Gli Ovunque

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Tea rifletté su quelle parole e le si accese una lampadina. Tra batacchi e pozioni aveva quasi dimenticato il motivo per cui era andata a trovare lo zio. Decise che la strategia migliore sarebbe stata quella di sferrare un attacco verbale diretto:
«Se si può andare in tutti gli ovunque che esistono questo vuol dire che potrei andare, giusto per fare un esempio, nel Mondo Altro?» chiese Tea tutto d'un fiato.
Lo zio Gil, che nel frattempo si era arrampicato su una scaletta per prendere una boccetta in cui riporre la pozione salterina, barcollò pericolosamente. Riacquistato l'equilibrio si voltò a guardare Tea, molto lentamente. Dopo un lunghissimo silenzio, interrotto solo dal plin plin della pozione che filtrava dall'ampolla lo zio Gil chiese:
«Cosa ne sai tu del Mondo Altro?»
Tea, che in magia era un disastro, ma che in empatia era una campionessa, rispose cautamente: «Niente, assolutamente nulla, un fico secco, l'ignoranza più totale»
«Bene, ed è così che deve essere» approvò lo zio Gil che non aveva smesso di guardarla dritta negli occhi nemmeno per un secondo per scoprire se la nipote stesse dicendo il vero. Lo zio Gil però, al contrario di Tea, non sapeva nemmeno cosa significasse empatia. Rassicurato da quelle parole iniziò a scendere dalla scaletta ma fu fulminato da un'altra domanda.
«Allora, così giusto per ipotesi, dato che io sono all'oscuro di qualunque informazione sul Mondo Altro, dici che sarebbe possibile raggiungerlo utilizzando la tua pozione salterina?» insisté Tea.
Lo zio Gil scosse la testa ma non rispose.
«Forse non è poi un granché la tua pozione se c'è qualche ovunque dove non si può andare...» lo punzecchiò la nipote.
Lo zio Gil adesso era davvero arrabbiato.
«Ragazzina, prima mi svegli demolendo il mio portone e poi insulti la mia abilità nel realizzare pozioni sopraffine. Per tua informazione la pozione salterina contiene una magia potentissima. Sono l'unico in grado di realizzarla e può portarti davvero dappertutto, persino nel Mondo Altro!» affermò con fare altezzoso.
Tea nascose un guizzo di divertimento. Lo zio Gil le aveva appena fornito su un piatto d'argento la risposta che le serviva. E pensare che non gli aveva nemmeno detto che era andata lì proprio per quel motivo! Tea si accomodò su una vecchia poltrona di pelle macchiata, osservando lo zio intento a prelevare con grande cura la pozione salterina appena distillata. Attese che la pozione fosse al sicuro nella provetta appoggiata sul tavolo prima di chiedere:
«Dove vai di bello zio Gil?»
Lo zio Gil avvampò.
«Dove vado? Da nessuna parte, che domanda impertinente. Dove dovrei mai andare, perchè mi fa questa domanda?...» mormorò sempre più rosso.
«Così, credevo che dovessi andare in qualche ovunque con questa pozione a cui tieni tanto...» rispose Tea fingendo disinteresse.
Lo zio Gil si rilassò lentamente. Tea però era pronta a sferrare un altro attacco diretto.
«Tu ci sei mai stato nel Mondo Altro?»
«Assolutamente NO!» strillò lo zio Gil con uno dei suoi gridolini acuti. Che strano comportamento, pensò Tea. Doveva esserci sotto qualcosa che lo zio non voleva dirle.
«Scusa zio, non volevo farti arrabbiare. Ero solo curiosa. Sai, la zia Patrice sa così tante cose sul Mondo Altro che ero certa che tu, che sei un luminare esperto in pozioni salterine, probabilmente l'avevi addirittura visitato. Perdonami, a quanto pare era un pensiero errato» disse Tea alzando le spalle.
Tra zia Patrice e zio Gilberto non correva buon sangue e Tea lo sapeva bene.
«Tzè, Patrice. Dovevo sospettarlo che fosse stata lei a metterti certe idee balzane in testa! Quella lì è una contafrottole bada bene. Non  credere ad una sola parola di quello che ti dice»
«Nemmeno alla storia dei libri del Mondo Altro? Quella è vera giusto?» chiese Tea.
Zio Gilberto, esausto per quella conversazione, non rispose subito cercando di radunare i pensieri. Aveva il sentore che quella ragazzina lo stesse raggirando per ottenere delle informazioni, ma non ne era del tutto certo.
«Tea cara, non permettere alla zia Patrice di affascinarti con le sue storie. Non so che cosa ti abbia raccontato del Mondo Altro ma quello è un luogo terribile. Nessuna persona con un po' di sale in zucca andrebbe mai fin lì. E' l'unico ovunque che non vorrei esplorare per nessun motivo. Mi vengono i brividi al solo pensiero»
«Perchè zio? E' così brutto?»
«Brutto non è la parola giusta. E' un luogo pericoloso, agghiacciante. Non augurerei di andarci nemmeno al mio peggiore nemico!»
«E come lo sai se non ci sei mai stato?» chiese Tea.
Lo zio Gil dovette ammettere che come investigatrice sua nipote era un portento. Sospirò rumorosamente.
«Ebbene questa è una lunga storia. Ti va se te la racconto davanti ad una tazza di cioccofè? In cucina ci sono anche dei morbidotti gocciolosi che mi ha portato tuo padre ieri. Pare li abbia fatti la nonna Clotilde con la ricetta di un qualche ricettario famoso. Credo che tuo padre non volesse che tua madre li vedesse. Sai non corre buon sangue tra tua madre e Nonna Clotilde»
Tea annuì. Una lunga storia ed una tazza di cioccofè era per lei una combinazione irresistibile.
Zio Gil sigillò la provetta contenente la pozione salterina e se la mise in tasca. Appese il grembiule da laboratorio e gli occhialoni ad un gancio sbilenco e fece strada fuori dalla botola, verso la cucina.
La cucina di zio Gilberto era immacolata e in perfetto ordine, forse perchè non la usava mai.
Tea si accomodò su una robusta sedia di legno e lo zio le porse una tazza rossa in cui materializzò un profumatissimo cioccofè. Prese dalla credenza una tazza anche per lui e posò sul tavolo un vassoio straripante di morbidotti gocciolosi. Dopo qualche sorso di cioccofè e qualche morso di morbidotto, lo zio Gil si sentì meglio, pronto a raccontare la sua storia.
Tea era tutt'orecchi.
«La storia che sto per raccontarti è segreta, così segreta che è proibito raccontarla. Quindi in realtà non solo non potrei raccontartela,  ma non dovresti nemmeno essere al corrente della sua esistenza. O dell'esistenza del Mondo Altro. Spero che tua zia Patrice abbia avuto almeno il buon senso di dirti che è proibito anche solo pensare, parlare o fantasticare sul Mondo Altro»
Tea annuì.
«Molto bene. Ti avverto che, ufficialmente, negherò sempre e con chiunque che questa conversazione sia mai avvenuta, ci siamo capiti?»
Tea annuì di nuovo ma con più decisione.

Tea e il Mondo AltroWhere stories live. Discover now