La bibliotecaria

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Dopo pranzo Tea sgattaiolò in biblioteca. Era molto preoccupata per il libro distrutto da Marrone. Quel problema l'aveva tormentata per tutta la mattina e non vedeva l'ora di trovare una soluzione.
La bibliotecaria, la signorina Bianchetti, non era seduta alla sua postazione. Forse era ancora in pausa pranzo o forse era in deposito a prendere nuovi titoli da proporre. In sua vece, al posto di comando, era seduto il suo sostituto, il signor Nerini. Il signor Nerini era immerso nella lettura del quotidiano locale, Il giorno fantastico, e non badò a Tea che sgusciava furtiva tra i corridoi stracolmi di testi.
Tea puntò decisa al reparto dove erano ospitati i volumi che trattavano di economia domestica gnomica. Trovò lo schedario di archiviazione e spulciò le schede. Si soffermò su quelle che catalogavano i libri il cui titolo iniziava con la lettera R di riparare raccomodare, racconciare, raggiustare, riattare. Non trovò nulla. Guardò quindi le schede relative alla lettera A di aggiustare ed accomodare. Niente di utile nemmeno lì. Stava riflettendo su come dovesse proseguire la sua ricerca quando un paio di insistenti colpetti di tosse richiamarono la sua attenzione.
«Cof Cof»
Tea si voltò lentamente, molto lentamente. Conosceva bene quella tossetta stizzosa e pungente. La signorina Bianchetti era proprio dietro di lei e la stava osservando da dietro un minuscolo paio di occhiali a forma di stella che ondeggiavano sospesi sul lungo naso aquilino.
«Che cosa sta cercando di preciso, signorina?» le chiese con tono inquisitorio. Il sospetto le lampeggiava negli occhi e come darle torto! Tea era un'assidua frequentatrice della biblioteca ma la signorina Bianchetti era certa che, prima di allora, non si fosse mai nemmeno avvicinata al reparto dei libri di economia domestica gnomica.
«Mmmm, niente di importante...» mormorò Tea prendendo tempo.
«Devi per caso aggiustare qualche cosa?» insisté la signorina Bianchetti.
Tea non le avrebbe rivelato per nulla al mondo, neanche sotto tortura, il vero motivo per cui stava frugando in quello schedario. Decise di mentire. In fondo, rifletté, la signorina Bianchetti non sapeva mica leggere nella sua mente. O almeno sperava intensamente che fosse così.
«Mi ha scoperto. Non mi resta che confessarle la verità. Ho rotto un vaso della mamma. Era il suo preferito e sa, non volevo darle un dispiacere. Speravo di trovare un incantesimo che mi aiutasse a ripararlo» improvvisò Tea cercando di sembrare il più sincera possibile.
La signorina Bianchetti la scrutò attentamente cercando nei suoi occhi qualunque cosa che tradisse una risposta menzognera.
Tea rimase impassibile, ma in cuor suo tremava. Non riusciva nemmeno a pensare a che cosa sarebbe successo se la signorina Bianchetti avesse scoperto che Marrone aveva distrutto un libro di proprietà della biblioteca e non uno stupidissimo vaso per i fiori. Impallidì ed, involontariamente, assunse un'espressione afflitta che fu per sua fortuna ciò che dette credito alla bugia. La signorina Bianchetti, infatti, interpretò la sua espressione come un segno di profonda contrizione nonché come prova inconfutabile della veridicità della storia che Tea le aveva appena raccontato.
«Perchè non ne materializzi uno nuovo?» le chiese, improvvisamente comprensiva.
Tea, che sapeva bene di non essere un asso nel raccontare bugie, fissò attonita la signorina Bianchetti prima di comprendere che, non solo le aveva creduto, ma che la stava anche aiutando a risolvere il suo problema. Come aveva fatto a non pensarci da sola! Non le era venuta in mente la soluzione più semplice in assoluto: sostituire il libro distrutto da Marrone materializzandone un altro, identico in tutto e per tutto, eccetto che per le lacerazioni, i morsi e le sbavature.
«Che grande idea! Non ci avevo pensato» ammise Tea entusiasta. Decise di approfittare dell'inaspettata disponibilità della bibliotecaria. Il suo pranzo doveva essere stato davvero delizioso per averla resa così gentile.
«Posso farle una domanda?»
«Solo se è veloce, sono molto indaffarata e mi hai fatto perdere già troppo tempo. Tu ed il tuo comportamento equivoco, tzè» rispose la signorina Bianchetti con un tono molto meno cortese. No, il pranzo non doveva essere stato eccessivamente delizioso. Tea ignorò la frecciatina e chiese:
«Perchè non ci sono libri di incantesimi che riparino le cose?»
La signorina Bianchetti alzò gli occhi al cielo. Ah, i giovani, quale abissale ignoranza regnava in quelle piccole menti bacate!
«Signorina, questa domanda è una delle più sciocche che io abbia mai sentito. Mi chiedo che cosa vi insegnino a scuola al giorno d'oggi. Se avessi fatto una domanda del genere, ai miei tempi, mi avrebbero sicuramente sequestrato la bacchetta per l'eternità. Non conoscere i fondamenti delle leggi magiche, una cosa gravissima!» si lamentò teatralmente la signorina Bianchetti ma, vedendo che Tea attendeva impassibile una risposta alla sua domanda aggiunse:
«Non esistono libri né incantesimi di riparazione perchè non è necessario riparare alcunché. Le cose rotte o rovinate possono semplicemente essere sostituire con altre cose, identiche o diverse, grazie alla materializzazione. Perchè darsi pena di aggiustare le cose se esiste una soluzione più semplice? Prendi questo, forse è il caso che tu faccia un po' di ripetizione degli incantesimi di materializzazione» disse la signorina Bianchetti facendo volare tra le braccia di Tea un gigantesco, e pesantissimo, libro di incantesimi di materializzazione.
«Incantesimi di riparazione, come si fa anche solo a pensare ad una cosa simile» borbottò la signorina Bianchetti ruotando su se stessa con un tremendo scricchiolio di tacchi. Poi si diresse, con passo deciso, alla sua postazione al centro della biblioteca dove aveva il controllo assoluto su tutto ciò che accadeva nel suo regno di libri, schedari e scaffali.
Tea, il grosso libro sottobraccio, firmò la scheda di prestito ed uscì dalla biblioteca. Non vedeva l'ora di tornare a casa e di materializzare un libro identico a quello fatto a brandelli da quel fetente di Marrone.
La casa era deserta. Tea andò in camera sua e si barricò dentro. Si tuffò sul letto ed iniziò a sfogliare il libro che le aveva dato la signorina Bianchetti. Era un tomo imponente in cui erano riportati tutti gli incantesimi di materializzazione conosciuti.
Tea scorse con il dito l'indice alla ricerca di un incantesimo che facesse al caso suo:

materializzazione di cose rotte a cui si era affezionati
materializzazione di cose perdute
materializzazione di cose antiche restaurate...

Forse c'era una sezione apposita che trattava esclusivamente di materializzazione di libri. Ah, eccola:

materializzazione di libri sgualciti
materializzazione di libri con macchie di umidità
materializzazione di libri con patacche di cioccolato
materializzazione di libri con le pagine unte dalle patatine fritte
materializzazione di libri con orecchie segnapagina
materializzazione di libri scarabocchiati
materializzazione di libri sottolineati ed evidenziati
materializzazione di libri mangiati da cani malefici e dispettosi

Si, quest'ultimo incantesimo sembrava adatto allo scopo. Sfogliò le pagine alla ricerca dell'incantesimo completo.

"Materializzazione di libri mangiati da cani malefici e dispettosi: materializza il libro nelle condizioni originarie rimediando a morsi, sgranocchiamenti, lacerazioni, strappi, macchie di bava, segni di denti, graffi di unghie, sbranamento di copertine e ingurgitamento di parole".

Si, era decisamente l'incantesimo giusto.
Tea prese il libro "Riconoscere i mammiferi" che aveva riposto con cura nello zaino e lo appoggiò sul letto. Ne studiò preoccupata le condizioni: era ridotto davvero malissimo. Tuttavia non era quello il momento per crogiolarsi nei pensieri negativi. Doveva concentrarsi sulla risoluzione del problema. Lesse ad alta voce le parole che componevano la formula magica cercando di memorizzarle. Quindi estrasse la bacchetta dalla tasca della salopette e, pronunciando le parole che aveva appena imparato, la puntò decisa sul libro.
Non successe nulla.
Doveva aver sbagliato qualcosa. Rilesse con attenzione ogni sillaba e lettera dell'incantesimo e fissò nella sua mente persino la punteggiatura. Quando fu certa di di conoscerlo alla perfezione pronunciò di nuovo la formula e di nuovo puntò la bacchetta sul libro.
Il libro giaceva immutato.
Tea provò e riprovò ma qualcosa non funzionava. Sembrava proprio che non fosse riuscita a materializzare un bel nulla, men che meno un libro in condizioni, se non perfette, almeno accettabili.
Forse, pensò Tea, l'incantesimo era riuscito ed il libro si era materializzato, per qualche oscura ragione, in qualche altro punto della sua camera. Iniziò a cercarlo sotto al letto, sopra all'armadio, negli scaffali della sua libreria, dietro alle tende della finestra. Non trovandolo nella sua camera estese la ricerca a tutta la casa arrivando a curiosare persino nella cuccia di Marrone che, per fortuna, era in giardino ad abbaiare a chiunque passasse, la sua occupazione preferita.
Dopo una faticosissima ora di ricerche Tea fu costretta a concludere che il suo esperimento era fallito miseramente. Non c'era traccia della nuova versione di "Riconoscere i mammiferi". Tornò in camera sua e guardò il suo letto, dove l'ammasso di pagine smangiucchiate, mordicchiate, insalivate, la fissava accusatorio. Non poteva certo restituire il libro in quelle condizioni, la signorina Bianchetti l'avrebbe sospesa, anzi peggio, bandita a vita dalla biblioteca.
Tea sentì una stretta al cuore al solo pensiero. Non poteva rinunciare senza lottare all'unico luogo in cui fosse felice. Doveva chiedere aiuto a qualcuno esperto in incantesimi di materializzazione.
Le venne un'idea.

Tea e il Mondo AltroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora