04-we're building this up... to burn it down

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«Cassie, perché sei ancora qui? smettila di fare la sottona del cazzo», dice Bea dopo un po', «Vai lì e spaccagli il culo.»

Credo di essere arrossita, avverto del calore sulle guance.

«Non so ragazze, non so se ci andrò.»

Arya stringe i quaderni contro il petto, ha un maglioncino celeste, senza ricami, molto classico, e un paio di orecchini di perla: sembra una che sta per entrare in parrocchia.

«Vedrai che sarà come te l'eri immaginato», dice Arya, «Non preoccuparti, e per qualsiasi cosa scrivici, noi accorreremo.»

«Ho un brutto presentimento», mormoro.

I miei brutti presentimenti potrebbero essere solo delle insicurezze che ho con il mio corpo, ma non oso sottolinearlo.

Quando parlo male del mio fisico, Arya comincia a elencarmi i particolari del mio aspetto che ama, invece Bea, per solidarietà, commenta le parti del suo corpo che la disgustano, come i fianchi stretti, e poi aggiunge sempre che nessuna si vedrà mai perfetta perché noi ragazze siamo molto pignole.

Vabbè.

«Cassie», dice Bea, «Di cosa hai paura? Se non ti piace, lo lasci perdere e fine della storia, che sarà mai? Potrai tornare indietro, da questa cazzata. Non gli hai mica mandato delle foto di te nuda...»

Rido, in preda a una crisi di nervi.

Bea mi fissa, sconcertata.

La mascella che gli si sta quasi per staccare e cadere a terra.

«Cassie porca di quella troia! Non si manda la foto della paperella agli sconosciuti!»

Deglutisco, respiro, guardo per terra, mi gratto la testa. «C'erano anche quelle delle tette», mormoro.

Il suo acuto mi trapassa le orecchie. «Cassie!», esclama, «Dimmi chi ti fornisce internet, che vado a denunciarlo.»

«Dai, non è una tragedia», interviene Arya, «Chi è che non ha mai mandato delle foto di nudo integrale a un ragazzo? Siamo nel 2022...»

«Non intendo dire che non bisogna scambiarsi nudi», sottolinea Bea alterata, «Ma come ogni cosa, va fatta con moderazione e criterio e...»

I bisbìgli e il vociare nel corridoio cessano all'improvviso, le persone si ammutoliscono e si radunano vicino gli armadietti, lasciando lo spazio libero in mezzo.

Tyler Mackenzie si trascina con lo zaino in spalla, il portamento di un morto di sonno; i capelli color sabbia ondulati che gli ricadono sugli occhi color nocciola, ha un modo di scostarseli dalla fronte che ti fa venire voglia di farlo per lui, ha un paio di ciglia a decorare quegli occhi stanchi e felini. La mascella stretta e un sorriso capace di far sciogliere qualsiasi ragazza come la creta nelle sue mani.

Però, è strafatto di prima mattina.

Tyler cammina per il corridoio indisturbato, un anellino alla narice, un paio di labbra sbeffeggianti, i serpenti tatuati sulla pelle che fuoriescono dalla canottiera, e arrivano fino alle clavicole, si arrampicano su quei pettorali definiti, le dita piene di anelli...

Un paio di pantaloni a vita bassa, e l'orlo dei boxer che si intravede sotto l'ombelico.

Tyler Mackenzie sembra essere stato scolpito da Michelangelo in persona, e non c'è da stupirsi se tutte le ragazze lo fissano con gli occhi fuori dalle orbite.

«È arrivato Sua Maestà», commenta Bea incrociando le braccia, annoiata, «Che faccia da schiaffi.»

Arya le fa' segno di tacere: è meglio non inimicarsi certe persone, specialmente dopo solo una settimana che è ricominciata la scuola.

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