Introduzione

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Prima di partecipare all'iniziativa ricordiamo che è necessario leggere attentamente il regolamento in tutti i suoi punti



"Do androids dream of electric sheeps?"

Questa è la domanda che si è posto Philip K. Dick quasi sessant'anni fa, all'uscita del romanzo che ha ispirato il famosissimo Blade Runner di Ridley Scott e che ha reso tutti più familiari col genere del cyberpunk. L'estetica cyberpunk ci affascina oggi tanto quanto affascinava i devoti lettori di Urania negli anni '60, impalpabilmente futuristica anche mezzo secolo dopo le visioni allucinate di Dick di un mondo ipercapitalistico e illuminato dalla luce delle lampade a neon. E proprio quel suffisso, "punk", ricorda che questo genere è nato per sfidare le classiche ambientazioni della letteratura con qualcosa di più fresco, qualcosa di ribelle contro l'idea di un futuro limpido e felice. La distopia nel cyberpunk è intrecciata con la sua estetica in maniera indissolubile, ed è proprio l'estetica ciò che ha contribuito a diffondere questo genere anche nelle case di chi poco s'intendeva della fantascienza. Le metropoli planetarie dai palazzi che sfiorano la stratosfera e i mosaici di luce delle billboard pubblicitarie nella notte affascinano il pubblico oggi come lo stregavano cinquant'anni fa. E il pubblico ha chiesto di più. Così sono nati anche gli altri sottogeneri "punk", fratelli del cyberpunk nella loro estetica assolutamente unica e nella loro offerta di uno spazio letterario che fonde la follia del pulp con la possibilità di esplorare profondamente la mente umana in situazioni fantastiche. Generi (o meglio, estetiche) di nicchia come il Dieselpunk (sempre per gentile concessione di Philip K. Dick con il suo La Svastica sul Sole), lo Steampunk, l'Atompunk, o anche il più recente Solarpunk, sono un microcosmo fantastico agli occhi di chi ancora cerca la meraviglia nella letteratura. Ma questo concorso non vuole concentrarsi prettamente su questi sottogeneri poco conosciuti. Ciò che vuole fare è prenderli come esempio per mostrare come si può creare un'estetica assolutamente originale in cui ambientare la propria storia e i propri personaggi per far sì che nel mondo del racconto si respiri un'aria diversa, di meraviglia e genialità letteraria. Le storie sono importanti, certo, ma lo è altrettanto l'universo in cui le si ambienta e le opportunità narrative ed estetiche che questo può offrire quando l'autore viene colpito da quella domanda fulminante come un eureka che dà vita addirittura a un intero nuovo sottogenere. "Come sarebbe il mondo se i nazisti avessero vinto la Seconda Guerra Mondiale?" si è chiesto Dick prima di inventare l'estetica Dieselpunk, investigando con grande brillantezza i temi della guerra, dell'autoritarismo e della sottomissione. "Come sarebbe un mondo con elfi e nani ma in cui queste razze possiedono tecnologie avanzatissime?" si è chiesto Eoin Colfer prima di scrivere Artemis Fowl. Davvero basta una domanda per ideare non solo un libro, ma un genere. E a proposito di domande, torniamo alla domanda originale.

"Gli androidi sognano pecore elettriche?"

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Concorso Electric Sheeps (Oneshot + AI Art)Where stories live. Discover now