi la soluzione devo trovarla da me.

"Mi sa proprio di si. Io amo quando si fa piccolo contro di me, o gioca con me. Sono i vecchi fantasmi a fare ritorno. Pensavo se ne fossero andati, ma so anche che possono ritornare." Che rigiri. Il cervello se la vuole dare a gambe.

"Non ci sto capendo piú nulla, mi sono imbrogliato. Ok. Non è un problema per me, sono solo le mie paure a parlare. Ecco." Adesso annuisce. Mi sono ripreso. A volte e facile capirsi, a volte meno. Scuoto la testa.

"Sono completamente innamorato, poi ci sto cosí bene." Sospiro di nuovo, ma credo sia per il sollievo. Anche semplicemente pensare ad un suo abbraccio, mi fa stare bene.

"Mi ricordo che lei diceva molte volte di volersi mettere alla prova, credo che tutti questi piccoli allarmi siano il segnale che finalmente si sta interrogando mentre attraversa qualcosa di sconosciuto."

"Si." Ricordo anche io la frustazione e lo scalpiccio dell'anima. Volevo provare l'amore, volevo provare a tutti costi il nuovo me. Credo che questa sia il momento. Ripendandoci, ho avuto anche molta fortuna, in tutto questo.

"Adesso posso dimostrare chi sono. So che potrei dimostrarlo in altri modi, ma per me, questo è il piú importante, al momento. Sarò me stesso e Jimin pure. Finalmente possiamo provare a fare qualcosa che non abbiamo mai fatto."

"E lei potrà mettersi alla prova." Sorrido, accavallando le gambe.

"Si, finalmente. Detto questo? Ho perso il filo." Lo guardo un pò confuso. Lui ridacchia. Forse l'amore mi sta rincoglionendo piú di quanto immaginassi. Questa è una cosa buona o meno? Credo di si? O no?

"C'è altro di cui mi vuole parlare?"

Gli innamorati sono rincoglioniti, no? È l'amore che rende cosí, magari alcuni sono anche piú morbosi.

"Signor Kim?" Muove la mano lo psicologo, mi accorgo di essermi completamente dimenticato di essere in una seduta.

"Si, mi scusi." Riprendo la conversazione. Si e l'amore che rende farfallini. Non vedevo l'ora di tutto questo. Di cosa mi lamento?

[Spero sia venuto quanto meno decente, vi ricordo che è una fanfiction e non sono una dottoressa ;) ]

Ten days [Vmin]Where stories live. Discover now