10-The girl with the broken smile

Comenzar desde el principio
                                    

«No, è vero, non vado pazza per i fumetti.», dico ma la sua affermazione riesce a strapparmi un sorriso.

«Mmmh», dice, «Ti piace l'arte?»

Cos'è, un interrogatorio?

Alzo le spalle, come per dire sì perché no. Intanto, individuo le uscite di sicurezza: sono a pochi metri da noi.

Se cominciassi a correre piantandolo in asso senza un apparente motivo, Lucas penserebbe che sono pazza?

«C'è una mostra al MoMA questo fine settimana. Ho già i biglietti perché mio padre lavora nella sicurezza e se li è procurati... Credo proprio che dovremmo andarci, Bea...»

Non faccio in tempo a rispondergli, perché Tyler sta arrivando da noi, pronto a riscuotere la sua vittoria.

Ha un'andatura lenta e felina. Si scompiglia l'ammasso di riccioli biondi che gli ricade sugli occhi furbi, ma bui, pronti a divorare ogni cosa.

A quanto pare, non ho fatto in tempo a dileguarmi.

«Che si dice di bello, ragazzi?», commenta Mackenzie quando ci raggiunge, con tono di biasimo.

Nessuno di noi due risponde, così Tyler prende in mano la situazione e si rivolge a Lucas.

Gli fa un cenno del capo, indicando la parte opposta del campo. «Ti dispiace? Devo parlare con lei.»

Lucas guarda il punto prima indicato da Tyler e aggrotta la fronte: il suo amico gli ha appena fatto segno di sloggiare e lui non sembra averlo ancora realizzato.

Lucas lo fissa, interdetto. «Scusa...Che devi dirle?», chiede con tono basso.

Tyler rimane impassibile: ha il profilo di una specie di dio greco ma è irritante la sua sola presenza, pure se rimane zitto.

«Sarà una cosa breve. Te la riporto subito quando ho finito.»

Il fatto che parlino di me come se fossi un pacco postale mi da fastidio, e non poco.

Lucas prende un bel respiro e la sua espressione si distende.

«Non importa, Ty. Buona serata, ragazzi.», la voce di Lucas ha un tono che infonde intelligenza e superiorità...

«Ah, Bea...», Lucas mi fa un occhiolino, «Fammi sapere per sabato.», lui e Tyler si guardano con una leggera aria di sfida e io lascio cadere la provocazione maschile.

«Allora...», dice Tyler fisandomi con un sorrisetto impertinente, quando il suo amico se ne va.

È molto orgoglioso di aver vinto la scommessa ma non infierisce. «Andiamo un po' fuori, Evans?»

🐇💓💀

Esco in cortile, a passi svelti, seguita da Tyler.

Sento il nervosismo scorrermi su tutto il corpo, come se mi fossi bevuta dieci litri di caffè. Non posso credere di aver accettato questa stupida scommessa.

Tyler ha vinto, e ora mi tocca concedergli di parlarmi, anche se non so esattamente cosa mi voglia dire.

Io e lui non abbiamo niente in comune, non condividiamo nulla, se non la repulsione reciproca.

Se ci siamo sempre evitati, da tutta la vita a questa parte, ci sarà pure una ragione, o no?

Invece, ora si ostina a volermi parlare a tutti i costi ma è cristallino come l'acqua di un fiume che, nonostante gli sforzi compiuti finora, siamo destinati a vivere due vite parallele. È sempre stato così e continuerà a essere così.

CRUELDonde viven las historias. Descúbrelo ahora