CAPITOLO SESTO

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Claudio comincia a mettere le valigie nel porta-bagagli, Giulia saluta la direttrice e comincia ad entrare in macchina, saluto Chiara, Stefania e tutti i ragazzi dell'orfanotrofio e la direttrice.
Passarono due ore e arrivammo a casa. C'erano due bambini, un maschio che si chiamava Max, aveva 8 anni, e una femmina che si chiamava Maria, aveva 6 anni. La casa era molto grande: c'erano due bagni, uno al piano di sopra e uno al piano di sotto, la cucina era attaccata al salotto, dove c'era una TV gigantesca, 3 camere da letto e il ripostiglio. Le camere da letto erano al piano di sopra, il resto giù. La mia camera era bellissima. Tutta rosa e viola: le mura a strisce nere e rosa; il lettone con il copripiumino viola (era morbidissimo!); il comodino rosa accanto e l'armadio dall'altro lato del letto, tutto viola; poi c'era la scrivania di legno con una tovaglietta di stoffa viola. Il letto era a baldacchino, come piace a me, e il velo era bianco. La mia camera era la più bella. Passai il pomeriggio a sistemarmela e all'ora di cena scesi e mangiammo tutti insieme. Erano stati con me molto generosi, presi subito confidenza con i due bambini. Poi mi chiamó Sarah: <<Hey! Come va con la nuova famiglia?>> <<Benissimo! Con me sono molto affettuosi e poi ho adesso un fratello di 8 anni e una sorella di 6 anni, Max e Maria.>> <<Ho capito. Mi manchi tanto!>> <<Mi manchi tanto anche tu Sarah. Chissá come farò ora senza di te! >> <<Anche io! Ora devo andare e se hai bisogno chiamami che per te ci saró sempre, okay? Ti voglio bene Migliore amica!>> <<Anche io Best!>>
Quando finii di parlare con Sarah, andai a letto. Ero stanchissima ed ero anche stufa di cambiare ogni due per tre casa e sperai di restare lì per sempre, per lo meno!

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