Capitolo 28 - Daniel e Sergej

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"Non ho finito" la madre lo guardò dritto negli occhi "Vorrei anche che ti sposassi. Ho già la candidata perfetta. Rosy La Mar, figlia di uno dei più grandi imprenditori nel campo della moda. Credo che da questa unione possano nascere grandi cose!"

Daniel batté i pugni sulla scrivania e si alzò sconvolto "E' per caso una minaccia? Se non faccio come dici tu mi taglierai fuori da quello che io e papà abbiamo costruito con tanta fatica?"

"Vedo che sei diventato ancora più intelligente" poi fece un gran sorriso e si alzò "Vado a fare a colazione, se vuoi venire..." si rimise gli occhiali da sole e, così come era entrata, uscì lasciando Daniel a tremare di rabbia.

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Sergej aveva percepito un Daniel piuttosto diverso quella mattina e poi per tutto il giorno non si era fatto sentire. Aveva anche provato a chiamarlo, ma era risultato inutile, visto il cellulare spento. Sperava ardentemente che non gli fosse capitato nulla e che potesse poi spiegarsi. Si chiese se la sua fiducia fosse riposta bene, soprattutto ora che si apprestava ad affrontare la sua famiglia.

Fermo dinanzi casa sua si aggiustò il berretto, che aveva calato appositamente di più sulla fronte, e prese un grosso, enorme respiro. Sapeva perfettamente a cosa stava andando incontro e questo gli fece ancora più rabbia.

"Sei pronto?" la voce del fratello alle spalle lo fece trasalire. 

"Potresti fare rumore quando cammini?" scosse il capo e poi si soffermò a guardarlo "Sembri... felice, cosa è successo?"

Jeremi sorrise da un orecchio all'altro e poi gli fece segno invitandolo ad entrare "Lo scoprirai a breve"

"Non ho un buon presentimento" disse con un sorriso il maggiore "Andiamo"

Una volta dentro i ragazzi si ritrovarono di fronte ai loro genitori che sembravano estremamente infuriati. I loro volti erano lividi e stentavano a guardarli, più che altro la loro rabbia sembrava tutta indirizzata verso Sergej.

Il ragazzo si mise seduto di fronte a loro sul divano. "Volevate parlarmi?" chiese, aspettandosi già la risposta. 

Sua madre finalmente riuscì a guardalo, aveva gli occhi lucidi "Si può sapere cosa stai facendo?"

Sergej era confuso "Nulla" rispose semplicemente "Potresti essere più precisa?"

"Hai idea di quanta vergogna quella serie abbia fatto provare a tuo padre?"

Sergej era sconvolto "Perché mai? Cosa c'è di male?"

"Una serie su due uomini" la madre guardò il marito "Aiutami tu..." gli bisbigliò.

Sergej scosse il capo e si appoggiò indietro sul divano "Non c'è nulla di male, anzi mi vergogno del fatto che voi la pensiate così" stavano ragionando da egoisti ignoranti.

"Sergej" finalmente suo padre parlò "Sai molto bene che non posso permettermi questo genere di pettegolezzo. La mia carriera sarebbe finita. Ti proibisco di farti vedere pubblicamente di nuovo. Da oggi non farai più nulla del genere. Diventa un avvocato e lavora con me, questo è quanto!" suo padre era sempre stato un uomo tutto d'un pezzo, e quando si parlava di lavoro era il più bravo in assoluto. Un avvocato di successo con cui era difficile vincere. 

Il ragazzo scosse la testa, era il momento di darci un taglio "Mi dispiace, ma non posso obbedirti. Per di più..." abbassò il capo e chiuse per un attimo gli occhi, grazie al berretto il suo viso era nascosto e questo permetteva lui di non far vedere la sua delusione ai suoi "sto uscendo con un uomo"

Sua madre scattò su dalla sedia "Cosa?" chiese, per poi guardare il marito.

"Sergej" suo padre stringeva i pugni "Non posso permetterlo"

"Mi dispiace ma è così, non potete impedirlo" li guardò entrambi, era la verità. Gli faceva male al cuore non avere la loro approvazione, soprattutto dopo che ci aveva messo un po' a fidarsi di Daniel.

"E non è l'unico" gli venne in aiuto Jeremi "Lo stesso vale per me"

"Siete entrambi impazziti?" chiese suo padre sconvolto, alzando la voce "Bene, se osate sfidarmi così apertamente farò a modo mio. Da oggi non avrete più accesso all'appartamento."

Sua madre, che forse ancora non realizzava, guardò anch'ella sconvolta il marito "Cosa?"

"Entrambi torneranno a vivere qui, ho dato loro fin troppa libertà!"

"Non esiste" fece Sergej "Ho guadagnato dei soldi, forse è arrivato il momento che ognuno vada per la propria strada" guardò Jeremi, che gli annuì, ed entrambi si alzarono.

"Siete così sicuri che sia facile?" anche suo padre si alzò e li guardò con cattiveria "Non crediate che sia così semplice"

"Cosa vuoi dire?" nonostante la rabbia, l'unica donna presente era comunque preoccupata per i figli. Il marito era a modo suo pericoloso e potente. 

"Vedranno presto!" e dicendo ciò lasciò la stanza sbattendo la porta. 

"Penso che andremo anche noi" disse a sua madre Sergej, e poi i ragazzi uscirono fuori senza darle il tempo di replicare.

"Ah, devo andare in Giappone da Maxi, come faccio adesso?" si grattò la testa "Devo trovarmi presto un lavoro."

"Da Maxi? Hai qualcosa da dirmi?" Il maggiore lo guardò con curiosità poi aggiunse: "Ti aiuterò io, tranquillo."

"Per un po', ma prima o poi i nostri risparmi finiranno"

"Troverò un altro lavoro, ho fatto un buon gruzzoletto ora e se la serie va bene non sarà difficile trovare altro."

"Ne sei così sicuro? Conosci bene nostro padre, è capace di tutto"

Sergej sospirò con forza e riprese il telefono, nessuna traccia di Daniel. "Facciamo le cose con calma, adesso cerchiamo prima un appartamento, penso che a breve ci sfrateranno..."

Suo fratello annuì e poi entrambi, con mille pensieri e preoccupazioni, andarono via.

"Ma Maxi?" Chiese alla fine Sergej con un sorriso.

"Solo se mi dici chi frequenti tu!" E gli fece l'occhiolino.

È stato un colpo di fulmineWhere stories live. Discover now