13- I'll be fine without you

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Lui mi aveva accolto nella sua famiglia e io lo stavo ripagando con il silenzio.

Dovevo dirgli che non era colpa sua, però sapevo che, anche se glielo avessi detto, lui non ci avrebbe creduto.

Dopo un'oretta, io e Ryan tornammo dagli altri.

Quando tornarono i signori Mackenzie e i medici in sala d'attesa, sentii come se il destino di Ryan potesse cambiare da un momento all'altro, come la traiettoria di un treno sui binari all'incrocio.

Se fosse successo qualcosa a Killian, Ryan non sarebbe stato l'unico a non sopravvivere... c'ero anche io.

Stavo lentamente morendo. Mi sarebbe piaciuto entrare dentro la sua stanza d'ospedale e, eventualmente, morire insieme a lui.

«Killian è in una situazione molto critica», disse il medico sia a noi che ai suoi genitori, poi accennò un sorriso, «Ma si riprenderà. Certo, purtroppo, il braccio non si potrà riattaccare, ma negli anni inventeranno protesi meccaniche sempre più efficienti e sono sicuro che prima o poi Killian potrà quasi condurre una vita normale.»

«Quasi.», disse Jack Mackenzie.

«Quasi», concordò il medico.

Qualcuno, lassù, aveva ascoltato le preghiere di Ryan, il quale da quel momento mantenne la parola data, e non lasciò mai suo fratello da solo.

Arrivò a uccidere, pur di impedire che qualcuno gli facesse del male ancora.

E quella notte, la notte che stabilì l'ascesa dei Mackenzie al potere, dopo la morte di Alfred e Victor Lombardo, Ryan e Clayton stavano facendo ritorno dalla 59°esima strada, spalla contro spalla nel buio, entrambi vestiti eleganti, ma con una pistola che sbucava dalle loro giacche.

Passarono di fronte al bar dei Donovan, e Ryan si impose di non voltare lo sguardo, di non girarsi nemmeno un secondo a osservare la sua vita passata.

Se si fosse voltato verso le finestre del bar, però, avrebbe visto Arya, che era rimasta sveglia tutta la notte per lui, nella speranza di vederlo passare di nuovo, vivo, possibilmente.

Ma lui non si girò, ormai era qualcun altro, qualcosa di mostruoso e indegno, un assassino, e certi privilegi non gli spettavano più. Lei era troppo pura per essere macchiata da uno come lui.

L'esperienza con suo fratello Killian, più di tutte, gli aveva insegnato che le persone che amava finivano per ferirsi sempre.

2 settimane circa più tardi.

Amo dormire fino a mezzogiorno.

È il tripudio dei sensi, una beatitudine incommensurabile, e rigirarsi tra le lenzuola a poltrire ti procura un'appagante sensazione di conquista...

Ed è tutto davvero molto idilliaco, vagamente erotico e riconciliante...Finché poi non ti sveglia mia nonna.

«PAXTON!», nonna bussa inviperita alla mia porta, «Svegliati, mascalzone! Sto aprendo la porta!»

Di solito, a casa Mackenzie, basta dire due paroline magiche per impedire a chiunque del sesso femminile di entrare dentro una stanza chiusa.

Provo a usare la stessa tecnica con mia nonna.

«Non aprire nonna! Sono nudo!»

Ovviamente, non funziona: entra con decisione e si mette le mani sui fianchi. «Mi serve che vai a fare la spesa tu, oggi, mi fa male l'anca, non posso camminare...»

Mi alzo, ancora confuso e assonnato, afferro il cellulare sul comodino e leggo sullo schermo.

13 chiamate perse da Ryan Mackenzie.

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