8- «Ciao, principessa»

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Lui non appena la vide si piegò verso il basso ed Elizabeth lo abbracciò con quelle sue piccole braccia «Ciao, papà»

Yoongi le lasciò un bacio tra i capelli, sorridendo felice «Ciao, principessa»

«È gradevolmente fresca l'aria questa sera» Jimin ed Hoseok, dopo cena, decisero di uscire fuori in giardino. Un'altra stancante giornata di lavoro era volata e l'unica voglia che possedevano, era quella di rilassarsi.

«Sì, è così bella» Jimin saltellò tra l'erba fresca e tagliata corta come nei giardini inglesi «E questo dondolo è fenomenale» si buttò su di esso, facendolo scorrere all'indietro per poi riscendere in avanti. Hoseok sorrise divertito, bloccando appena la sua corsa per potersi accomodare anche lui «Ti sono sempre piaciuti» osservò perso nei ricordi di loro bambini.

«Sì, tanto e poi qui è tutto così...magico» Jimin rilasciò quell'ultima parola con un lungo sospiro di piacere, stringendosi appena di più in quel grande giacchetto di filo, largo tre volte lui, ma che lo difendeva dal venticello.

Hoseok lo fissò stupito. Era strano, forse Jimin stava cambiando, crescendo. Un tempo tutto ciò non gli avrebbe fatto nessun effetto, probabilmente neanche sarebbe rimasto lì...andare in giro per locali e discoteche, sì avrebbe certamente fatto quello «Davvero?»

Jimin annuì con sincerità, facendo sì che le ciabatte gli si sfilassero cadendo a terra per poter intrecciare le gambe sul dondolo «Come potrebbe non esserlo? Il giardino zen, il rumore dell'acqua così rilassante, le stelle nel cielo, non pensavo si potessero vedere da qui» puntò il naso all'in su e Hoseok giurò di aver visto quegli astri luminosi incastonati nelle iridi dell'altro «Sto incominciando a pensare che forse non mi dispiacerebbe rimanere per un po' di tempo»

«Sul serio?» Hoseok non aspettò neanche un secondo per porgli quella domanda, sobbalzò dal batticuore nel sapere che Jimin avrebbe voluto restare per molto di più di qualche mese e diamine, lo avrebbe reso così felice «Sarebbe magnifico» ma cercò al tempo stesso di non fasciarsi la testa troppo presto, sapeva che Jimin non avesse preso quella decisione solo grazie al piccolo laghetto artificiale installato in giardino insomma «Però...»

«Cosa?» gli chiese Jimin girandosi verso di lui. Hoseok lo guardò, gli sorrise, non si trattenne dall'allungare una mano verso la spalla dell'altro e tirar su il maglioncino sceso. Non voleva prendesse freddo.

«Non voglio che tu ti senta in obbligo di qualcosa nei miei confronti oppure che tu faccia questo per scappare da quella persona di cui non vuoi parlarmi» sottolineò. Non avrebbe voluto essere brutale o troppo diretto ma era importante parlare di certe cose.

«No, io-» Jimin venne preso alla sprovvista per un attimo. Abbassò il capo, riflettendo «Sto solo cercando il mio equilibrio» poi lo rialzò ed incrociò gli occhi di Hoseok, sembravano vogliosi di sapere e lo erano sul serio. Abitando lontani, anche tra migliori amici, dei particolari delle loro vite venivano tralasciati. Ma adesso, essendo tornati insieme, avrebbero potuto rimettersi in pari e Hoseok non aspettava altro «Non ho mai saputo cosa fare di preciso, vago senza meta.»

«Ma non è vero» scosse la testa Hoseok, tentando di rassicurarlo. Ma Jimin, lui continuò con il suo ragionamento basato semplicemente su dei fatti e si sa, quelli non sbagliano mai «Sì che lo è. Ho avuto sempre una vita allo sbando. Mi sono diplomato per il rotto della cuffia, l'università...cavolo, lasciamola stare, l'ho odiata con tutto me stesso» l'espressione di disgusto con un pizzico di terrore apparve sul suo volto. 

«Il fatto che tu non sia portato per lo studio non vuole assolutamente dire che tu non sia una persona valida» asserì Hoseok, guardandolo quasi a mo' di rimprovero, non gli piaceva per niente quando Jimin tendeva a sottovalutarsi così tanto.

𝙁𝙊𝙇𝙇𝙊𝙒 𝙔𝙊𝙐𝙍 𝙃𝙀𝘼𝙍𝙏 // ʰᵒᵖᵉᵐⁱⁿ - ʸᵒᵒⁿᵐⁱⁿWhere stories live. Discover now