VI.

68 4 0
                                    

Harry e Freddie erano in soggiorno, stranamente deserto.

Daisy e Phoebe avevano detto di aver bisogno di fare degli acquisti prima di quella sera e Lewis e Lottie avevano colto l'occasione per andare a fare visita alla famiglia di lui, in un quartiere della periferia di Londra; così Louis, Harry e Freddie erano rimasti soli in casa.

Il maggiore non si sapeva dove fosse, ma Harry finse di non preoccuparsene. Sperò che non fosse chiuso nella sua stanza a maledirlo in tutte le lingue che conosceva, prendendosela con il destino che aveva fatto in modo che la sua famiglia levasse le tende quel pomeriggio.

Per quanto lo riguardava, Harry non aveva paura di affrontare Louis.

Era stato più gentile con lui quel giorno, come se avesse accettato una tregua e avesse smesso di cercare di attaccarlo o difendersi ogni volta che gli si avvicinava. Forse aveva capito che potevano avvicinarsi sfiorandosi, senza collidere e confondere i confini dei loro corpi, rimanendo in equilibrio.

Harry sperò che fosse davvero così.

«Hai scelto qualche canzone?» Si rivolse a Freddie che, seduto a gambe incrociate sul tappeto, spulciava assorto le tracklist sul retro dei suoi album.

«Canyon Moon, Sunflower e Keep Driving sembrano belle. Tu le sai le canzoni del mio papà? A me piacciono tanto Silver Tongues e un'altra della sua vecchia band...mi sembra che parlasse di due persone, delle promesse...papà l'ha cantata tante volte durante il tour»

«Through the Dark

«Sì, proprio quella! Me la canteresti?»

Non avrebbe mai potuto dire di no a quell'espressione, così simile al suo Louis.

«Certo Topo, però aspetta un po', okay? Prima canto qualcuna delle altre»

Rivolse un ultimo sguardo alla stanza, per controllare che Louis non fosse in giro, pronto a sorprenderlo con le mani nel sacco, con uno sguardo inquisitore che non gli faceva capire cosa passasse per la sua testa.

Il salotto della loro casa era vuoto, non c'era nessuno oltre lui e Freddie. Lasciò scorrere leggere le dita sopra le corde della chitarra posata sulle sue ginocchia, tentando di ricordare gli accordi migliori per accompagnare la propria voce.

Freddie osservava attento ogni suo gesto dal basso verso l'alto e Harry lo invitò a sedersi al suo fianco sul divano prima di cominciare.

«You gotta see it to believe it
Sky never looked so blue
So hard to leave it...»

Iniziò a cantare sicuro i primi versi di Canyon Moon, limitandosi a tenere il tempo tamburellando contro la cassa di risonanza della chitarra invece di fare i veri e propri accordi. Freddie scuoteva leggero la testa a ritmo, intrappolato dalla musica.

Ti comporti proprio come Louis, pensò Harry sempre più convinto.

Finì la canzone, lasciandosi trasportare dalle sue note allegre e da una promessa che tre anni prima non aveva rivolto a nessuno, se non a sé stesso.

Two weeks and I'll be home.

Non sapeva più dove andare, per cercare casa.

Negli ultimi mesi, la cosa più vicina a una casa era stato il tour bus con il quale aveva girato metà del globo, ma non c'era nulla a trattenerlo su quel mezzo dalle imbottiture scomodissime; non come sette anni prima, quando affrontava quel viaggio con i suoi fratelli per scelta al fianco, uno dei quali era anche l'amore della sua vita.

Nel salotto di un edificio che era stato abituato a chiamare casa, Harry porse a sé stesso la promessa più difficile che si fosse mai fatto nella sua vita. La soffocò dietro i suoni di una canzone allegra e ottimista verso il futuro, dietro a lacrime invisibili che scorrevano veloci senza le guance, intaccando il sorriso che dava luce al suo volto.

That's the way love goes - Larry StylinsonWhere stories live. Discover now