18- «Solo un secondo di più»

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E che la situazione non fosse del tutto tranquilla, lo aveva percepito anche
Hoseok che non aveva potuto fare a meno di intervallare lo sguardo tra quei due. Jimin aveva qualcosa, non gli stava dicendo tua la verità. E poi, dai, chi vogliamo prendere in giro? Era a perfetta conoscenza dell'esistenza di quel biglietto aereo.

«Vorresti qualcosa? Papà può passare a comprare qualcosa da mangiare prima di venire» Jimin lanciò per l'ennesima volta un'occhiata al biglietto appoggiato accanto alle spazzole e ai trucchi. Sospirò pesantemente, si portò una mano al volto e subito dovette discostarla, rimproverato dalla truccatrice
«E che sorpresa sia, allora. Ti voglio bene, piccola mia. Ci risentiamo prima della partenza»

Yoongi spense la chiamata, infilò il cellulare nella tasca della giacca e incrociò lo sguardo con Jimin. Abbozzò un sorriso e si diresse da lui senza mezzi termini. Ormai le cose erano ben chiare.
Tra qualche secondo avrebbe saputo se la sua vita sarebbe cambiata per sempre.

Ne ebbe forti dubbi, osservando la linea piatta delle labbra di Jimin «Stai per andare» e soprattutto quando lo sentì sottolineare che solo lui stesse per partire. Notò il biglietto posto lì accanto, un po' abbandonato a sé stesso, come se non ci fossero speranze che potesse essere utilizzato. 

Yoongi a quel punto annuì con rassegnazione. Che Jimin avesse preso la sua di decisione? «È tutto pronto. A momenti dovrebbe arrivare il taxi per accompagnarmi in aeroporto» rispose e quasi si pentì di aver detto a Jimin che se mai avesse deciso di non partire con lui, non avrebbe voluto nessun annuncio. Gli aveva detto che avrebbe capito con uno sguardo...non pensava potesse essere così difficile il rimanere anche solo con quel piccolo e minuscolo dubbio non chiarito da una risposta secca.

«Bene» asserì Jimin, cos'altro avrebbe dovuto aggiungere? I suoi ragionamenti li aveva fatti. Erano stati tre giorni intensi per la sua psiche. Non si trattava di apporre una banale scelta, tantomeno giocare ad un videogioco di sopravvivenza. Quella, diavolo, era la vita reale e ogni passo avrebbe potuto stravolgere la vita di Jimin. Restare nella proprio comfort zone, sapete? Invece di rischiare tutto.

«L'hai portato qui con te» osservò Yoongi, nella speranza che Jimin aggiungesse qualcos'altro. Eppure l'altro non osava neanche guardarlo. Lo faceva a tratti, con imbarazzo ed un filo di senso di colpa. Non avrebbe voluto trovarsi in quella situazione. Ma era lì e doveva affrontarla «Già, volevo pensare fino all'ultimo»

E per quanto, almeno inizialmente, quella frase sembrò dare speranza a Yoongi, nel segno che Jimin avesse preso sul serio la sua proposta, poi realizzò di essere stato bellamente rifiutato «Non sembra che questo ti abbia portato da qualche parte» era andato tutto in fumo. Non era servito a niente. Accettare un lavoro fuori paese, volare in Giappone, allontanarsi da casa, tentare l'impossibile. Si era completamente volatilizzato ogni sentore di felicità futura.

Jimin boccheggiò un istante «Io-» provò a parlare ma non sapeva veramente cosa dire. Come comportarsi. Yoongi era sempre stato tutto ciò che aveva sempre voluto. Un desiderio che mai si sarebbe estinto. Ma Hoseok...si era impegnato così tanto con lui. Era veramente giusto lasciarlo così?

Yoongi vedendolo in evidente difficoltà, provò a rassicurarlo, per quanto non stesse bene. Forse si era fin troppo illuso che tutto potesse accadere esattamente come la sua testa se lo era immaginato «Ho capito. Tranquillo, te lo avevo detto che non sarebbero serviti manifesti di alcun tipo. È tutto chiaro» districò le braccia e le allungò davanti a sé e poi chiese il permesso «Posso salutarti?»

«Certo» rispose con un filo di voce Jimin, ormai le corde vocali così dure in gola da non voler vibrare. Si alzò tremante e piano le braccia di Yoongi gli circondarono i fianchi e le mani si poggiarono piano sulla sua schiena. Così come il volto andò ad imprimersi contro il lato della testa di Jimin. I capelli del più piccolo gli ricoprirono il naso e sprigionarono tutto il loro buon odore. 

Entrambi sentirono una pesante stretta sul cuore.
Non era possibile che stesse finendo tutto così. Ne erano increduli anche loro. 

Yoongi persisteva nel tenerlo a sé, come per dar il tempo all'altro di dirgli un grande e grosso "sì". Puoi ancora decidere. Sono ancora qua. Non è scaduto il tempo. Avrebbe voluto sussurrargli questo eppure l'unica cosa che fece fu il rafforzare la presa per un secondo, quando percepì il battito veloce del cuore di Jimin «Solo un secondo di più» sbiascicò a voce bassa, percependo tutto il mondo attorno a sé crollare.

Aveva perso Jimin.

Era definitivo.

Anche quando dovettero separarsi e fecero incontrare le loro iridi bagnate, Jimin se ne stette zitto, mordendosi l'interno guancia e bloccando il tremore delle mani. Yoongi gli pizzicò giocosamente il naso. Forse era da stupidi cercare di risollevare la situazione, ma vi provò comunque «Vivi serenamente da oggi in poi. È tutto quello che ti chiedo»

Sapeva di essere tornato nel momento forse meno adatto. Stravolgergli la vita, rimescolargliela, non era stata la migliore scelta in assoluto. Tutte cose che molto probabilmente avrebbe dovuto far prima di quel momento. Era colpa sua. Lo pensava e ne era certo. Era sempre stato pessimo con le tempistiche ed anche quella volta non aveva azzeccato il frangente giusto.

Jimin continuò a mantenere le labbra sigillate.

Non riusciva a parlare. O meglio, sapeva che se lo avesse fatto, sarebbe esploso. No, zitto. Taci, resta muto. Si ripeteva.

E così Yoongi, trovandosi di fronte un muro invalicabile, fece dietro front. Prese la sua valigia, portata dietro da quella mattina, andò verso Hoseok, poco distante da lì che all'improvviso aveva preso a far finta di guardare le foto scattate nella macchinetta. Yoongi gli consegnò gli ultimi documenti «Questi sono gli ultimi fogli mancanti» 

«Grazie, sei sempre puntuale» lo ringraziò Hoseok con un cenno del capo, afferrandoli subito dopo.

Yoongi si accorse di star acquisendo la  capacità di smorzare le atmosfere tese con una battuta quando diede due pacche sulla spalla di Hoseok ed asserì «Mi aspetto una recensione a cinque stelle allora»

Hoseok capì certamente le sue buone intenzioni, però volle essere sincero con il suo avvocato. Probabilmente quella sarebbe stata l'ultima volta che l'avrebbe visto «Mi dispiace averti conosciuto in certe circostanze. Avremmo potuto essere amici» riconosceva un buon animo in Yoongi e la cosa era reciproca. In fondo si erano conosciuti solo in circostanze sbagliate «Hai ragione, chi lo sa» rifletté Yoongi, poi sorrise «Forse però sei mio amico già solo per il fatto che proteggi la persona che amo»

Lanciò una veloce occhiata a Jimin che li osservava silenziosamente. L'unghia del pollice stretta tra i denti che minacciavano di spezzarla.

Hoseok sospirò «È una situazione pesante per tutti» ammise e Yoongi non poté che essere d'accordo. Per quanto cercassero di non alzare un polverone, di non cadere in stupidi litigi, l'aria tesa si era sentita sin da subito «Sì alleggerirà molto presto» asserì Yoongi. Si leccò le labbra secche, la salivazione stentava ad essere presente e poi disse ciò che più gli pesò «Penso proprio che abbia scelto te» 

Si leggeva tristezza sul volto di Yoongi, ma il suo essere professionale lo portò a stringere la mano di Hoseok «È stato un piacere»

Il ragazzo annuì «Anche per me» Per quanto apparentemente Jimin lo avesse scelto, non riuscì ad essere felice. Qualcosa stonava, qualcosa non funzionava.

Il cuore di Jimin non era lì con lui.

E Hoseok lo capì quando, dopo che Yoongi uscì dallo studio, le guance di Jimin vennero investite da un fiume di lacrime.

Angolo della parlantina:

Eccoci qui! Premessa, non parlerò oggi per commentare il capitolo, bensì mi riservo a domani perché ci sarà un doppio aggiornamento! Quindi domani mi raccomando non perdete il seguito di questo capitolo. Un bacio grande ♥

ILY_Ely ♥

𝙁𝙊𝙇𝙇𝙊𝙒 𝙔𝙊𝙐𝙍 𝙃𝙀𝘼𝙍𝙏 // ʰᵒᵖᵉᵐⁱⁿ - ʸᵒᵒⁿᵐⁱⁿWhere stories live. Discover now