Deadly cold

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*attenzione in questo capitolo è presente violenza in varie forme, sia fisica che sessuale.

La relazione tra Vegas e Pete sembrava proseguire senza particolari problemi e questo aveva sollevato quel peso che Porsche aveva avuto per mesi sul proprio petto, si fidava ciecamente del suo amico e sapeva che era capace di predere delle buone decisioni da solo, tuttavia non aveva potuto evitare di preoccuparsi quando lo aveva visto tornare devastato nel corpo e nell'animo e pur sapendo quanto disperato fosse stato l'ex capo della famiglia secondaria nel offrire il proprio aiuto pur di ottenere una piccola opportunità di vederlo, era normale che fosse irrequieto, temendo che la storia avrebbe potuto ripetersi. Fortunatamente però il cugino di Kinn aveva fatto del suo meglio per aprirsi e dimostrare quanto più apertamente possibile il profondo amore che nutriva nei confronti dell'ex guardia del corpo, per questo era contento di aver assecondato la richiesta di Vegas quel giorno, mentre osservava il luminoso sorriso di Pete, mitigato dalle luci soffuse del locale di Yok: «Ti vedo felice, uh?» ammiccò maliziosamente, ottenendo in risposta una fragorosa risata: «Certo che lo sono, senza offesa ma credo di essermi preso il più sexy della famiglia» l'attuale capo della famiglia secondaria fece una smorfia fintamente offeso: «Certo, Vegas non è male ma Kinn...» si morse il labbro inferiore trattenendo un sospiro, già, aveva ricordato per l'ennesima volta il tentativo del proprio ragazzo di convincerlo a rimanere a letto ed era stato sul punto di cedere quando un messaggio lo aveva salvato dalla sensuale trappola dell'uomo che amava.

«Porsche, dannazione, non pensare a cose sconce qui. Non ho bisogno di sapere quello che tu e Kinn fate a letto» storse il naso il ragazzo dalla pelle candida, facendo scivolare la propria lingua lungo il bordo del bicchiare, prima di prendere un sorso del liquido ambrato al suo interno: «Scusa, scusa » ridacchiò l'altro spiacente mettendo le mani avanti: «Comunque, tutto ok con Macau?» «Si, in realtà pensavo che all'inizio sarebbe stato restio ad accettare la mia presenza, ma invece mi ha accolto a braccia aperte, ha detto che è grato che io mi prenda cura di suo fratello. Sai, è davvero dolce» «Deve essere una cosa tipica dei fratelli minori, guarda Porchay» quasi gli vennero gli occhi a cuoricino mentre parlava di quanto fosse gentile e adorabile il suo amato fratellino e Pete, mordendosi la lingua, si chiese se avrebbe dovuto dirgli o meno di come l'ultima volta che era uscito a fare spesa nel negozietto vicino alla scuola di Porchay il ragazzo litigare con Khun Kim, sembrava piuttosto rabbioso nonostante la sua solita natura gioviale ed era piuttosto sicuro di aver captato qualcosa del tipo che il maggiore dei Theerapanyakun aveva giocato con i suoi sentimenti, poi però scosse la testa dicendosi che era meglio di no, non voleva creare l'opportunità per un omicidio.

I due trascorserlo la serata bevendo, non abbastanza per perdere la ragione, solo il necessario per soddisfare il loro sfizio e rilassarsi in maniera leggera, parlando delle loro vite amorose, delle loro routine di allenamento o semplicemente delle ultime serie che avevano deciso di seguire, cose insomma abbastanza normali, considerando il tipo di vita che conducevano in qualità di membri attivi nel mondo della mafia. Sarebbe andato tutto bene se non fosse stato per lo squillo acuto del cellulare di Pete che lo avvisava di un messaggio in arrivo, appena la notifica apparve sul suo display corrucciò le sopracciglia nel rendersi conto che il mittente era uno sconosciuto, ma la sua espressione mutò velocemente quando premette sul video che gli era stato inoltrato: gli occhi si fecero scuri e gelidi, le labbra strette in una linea impercettibile che dava vita ad un aspetto imperturbabile, tradito dalla mascella tanto contratta che la pelle del suo collo pareva sul punto di scoppiare assieme all'arteria che pulsava violentemente a segnalare tutta la rovente ira che aveva infiammato il suo animo. L'altro preoccupato gli chiese cosa stesse succedendo e un ringhio fu tutto quello che ottenne prima di vedere ciò che aveva scatenato la bestia che solitamente si nascondeva sotto adorabili sembianze nell'amico: «Hay Pete, senti-» un altro bestiale ringhio, cupo e terrificante sfuggì alle labbra dell'uomo davanti a lui: «Non preoccuparti Porsche, è una cosa che posso risolvere tranquillamente da solo. Ora scusami» se ne andò velocemente pagando il conto per entrambi e con le dita che prudevano terribilmente, con il pressante desiderio di stringersi attorno alla propria pistola, ma doveva rimanere lucido o avrebbe davvero ucciso qualcuno di innocente.

Geheena •|VegasPete|•Where stories live. Discover now