And when i sleep i'm gonna dream of how you tasted - Larry

Introducing

[Trigger warning - violenza e bullismo]       

"Basta! V-vi prego. Smettetela!" Harry urlò agonizzante mentre le forze cominciavano ad abbandonarlo. Attraverso gli occhi, ridotti a fessure per quanto fossero gonfi, scorse il ghigno del castano che lo torreggiava

"Fermati!"

Harry si svegliò di scatto, madido di sudore, col cuore che correva talmente tanto veloce che lo sentiva rimbombare nelle orecchie. Merda. Con una mano si scostò dalla fronte i ricci bagnati, cercando un po' di sollievo al contatto della sua pelle umida con l'aria che filtrava attraverso la finestra. Sospirò scostandosi le coperte di dosso e scese dal letto. Anche quella notte l'aveva passata in bianco, esausto dai continui incubi.

Pochi minuti dopo uscì in fretta di casa, massaggiando con una mano lo stomaco brontolante che reclamava nutrimento, quella mattina non aveva fatto in tempo a prepararsi qualcosa per colazione, e imboccò correndo la strada verso la stazione dei treni. Per fortuna era riuscito a racimolare abbastanza per comprarsi l'abbonamento annuale, che data la breve distanza non aveva cifre mostruose, gli aveva salvato la vita.

Raggiunse per un pelo il treno che lo avrebbe portato dall'altra parte di Londra, dove frequentava l'ultimo anno alla Seven Kings High School. Si sedette vicino a un finestrino rilasciando un pesante respiro di sollievo accasciandosi stanco sul piccolo sedile di plastica gialla. Guardò il paesaggio fuori dal treno cambiare man mano da periferia a centro città e non poté fare a meno di pensare a quanto fosse cambiata la sua vita nell'ultimo anno. Dal suo coming out a quando i suoi stessi genitori lo avevano gentilmente invitato ad uscire di casa, costringendolo a racimolare disperatamente un po' di soldi per permettersi il minuscolo appartamento in cui viveva attualmente.
Non che gli mancassero particolarmente. Suo padre, dopo la sua nascita, aveva preso a bere parecchio e le sue sfuriate erano sempre più frequenti. Era quasi certo che l'idea di cacciarlo di casa provenisse in realtà solo da lui, che nel corso della sua crescita non si era mai risparmiato nel far valere la sua opinione su quanto i capelli lunghi fossero da checca o come se il comportarsi da vero uomo avrebbe evitato ad Harry i pestaggi dai compagni.
Falso.

Chiuse gli occhi e sospirò, appannando il vetro freddo a cui era appoggiato. Scese dal treno dopo quei soliti trenta minuti di viaggio, facendosi strada sgomitando tra l'orda di gente che si era formata per salire e corse fuori dalla stazione stringendo forte la tracolla della cartella che portava sulla spalla. Il contenuto: un quaderno a righe, una matita, un burrocacao e un romanzo di André Aciman.

Una volta fuori, prese a noleggio una bicicletta e cominciò a pedalare verso scuola, stringendo i denti al vento freddo invernale che gli ghiacciava il viso, le orecchie e le mani. Dopo pochi minuti parcheggiò la bici vicino al muretto del giardino del grande edificio color mattone e si sedette sul prato beandosi di quei pochi minuti che lo separavano dall'inferno. Sí perché le superiori, lo sanno tutti, sono un vero e proprio buco nero per chi, la stoffa, non ce l'ha. É questione di essere preda o predatore e Harry, con l'animo gentile che lo contraddistingueva, cadeva facilmente vittima di quei ragazzi che, per stare in cima alla piramide sociale, preferivano sfogare le proprie frustrazioni sui piú deboli.

Forse in 'Mean Girls' un fondo di verità c'era davvero.

Con la coda dell'occhio notò quattro figure avvicinarsi e raccattò velocemente da terra il suo zaino con l'intenzione di scappare nella direzione opposta il più in fretta possibile. Fece in tempo a fare soltanto due passi che si sentì tirare bruscamente per il manico della tracolla, candendo a terra con un tonfo e un lamento roco. Aprì gli occhi che non si era reso conto di avere chiuso per istinto durante la caduta e fissò il ragazzo dagli occhi ambrati che lo aveva afferrato mentre cercava di rialzarsi con un briciolo di dignità.