02.

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❤️‍🔥


«Hai avuto qualche problema con Stevens?».

La domanda di Nick durante il tragitto da scuola fino a casa mia, è pesata parecchio. Non voglio che la sua presenza torni ad incombere sulla mia vita, per cui ho semplicemente risposto che non ci siamo mai stati simpatici dai tempi dell'università. Il che non è totalmente scostante dalla realtà.

Per fortuna, il bel biondo non ha cercato di approfondire l'argomento; piuttosto ha cambiato discorso raccontandomi di quanto siano duri gli allenamenti in vista delle prossime partite di campionato di football.

A dirla tutta ci capisco ben poco, ma sentirlo parlare con gran emozione della sua materia mi ha permesso di lasciarlo fare e bearmi della sua voce.

"«Ci vediamo domani. Se dovessi avere bisogno di un passaggio non esitare a chiedere»", mi ha detto una volta parcheggiatosi sotto casa mia.

La sua premurosità mi scioglie il cuore ed è una cosa che non accadeva da tempo; per questo entro nel palazzo di casa mia con un enorme sorriso stampato in faccia.

«Come siamo felici oggi!», sento dire da una docile e tenera voce.

La signora Cherbal è una donna anziana vedova sull'ottantina che abita nell'appartamento del mio stesso pianerottolo. Da quando mi sono trasferita qui, ho sempre visto la sua presenza come una figura materna.

Mi fa tanto pensare alla mia mamma, che sono certa si sia premurata di inviarmi lei come spalla di supporto da lassù.

«Nora! Ciao», la saluto. «Lascia che ti aiuti», le dico notando solo adesso alcune buste della spesa.

«Oh, cara. Come sei gentile», mi sorride.

«Lo sai che è un piacere». Lascio che l'ascensore si apra e l'aiuto a portare dentro le due buste.

«Com'è andata a lavoro oggi?», mi domanda schiacciando il pulsante con il numero del nostro piano. Numero 3.

La risposta più onesta alla sua domanda sarebbe un: «Un vero incubo».

«Tutto sommato bene. Un po' come al solito», le rispondo invece.

«E quel sorriso è dovuto ad un particolare motivo?», insiste la donna.

Io la guardo di sfuggita, tornando a sorridere imbarazzata. Come se mi avesse colta in flagrante. La donna dagli occhi scuri mi guarda ammiccante e resto sempre più colpita dalla sua forza di vitalità, nonostante la sua età.

«Nulla di particolare», rispondo vaga.

Ma Nora è un tipo persistente. Assomiglia molto alla mia mamma. Le raccontavo sempre tutto ciò che mi accadeva perché diceva di leggermi negli occhi che fosse successo qualcosa. E poi la malattia me l'ha portata via.

«Su! A me puoi dirlo. Lo sai che sono una vecchia impicciona», ridacchia la donna spintonandomi leggermente. Ricambio la risata ma le rispondo soltanto quando le porte dell'ascensore si riaprono sul nostro pianerottolo.

«Ti terrò aggiornata se accadrà qualcosa di concreto. Promesso», le sorrido.

Nora si convince e, per fortuna, non insiste ulteriormente. Solleva le sopracciglia non preoccupandosi di nascondere la sua aria incuriosita.

«Oh, signorina! So bene che lo farai. Le vecchie sagge aiutano sempre in questi casi amorosi», scherza.

L'umorismo di questa donna mi colpisce sempre di più, ma senza di lei sarei persa.

«E chi ti dice che si tratta di un uomo?», ribatto con evidenza. Anche un neonato lo capirebbe. Nick è un uomo stupendo, ma non smetterò di ripetere a me stessa di avere molta cautela.

𝐇𝐞𝐚𝐫𝐭𝐬 𝐄𝐧𝐞𝐦𝐢𝐞𝐬Where stories live. Discover now