CAPITOLO DECIMO

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Domenica mattina.
Stavamo facendo colazione tutti insieme (io, Maria, Max, Claudio e Giulia), mi chiama Sarah, rispondo e finiamo di parlare una decina di minuti dopo. Non le dico nulla della discussione con Giulia per non farla preoccupare. Quando torno a tavola, Claudio si alza e mi prende per un orecchio dicendomi: <<Il telefono a tavola non si usa! Chi te l'ha insegnato? Eh? Maleducata!!!>> e mi da uno schiaffo sulla guancia, talmente forte da farmi uscire il sangue dalla bocca. Corsi in bagno, mi sciacquai la bocca un paio di volte e, tenendo la testa bassa, ritornai a tavola. Max e Maria mi guardavano preoccupati e, con lo sguardo, mi chiedevano se stavo bene. Lui mangiava, senza pensare a quello che aveva appena fatto. Che porco!
Poco dopo andai a lavarmi, mi vestii e andai a prendere una boccata d'aria in giardino. Li odiavo! Stavo male con loro. Me ne volevo andare. Quando rientrai, Claudio mi prese per un braccio e cominció a dirmi di tutto . Parole a mai finire! E perché poi? Perché ero "uscita in giardino" senza dirglielo. Non ce la facevo più! Era ancora una settimana che stavo con loro e già non mi potevano vedere. Quando finì di farmi schiaffi, di tirarmi le orecchie e di dirmi di tutto e di più, corsi in camera, piena di segni rossi e lividi, con le guance rosse rigate dalle lacrime e dalle dita di Claudio, mi disteso sul letto e decisi di parlarne con Sarah. Non ne potevo più. Ogni giorno che passava, l'incubo peggiorava. Giulia e Claudio, col passare del tempo, mi giudicavano e mi alzavano le mani sempre di più.
Non mi aspettavo di arrivare fino a questo punto, ovvero di pensare che se mi fossi rimasta nella casa-famiglia sarei stata meglio. Quanto mi mancavano i miei genitori!...
NON ERA LA VITA CHE VOLEVO!

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