48. Velocità di fuga.

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«Sono i fondatori del villaggio. I primi esiliati. Hanno imparato a procacciarsi il cibo e a sopravvivere quando questo luogo non era nient'altro che neve al sole. Hanno salvato chiunque si trovi qui e continuano a farlo senza arrendersi. Giorno dopo giorno esplorano i confini dell'universo adimensionale alla ricerca di una via di fuga e di una terra più accogliente. Me lo ha detto Mallek.»

Se ciò che mi aveva rivelato James fosse corrisposto a verità, significava che quei ragazzi dai lineamenti gentili avevano centinaia d'anni. Nonostante le apparenze, emanavano fiducia e un carisma senza paragoni. Erano coloro che conoscevano meglio quel luogo più di chiunque altro e avrebbero potuto sciogliere i miei dubbi. Quello perché nonostante fossero passati secoli non avevano perso la speranza per un futuro migliore. Non avevano smesso di combattere e non si sarebbero mai arresi. Proprio come noi.

Mossi un passo in avanti seguendo James, ma quando notai lui divenni improvvisamente nervosa.

Aveva una folta chioma cinerea e un'enorme cicatrice segnava il suo collo fin alla spalla sinistra rendendo impossibile non posargli gli occhi addosso. Quando incurvò la bocca il sangue mi si gelò nelle vene. Mi venne d'istinto nascondermi dietro la pila di pellicce.

Non sapevo chi fosse, ma il mio istinto mi diceva di fare attenzione.

Strattonai James. «Torniamo dagli altri. Non credo sia il momento adatto.» Il ragazzo capì senza bisogno di ulteriori spiegazioni, dileguandoci come fantasmi.

***

«Delaney, James, ma dove diavolo eravate finiti?» Sol ci accolse all'ingresso della capanna con un cipiglio sul volto scortandoci al suo interno. Mi pentì immediatamente di non averle detto nulla, ma era stato necessario.

«Siamo sempre stati insieme! Non ci siamo mai persi di vista! Non abbiamo trasgredito alle regole!» mio fratello tentò la strada dell'accondiscendenza, ma con scarsi risultati. Scossi il capo sorridendo a causa della sua purezza. Era sempre stato un ragazzo genuino e si meritava ogni bene, nonostante l'universo l'avesse tradito in così tanti modi.

«Non mi interessa, dovevate rimanere qui! Delaney sei ancora troppo debole e tu, James, ti-» la bloccai.

«Non c'entra nulla! È tutta colpa mia, sono io che volevo avere delle risposte e sono andata in piazza chiedendo se qualcuno dei limitanti sapesse usare i propri poteri. Lui mi ha riportata all'accampamento.» Sol spalancò le palpebre incredula. «Prima che tu possa rimproverarmi sappi che sono stata cauta! Non mi sono cacciata in nessun guaio!» La ragazza inspirò profondamente scrollando le spalle, mentre al nostro cospetto giunsero Lake e Mike ricoperti di segale.

«Chi sa usare i poteri?» intervenne lo scricciolo carica di aspettative e abbandonando i sacchi all'ingresso.

Nello stesso momento anche Colton e Christopher sopraggiunsero, avendo terminato il proprio turno di lavoro. Il primo si massaggiava i polsi, mentre ci informava dei progressi sulle sue capacità da viaggiatore. «Sono riuscito ad aprire un portale, mentre sistemavamo una tettoia. Diglielo, Chris!» Il nostro caposquadra replicò alle parole dell'amico.

«È durato solo qualche secondo, ma è riuscito a farcela. Vuol dire che è possibile fuggire da qui» ci comunicò telegrafico. I nostri occhi si scontrarono per un istante, durante il quale mi domandai cosa pensasse veramente. Se per lui valesse ancora la pena.

«E tu, Chris? Hai provato per caso a...» il ragazzo levò un angolo della bocca scuotendo il capo per diniego. Si allontanò quel tanto per non permettermi di scrutarlo, mentre si esprimeva.

«Sono completamente inutile.» Allungai una mano retraendola poco dopo sentendomi inadeguata.

«Lake! Ci sei riuscita! Come?» la mia attenzione venne monopolizzata dalla voce cristallina di Mike che abbandonò al suolo il sacco di segale guadagnato. La piccola viaggiatrice infilò una mano in un portale dalle medie dimensioni facendola comparire pochi centimetri più avanti.

TravellersWhere stories live. Discover now