35 - Non ha esitato

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Doveva esserci stato un addestramento a rendere certi comportamenti così metodici e istintivi. Francis credeva che Gloria fosse sul punto di trasformarsi lì, in mezzo alla folla, invece la ragazzina sgusciò via, facendosi strada tra la gente, per raggiungere un vicolo non lontano. Appena si trovò all'ombra dei cassonetti toccò il pod che aveva continuato a tenere tra le dita e indossò il costume da Ruby Atlanta.

Francis, appena vide cambiare la figura di Gloria capì che sarebbe stato lasciato indietro. Fino a quel momento aveva dato per scontato che sarebbe stato coinvolto qualunque cosa fosse successa, perché  era sempre stato al fianco di Sylvia e ormai avevano chiaro tutti e due che avrebbero affrontato tutto assieme. Non aveva però certamente un legame del genere con Gloria. Per un secondo fu tentato di lasciarla andare, lasciarle fare quello che faceva sempre senza impicciarsi. Aveva paura per sé e aveva paura di rompere un equilibrio che, in un modo o nell'altro, aveva tenuto in vita lei e White Bishop fino a quel momento. Un moto d'orgoglio però lo convinse che quella era una pessima idea e lo fece vergognare di averla valutata. «Portami con te.» disse alla maghetta rossa, fermandola un momento prima che balzasse via.

«Mi rallenterai e non servirai a niente.» fece lei, il volto deformato dalla rabbia. Quello che si erano detti fino a quel momento non contava già più.

«Non è vero e lo sai.»

Era evidente che per Gloria contraddire il prossimo era sempre la prima risposta. Puntò i piedi portando sulla lingua una battuta velenosa, ma lì si bloccò. Impossibile capire cosa passasse per la sua testa, nello spazio di quel secondo di silenzio cambiò repentinamente idea. «Va bene.» ammise «Ma viaggiamo come dico io»

Ruby Atlanta dava a vedere di essere la più forte del gruppo, i larghi bracciali intorno ai polsi, che sostituivano lo scettro, suggerivano che contava sulla fisicità più di ogni altra maghetta. Prese Francis e lo sollevò come fosse stato un pupazzo, tenendolo in braccio mentre cominciava a saltare. Non volava, quella sembrava una caratteristica che solo Golden Mariposa aveva sviluppato, però con un balzo poteva salire in cielo anche per decine di metri e poi planare giù senza farsi niente. Francis non poteva calcolare se quei balzi fossero limitati dal fatto che lo stesse portando in braccio, ma in meno di cinque salti furono di ritorno a casa. Individuare il loro palazzo fu semplice perché all'altezza della loro finestra c'era un buco scuro, segno di una grossa esplosione. Dal buco, come ragni disturbati nel loro nido, un continuo sciame di fantocci usciva, si arrampicava in alto e raggiungeva il tetto. Qui, però, inesorabilmente, andavano tutti distrutti, perché Golden Mariposa, perfettamente al centro dello stesso tetto, li bersagliava col suo scettro. I fantocci erano molti e avevano l'intelligenza di prendere ognuno una direzione diversa, così veloci da circondare la maghetta gialla, ma nonostante questo Arianne riusciva ad abbatterli tutti, sebbene questo sembrava bloccarla in quella posizione.

Francis vedeva tutta la scena molto bene perché Gloria aveva deciso di fermarsi su un palazzo più alto. Purtroppo vedeva anche come la posizione di stallo non stesse favorendo nessuno.

«White Bishop non riuscirà mai a sconfiggerla così, cosa sta cercando di fare?» chiese Gloria.

Francis ripensò al racconto di Sylvia e Emerald Pulse. «La sta tenendo occupata! Temo che Azure Foxtrot voglia cercare di coglierla alle spalle!» Poteva essere che avessero elaborato quella strategia in sua assenza e che avessero deciso che l'attacco a sorpresa di Golden Mariposa fosse una buona occasione per metterlo in pratica.

«Dobbiamo andare più vicino!» disse Ruby Atlanta. Riprese Francis in braccio e spiccò altri due salti. Francis, intanto, stava fissando gli occhi sulla maghetta gialla che continuava a lanciare i suo dardi di energia con cui vaporizzava i fantocci di White Bishop. C'era qualcosa che non andava nel suo comportamento, il modo in cui colpiva sistematicamente i nemici sembrava il ticchettare di un orologio. Francis aveva passato una vita a classificare, analizzare e giudicare i comportamenti di persone che non volevano far sapere cosa provavano e se aveva capito qualcosa del profilo di Arianne era che non c'era niente, in lei, che potesse ricordare un orologio. «E' possibile» chiese, mentre atterravano su un edificio più vicino «che non sia lei?»

«Quello è il potere di Golden Mariposa, certamente! Cosa stai dicendo?»

«C'è qualcosa di sbagliato!» La caratteristica principale di Golden Mariposa era colpire dalla distanza, ormai lo aveva capito dopo averla vista combattere diverse volte. Ma quanto era questa distanza? Dopotutto tutte le maghette in un modo o nell'altro lanciavano ondate di energie. Provò a guardare oltre il tetto dove si stava combattendo, provò a guardare diversi tetti, favorito dal fatto che nuovamente si trovavano in un punto elevato. Gli sembrò di notare un movimento, qualcosa meno di un movimento, su un palazzo lontano. «Là!» indicò sbracciandosi. «Cosa c'è là?»

Ruby Atlanta guardò a sua volta, chiese alla sua magia di farle vedere di più. Dopo un paio di secondi i suoi occhi misero a fuoco. «Golden Mariposa è... anche là!» gridò. La voce che le si rompeva, perché capiva che stava succedendo qualcosa di brutto.

«Come fa a essere anche là? E' possibile che una maghetta generi un'illusione?»

«Non... non ho mai visto niente di simile. Ma poi cosa ci fa là? Che senso ha?»

«Sta aspettando che Azure Foxtrot attacchi!»

In quel momento la videro, la scia azzurra di Azure Foxtrot che si lanciava verso il tetto, verso la finta Golden Mariposa alle prese con i fantocci di White Bishop. Il potere che poteva chiedere al pod verde di Emerald Pulse non era abbastanza vasto da concederle la completa invisibilità, ma l'aiutava a rendersi più silenziosa per un assalto alle spalle. 

I tempi erano così stretti che probabilmente Ruby Atlanta nemmeno si accorse di aver preso una decisione, spiccò semplicemente un balzo chiedendo alla magia la massima velocità possibile, scia rossa contro scia azzurra. Colpì Azure Foxtrot mentre quella stava già scivolando sul tetto del palazzo, prossima ad attaccare. L'impattò sbalzò via la maghetta blu in un'alta parabola che l'avrebbe fatta atterrare lontano. Quasi nello stesso tempo, dal punto in cui si trovava la vera Golden Mariposa scaturì una fitta pioggia di energia così intensa da accecare tutto e tutti. I fantocci di White Bishop si dissolsero, la finta Golden Mariposa andò in frantumi, il tetto intero del palazzo durò pochissimo e poi si squassò e andò in pezzi, crollando, affondando nel piano inferiore, interi lastroni che scivolavano oltre i bordi della struttura e precipitavano al suolo.

Ruby Atlanta era da qualche parte lì in mezzo, impossibile capire dove.

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