Distolgo lo sguardo e suono il clacson, attirando la sua attenzione. Apre gli occhi e sussulta, si toglie le cuffie e punta i palmi sull'asfalto per alzarsi e raggiungermi.

«Cosa ci fai qui?»

«Tu cosa ci fai qui?» ribatte.

Vorrei chiuderle quella bocca impertinente.

«Io ho appena finito l'allenamento, Willa» puntualizzo.

«Sono rimasta a studiare in biblioteca e ora aspetto che mia madre mi venga a prendere. Stamattina sono venuta a scuola con Kennedy e non ho la mia auto».

Certo che è venuta a scuola con mio fratello, nei corridoi non si è parlato d'altro oggi. Willa e Kennedy, la nuova coppia della Weston High. Arriccio le labbra in smorfia e mi sporgo per aprire lo sportello.

«Sali, ti porto a casa».

Willa scoppia a ridere.

«Te lo scordi. Con te non vengo da nessuna parte, Kayden».

«Cos'è, sono il fratello sbagliato? Devo chiamare Kennedy?»

Il mio tono è carico di sfida, ma lei non sembra intenzionata a fare il mio stesso gioco.

«Sei patetico».

«Non sono io quello che si presenta alle feste che tanto disprezza».

Willa solleva le braccia e pesta un piede sull'asfalto, poi spalanca lo sportello della mia auto e sale a bordo. È così accesa dalla rabbia che credo non se ne accorga neanche. Non dico niente e resto fermo a osservarla. Ha i capelli appuntati dietro alle orecchie e il viso pulito, nessuna traccia di trucco né sugli occhi né sulle guance. C'è solo una spruzzata di lentiggini.

«Per quanto andremo avanti con questa storia? Ho accompagnato Kennedy dato che tu non ti sei degnato di farlo» spiega.

Mi concentro sulla strada e riparto, Willa deve rendersi conto di quello che ha fatto perché geme.

«Fammi scendere» sibila.

«No».

«Kayden».

«Ho detto di no».

Non fermerò l'auto un'altra volta, meglio che lo capisca.

«Mi porterai in una strada sterrata per uccidermi?»

Le lancio uno sguardo perplesso.

«Non rischierei mai di finire in carcere tutta la vita per te, Willa. Ti do un passaggio così Kennie non mi prenderà a calci nel culo domani, rilassati».

Devo cercare di avvicinarmi a mio fratello per cancellare il rancore che nutre verso di me e, se devo accompagnare Willa a casa per riuscire a ottenere qualche punto ai suoi occhi, allora lo farò.

«Ma che gentile» mi deride.

Ignoro il suo tono.

«Ti scopi Kennedy?»

«Non mi confiderò con il mio bullo».

Sbuffo.

«Per prima cosa io non sono il tuo bullo e seconda cosa stiamo parlando di mio fratello».

«E terza cosa non sono affari tuoi, Kayden».

Per quanto la detesti, ha ragione. Kennedy ha il diritto di vivere senza che io ficchi il naso negli affari suoi.

«Se scopro che lo stai usando per arrivare a noi, ti farò pentire di aver messo piede in questa scuola» sussurro.

Willa incrocia le braccia sul petto e mi lancia uno sguardo furioso.

«Non voglio arrivare a voi, non me ne frega niente di te e del tuo gruppo di amici lobotomizzati».

«E fai bene, perché noi siamo noi e tu...»

«E io sono la ragazza grassa, lo so».

Svolto nel vialetto di casa sua, fermo l'auto e lei non aspetta nemmeno un secondo per smontare dal veicolo.

«Grazie del passaggio. La prossima volta che mi vedi fai in modo di stare lontano da me perché la ragazza grassa non ha più pazienza, Kayden».

Chiude lo sportello e si incammina verso la porta, lasciandomi lì a fissarla in silenzio. Entra in casa e non mi lancia nemmeno uno sguardo, le luci illuminano le finestre oscurate dalle tende bianche e io decido di andarmene. Non me ne frega un cazzo di Willa Woods e delle sue assurde convinzioni, voglio solo che stia lontana da Kennedy e me e farò di tutto perché accada.



***

Ciao fiorellini! Buon lunedì, ecco un nuovo capitolo un po' di passaggio. Cosa ne pensate di Kayden e Willa? Commentate, votate e fatemi sapere!

Love, Thea

DEAR WILLAWhere stories live. Discover now