I ragazzi lì attorno risero. Percy alzò gli occhi al cielo.

Iniziai ad insegnargli bene o male tutto quello che sapevo. Stoccate, parate e blocchi con lo scudo, andandoci giù più che pesante.

A ogni colpo che davo, Percy sembrava sempre più in difficoltà. Nel mentre che lottavamo, gli davo dei consigli e lo colpivo, confondendolo ancora di più. Era paonazzo in volto, e la misura sbagliata della spada non sembrava aiutarlo.

Mi interessava? Nah.

Quando Luke annunciò la pausa, eravamo entrambi fradici di sudore.

Tutti si accalcarono verso il frigo delle bevande. Luke si versò dell'acqua gelata in testa. Percy lo imitò al volo.

Nel mentre che bevevo una bottiglia d'acqua tutta d'un fiato, l'osservai. Quando ormai si era svuotato tutta la bottiglietta addosso, la lanciò per terra (i satiri lo avrebbero preso a mazzate, più tardi). Sembrava... diverso. Più forte. Emanava potere; quel genere di potere che ti fa venire voglia di chinare la testa, come quando sei in presenza di un dio. Peccato che io non mi inchinavo nessuno. Semmai il contrario.

«Okay, gente, in cerchio!» ordinò Luke «Se a Percy non dispiace, vorrei farvi una piccola dimostrazione».

Guardai il volto del diretto interessato farsi leggermente rosso per l'imbarazzo. Sembrava che avesse già capito come sarebbe andata a finire la faccenda. Avrebbe vinto il figlio di Ermes.

Luke spiegò che stava per dimostrare una tecnica di disarmo: piegare la lama dell'avversario con il piatto della spada e costringerlo a lasciar cadere l'arma.

Bene, sappiate che io questa cosa non la sapevo fare. Era una di quelle classiche mosse che, mentre sei in battaglia, non ti vengono in mente per utilizzarle. Io, se volevo disarmare qualcuno, usavo tutt'altre maniere.

«È difficile» sottolineò Luke «L'hanno usata contro di me. Quindi non ridete di Percy, adesso»

«Non garantisco nulla» dissi.

Gli altri ragazzi ridacchiarono. Il diretto interessato mi guardò negli occhi, infastidito.

«Ok, Harper. Fai pure lo spirito libero. Comunque, la maggior parte degli spadaccini deve faticare anni per impadronirsi di questa tecnica. Tu sai farla, Harper?» mi chiese poi.

Sapeva benissimo che non sapevo farla, ma voleva mettermi in imbarazzo davanti agli altri. Non ci sarebbe riuscito. Avevo imparato a non vergognarmi di non saper fare determinate cose con la spada. Non si può eccellere in tutto.

«Al momento no. Però, ad esempio, tu sai rompere le palle più di me. Ci sono cose che tu fai meglio e che io faccio peggio, e viceversa» conclusi con un sorrisetto finto stampato in faccia.

Lui ghignò, facendo finta di nulla. Avevo fatto centro.

Poi, mostrò la mossa al rallentatore, e, come previsto, la spada di Percy finì a terra.

«Ora in tempo reale» continuò «Andiamo avanti finché uno di noi due non ci riesce. Pronto, Percy?».

Il ragazzo annuì e Luke si fece avanti. In qualche modo, riuscì a impedirgli di colpire l'elsa della sua spada. Come avevo notato prima, sembrava diverso; più forte; più attento. Riusciva a prevedere gli attacchi di Luke e a respingerli. Fece un passo avanti e tentò un affondo. Luke lo schivò facilmente, ma notai che iniziò ad andarci giù più pesante di prima.

Heartburn ✷ Percy Jackson ¹ Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora