"Appoggiati a me e ad Isaac, va bene? Ti portiamo noi, devi darci solo una mano ad alzarti, poi ti portiamo noi." 

Il biondo, già al suo fianco, sostiene Cora dalla parte opposta e, finalmente, riescono a rimetterla in piedi. Non ha forze per tenersi da sola, quindi la sollevano, accompagnandola fino all'auto, per fortuna già arrivata. Stiles si siede al suo fianco, tenendole la mano stretta e chiedendo all'autista di correre il più veloce possibile verso l'ospedale più vicino. 

PEr tutto il breve viaggio, Stiles continua a rassicurare la ragazza, che non smette di piangere. 

"Il mio bimbo! Io non voglio che muoia!" dice tra le lacrime e i dolori. 

"Il tuo bimbo è sicuramente fortissimo, Cora. Ma tu devi essere più forte di lui e noi cercheremo di tenerlo dentro e di farlo uscire tra due mesi, okay? Vedi? Siamo arrivati, ora ci prenderemo cura di te e di...?" 

"Di-di Roberto. Co-come papà." 

"Perfetto!" le sorride Stiles, nello stesso moemnto in cui apre la portiera e chiama subito una barella. Non si stacca da Cora nemmeno un attimo. 

Il medico di turno gli si avvicina subito, sicuramente per dirgli che non può entrare, ma Stiles lo interrompe. 

"Sofferenza prenatale. Temo un distacco della placenta dovuto a preeclampsia. Ha piedi e mani gonfie, pressione arteriosa alta e inizio di sanguinamento."

"Lei chi è?" chiede il medico. 

Stiles lo guarda male, ma risponde subito. 

"Sono il dottor Stilinski, da domani comincio il mio lavoro qui come primario del reparto di chirurgia prenatale. Ha altre domande o possiamo aiutare la paziente e suo figlio?" 

L'uomo, senza neppure rispondere, si mette al fianco della barella, spingendola verso l'interno, affiancando Stiles. 



Tre ore dopo, Stiles esce dalla sala operatoria, togliendosi la cuffietta e respirando a pieni polmoni. Vero che tornare a casa gli aveva messo un po' di agitazione, ma non credeva di dover affrontare questo tipo di ritorno. 

"Eccolo!" sente esclamare e si gira verso la sala d'attesa, dove Scott lo sta indicando. Vede un uomo alzarsi e andargli in contro. 

"Sono Derek Hale, fratello di Cora e Sceriffo. Come stanno?" chiede l'uomo, tutto d'un fiato. 

Stiles accenna un sorriso, per rassicurarlo. 

"Cora non si era accorta di avere un patologia che spesso hanno le donne in gravidanza e che, purtroppo, a volte si manifesta tutto di un colpo. Ha avuto un picco di pressione arteriosa che ha provocato un parziale distacco della placenta. Per fortuna anche minimo. Lei ora sta bene, è ancora sotto shock, ma i parametri sono buoni. Anche il piccolo sta benone, il suo cuore ha solo fatto qualche balzo di troppo, ma non avrà nessuna conseguenza. Dovrà assumere qualche medicina ma, soprattutto, non dovrà muoversi dal letto fino alla fine della gravidanza. Riposo assoluto, signor Hale." 

Lo sceriffo annuisce e Stiles percepisce nettamente le sue spalle abbassarsi e rilassarsi, così come le proprie. 

"Posso vederla?" chiede. 

Stiles gli sorride ancora. "Sì, ma per pochi minuti. ha bisogno di dormire e riprendersi dallo spavento. La stanno portando in reparto, può andare lì." 

"sì, certo" annuisce. "Scott mi ha raccontato tutto. Non so come ringraziarla. Sporgerò personalmente denuncia verso il servizio di primo soccorso, per il ritardo. Se non ci fosse stato lei, non so..." 

Stiles vede nettament eil dolore nei suoi occhi. E' un dolore che riconosce, una ferita profonda che ferma il fiato.

"Non deve ringraziarmi. Per me è lavoro e dedizione. Anche lei aiuta gli altri, nella sua maniera, quindi capsice cosa intendo." 

L'uomo annuisce ancora. "Sì, ma lei ha salvato la vita di mia sorella e di mio nipote, e dire grazie è il minimo che posso fare. Le auguro una buona serata, dottore." 

Stiles lo vede allontanarsi, poi raggiunge Scott che se en sta seduto. 

"Che ritorno, fratello" gli dice, avvolgendogli le spalle con un braccio. Stiles si lascia stringere e coccolare. 

Se ne sta un po' in silenzio, poi sbuffa una risata. 

"Cosa c'è?" chiede Scott. 

"Quindi quello lì è il sostituto di papà? Il nuovo sceriffo?" chiede. 

Anche se non lo vede, può sentire Scott alzare gli occhi al cielo. 

"Ti sei preso una cotta, vero?" 

Stiles ride. "Ha gli occhi verdi, è muscoloso, è alto, ha un culo da urlo. E' umanamente possibile non prendersi una cotta? Papà non me l'aveva descritto così!" 

"Tuo padre non è un trentacinquenne gay che non scopa da mesi!" 




"Dottor Stilinski!" 

Stiles si volta verso la corsia dei surgelati, sentendosi chiamare. Lì, a metà tra i piselli e le vaschette di gelato, in piedi, con tutta la sua magnificenza, c'è lo sceriffo Hale. 

"Salve, Sceriffo!" dice, facendo qualche passo per avvicinarsi. 

"Buon pomeriggio, dottore" saluta l'altro. 

"Solo Stiles, per piacere" dice, con tono lamentoso. Odia quando le persona sono così formali. 

"Allora io sono solo Derek" sorride laltro. 

"Come sta Cora? L'hai legata al letto?" 

Derek ride. "Quasi. Si lamenta perché si annoia, ma sta bene e sa che è per il loro bene. Tu come stai? Com'è andata la prima settimana qui?" 

"Scott?" chiede Stiles, sorridendo. 

"Mentre eri in sala operatoria, mi ha raccontato che sei stato fuori dieci anni, tra college e specializzazione e che ora sei qui in pianta stabile." 

"Esattamente. Beacon Hills è diversa dalla frenetica New York, ma è casa e qui ho la mia famiglia e i miei ricordi. Devo solo riprenderci l'abitudine." 

"Ci si abitua presto a casa" risponde l'altro. "Anche io vivevo qui da piccolo, poi sono stato a New York fino a sei anni fa, quando ho iniziato a lavorare con tuo padre" racconta. 

"Non mi ricordo di te" risponde pensieroso Stiles. 

"Non puoi. Avevi dieci anni quando sono andato via. Io ne avevo quindici e la mia casa era appena andata in fiamme." 

Ecco cos'era quel dolore che Stiles aveva riconosciuto. Ed ecco chi è Derek Hale. 

"Ti sbagli" dice. "Mi ricordo di te, ero con papà quella notte. Mamma era morta due giorni prima e lui è stato chiamato. Mi ha portato in centrale e tu eri già lì, tutto sporco di cenere e con lo sguardo perso." 

"Ti ricordi?" Derek ha l'espressione attonita. 

Stiles annuisce. "Se mi ricordo che quando mi sono seduto affianco a te mi hai spinto via? Certo che lo ricordo!" e fa un occhiolino, per stemperare la tensione e, per fortuna, anche Derek sorride. 

"Allora" dice l'uomo, "Posso ringraziarti per mia sorella e chiederti scusa per averti spinto, invitandoti a cena? Domani sera, magari?" 

Stiles ride, scuotendo la testa. "Non hai bisogno di scusarti e nemmeno di ringraziarmi, ma accetto volentieri." 





La parola era "TAXI". 

365 Sterek (2021) vol.1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora