2.5. scar tissue

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Song: Scar Tissue
[Red Hot Chili Peppers, 1999]

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Io e Porko eravamo in silenzio, nessuno dei due osava fiatare. Io mi tormentavo prima i jeans a vita bassa, ora l'orlo del mio top, poi la zip della mia felpa e infine le mie stesse mani. Per quanto ci provassi non riuscivo a stare ferma. L'ansia di avere Porko di fronte a me, dopo tutti quegli anni, mi stava divorando.

«Ti-» Lo sentii iniziare, ma si bloccò senza finire la frase. Portò gli avambracci sul tavolo e si sistemò sulla sedia, prendendo un grosso respiro.

«Ti vedo bene.»

Era un'osservazione semplice e scontata, a cui avrei potuto rispondere con un altrettanto semplice e scontato «anche io ti vedo bene». Tuttavia le parole si rifiutavano di uscire dalla mia bocca. La voce rimase bloccata in gola e solo dopo qualche istante riuscii a mormorare una risposta.

«Sì... insomma-» chinai il capo e serrai gli occhi, rendendomi conto che dalla mia bocca stavano uscendo parole senza senso.

Tornai a guardarlo e feci del mio meglio per forzare un sorriso «Sì infatti, sto bene. Anche te, ti vedo bene.»

Annuì silenzioso e cominciò a battere le dita sul tavolo in legno.

La tensione era palpabile e l'ansia tagliabile con un coltello.

«Allora... Cosa ci fai nella Silicon Valley? Insomma a parte il concerto.» Mi domandò dopo quello che percepii come il silenzio più lungo della mia vita.

Porko ora stava passando l'indice sul tavolo in legno, guardando in basso. Non lo vedevo da quindici anni, eppure sembrava come prima. Solo il viso presentava qualche segno dei suoi trentadue anni.
Provai una profonda e sofferta malinconia nel guardarlo.

«Mia cognata e sua figlia abitano qui, a Santa Clara. E sono andata con loro al concerto.»

«Con tua cognata intendi...»

Non continuò la frase. Al contrario, vidi i suoi occhi spostarsi sulle mie mani, ora che maneggiavano col bordo del tavolo.

«La sorella di mio marito, sì.» D'istinto nascosi la mano sinistra, stringendo con forza il mio anello nuziale.

Porko non disse nulla a riguardo, ma annuì solamente.

«Tu invece? Perché sei qui ad un concerto rap. Voglio dire, se me l'avessero detto anni fa che saresti andando ad un concerto rap, non ci avrei mai creduto.»

Riuscii a strappargli un mezzo sorriso, che tuttavia scomparve subito dopo insieme al mio.

«Infatti non ci sono andato da solo. Ho accompagnato il figlio di mia cugina.»

Un flash apparve nella mia testa, ma evitai di soffermarmici.

«Marie? Abita sempre a San Jose?» Chiesi conferma.

Un guizzo lo portò a guardarmi negli occhi. Non riuscii a darmene una spiegazione, se non quella che fosse stupito che io me ne ricordassi ancora.

«Sì, sempre col marito e col figlio, ora di diciassette anni. Tua nipote quanti anni ha invece?»

«Sedici. E li dimostra tutti.» Ridacchiai tra me e me.

Improvvisamente arrivò la barista a domandare a Porko se volesse ordinare qualcosa. Sembrava infastidita, forse perché Porko era seduto da un po' al tavolo con me e non aveva ancora ordinato nulla.

«Un whisky, grazie.»

La ragazza si allontanò ed io tornai a Porko, cercando la forza di mandare avanti la conversazione.

𝐌𝐓𝐕 «Porko x Reader»Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora