19. Saltello della felicità

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«Sarò il tuo paziente. Che ne dici di farmi un esame manuale ed approfondito della prostata?»

Percy non percepì più i passi di Akihiro alla sue spalle. Voltò il capo e lo trovò con gli occhi sgranati, gli zigomi in fiamme e i capelli in disordine.

«Sei sexy», gli disse, sospirando, abbassò una mano sul suo inguine e si sistemò meglio il signorino scalpitante che viveva nei piani bassi.

Akihiro scosse il capo ed alzò gli occhi verso il soffitto. «E tu mi hai appena chiesto di controllarti la prostata».

Percy sorrise e sbatté le palpebre con fare civettuolo. Abbassò gli occhi sulla protuberanza che tendeva i pantaloni di Akihiro tra le sue gambe. «Lì sotto hai l'attrezzo del mestiere perfetto per questa visita. Poi, se vorrai, potrò farla anche io a te, se gradisci uno scambio di ruoli».

Akihiro si mosse di scatto, marciando velocemente verso Percy. Lo afferrò per le spalle e lo costrinse a muoversi verso la sua camera da letto, rimanendo in silenzio.

«Ammettilo, sei eccitato come un toro, dottorino».

Percy spinse il sedere all'indietro, strusciandosi nuovamente contro l'inguine del chirurgo.

«Percy», sibilò Akihiro tra i denti.

Percy sghignazzò, ma la sua risata si trasformò velocemente in un urlo poco virile quando, una volta arrivati in camera sua, Akihiro lo spinse velocemente sul letto. Un secondo dopo si ritrovò il chirurgo a cavalcioni della sua schiena.

«Ti avevo avvisato, Percy... Prima o poi sarebbe arrivato il mio turno a comandare», gli mormorò contro l'orecchio, l'alito caldo che gli colpì il padiglione auricolare.

Il corpo di Percy fu scosso da brividi di piacere, gli occhi gli si rovesciarono all'indietro, spinse, senza alcun pudore, il culo contro il pacco del chirurgo e mugugnò, felice ed eccitato di trovarsi sotto ad Akihiro.

«Girati. Facciamo sparire questo panda», continuò a dirgli, autoritario.

Percy si sbrigò a girarsi sulla schiena ed Akihiro, rimanendo a cavalcioni su di lui, lo aiutò ad abbassarsi sulle spalle la parte superiore del pigiama.

Akihiro lo finì di spogliare con occhi pieni di bramosia, lasciandogli due baci languidi su entrambe le stelline tatuate sulle sue anche. Gli fece scendere sulle gambe il pigiama e la sua erezione rimbalzò, vergognosamente dura e bagnata, sul suo stomaco.

Akihiro la fissò. «Non indossavi nulla qui sotto», affermò, la voce rauca.

Percy terminò di sbarazzarsi del pigiama e si afferrò l'erezione alla base perché rischiava di esplodere senza ricevere la sua visita alla prostata.

«Non indosso mai nulla sotto questi pigiami quando li metto d'estate», rispose, passandosi il pollice sulla punta umida dell'erezione, sotto lo sguardo lussurioso del chirurgo. Alzò la mano libera e gliela fece scendere lentamente lungo il petto. «Ora che ne dici se facciamo sparire tutto?»

Akihiro sbatté lentamente le palpebre, Percy non riusciva più a distinguere la pupilla dall'iride. Alzò le mani ed iniziò a sbottonarsi la camicia.

Percy si strattonò i testicoli. Rischiava continuamente di venire mentre osservava Akihiro, muoversi elegante come un felino, intento a sbottonarsi la camicia.

«Dici un sacco di cose fuori dal comune, Percy, ma non mi importa perché in trent'anni...» si interruppe mentre si sfilava la camicia e la lanciava da qualche parte sul pavimento.

«In trent'anni...?» lo esortò a parlare Percy, con una mano si stringeva l'erezione e con l'altra si stuzzicò un capezzolo. Si stava praticamene masturbando davanti al chirurgo.

Il Mal Riuscito Where stories live. Discover now