15. Liberi

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Con qualche difficoltà Yamamoto apre gli occhi, accecato dalla luce.
<<Dovrei essere morto...>> dice.
Davanti a sè vede Tomie, con qualche cicatrice sul volto e sul resto del corpo.
<<Che sta succedendo?>> chiede, Yamamoto.
<<Beh... È una lunga storia. Non crederai alle tue orecchie...>> gli risponde lei, aiutandolo a sedersi.
<<Siamo in paradiso per caso?>>
Lei ride, poi dice: <<No... Il posto in cui siamo sì, sembra il paradiso, ma siamo vivi.>>
<<Ma tu eri morta. Ti ho visto con i miei occhi...>>
<<Sì, ma il mio potere... Beh, il mio potere mi ha tenuto in vita. A quanto pare aveva una specie di protocollo di emergenza per preservare il suo ospite... Grazie a delle piante curative sono tornata in vita e ti ho portato qui con me, scappando dalla polizia. Sono riuscita a salvare anche te, con le stesse erbe curative. Ora siamo in una piccola casa in mezzo alla campagna...>>
<<Quanti giorni sono passati da quando siamo morti?>> è strano poter parlare così della propria morte. Normalmente non dovrebbero essere coscienti dopo essere morti, invece sono in grado di parlarne senza alcun problema.
<<Due o tre, credo.>>
<<È assurdo... Pensavo di averti persa per sempre... Mi dispiace per averlo rifatto.>> dice lui.
<<Hey...>> Tomie prende il volto di Yamamoto tra le sue mani <<Non devi scusarti. La colpa è mia. È stato stupido costringerti a smettere e minacciarti così. Non avrebbe portato assolutamente a niente. Ti avrei dovuto aiutare diversamente, avremmo dovuto fare le cose con calma e gradualmente... Quindi non devi scusarti. Sono io quella che si deve scusare per tutto. Mi dispiace per quello che ho fatto, per le cose terribili che ti ho detto...>>
Yamamoto si avvicina sempre di più al suo viso, per poi dire: <<È tutto apposto. Ormai è andata, ľimportante è che ora stiamo bene entrambi...>> posa le sue labbra su quelle di Tomie e chiude gli occhi, assaporando il momento.

<<Ora non per rovinare tutto, ma vorrei giusto ricordardi di qualcosa che hai detto quando eri fatto...>> dice Tomie, ridendo.
<<Oddio, ho paura.>> dice Yamamoto, unendosi alla risata di Tomie e sfregandosi gli occhi con la mano.
<<Avevi detto che ti piacevano i miei capelli blu e hai chiesto se un giorno li avrei fatti anche a te così...>>
Yamamoto ride, è una risata sincera, pura, perchè finalmente si sente libero da tutti i pensieri, nonostante sappia di essere vivo.
<<Quindi, mister serietà, un giorno posso tingerti i capelli di blu?>> chiede Tomie.
<<Con piacere, ma per favore, dev'essere la prima e ľultima volta che mi chiami così...>>
<<Va bene, va bene...>> gli passa una mano tra i capelli, pettinandoli delicatamente e apprezzandone la morbidezza.

Continuano a parlare per un po', assaporando la normalità e la libertà, fin quando una luce abbagliante non li interrompe.
Al lato della stanza si crea un portale dal quale escono fuori Storm, Yamanda e Salem.
Yamamoto li guarda stupito, per poi dire: <<Salem... Sei davvero tu?!>>
<<Esattamente.>>
Tomie guarda Yamamoto e dice: <<È tuo nonno?!>>
<<Proprio io!>> esclama Salem, per poi ridere.
Yamamoto guarda Yamanda e corre ad abbracciarla.
<<Per un attimo pensavo fossi morta anche tu...>>
<<Non ti avrei mai lasciato solo, fratellone. A proposito... Hai visto il mio occhio?>> dice lei, sorridendo.
Yamamoto si allontana e osserva il suo occhio destro, per poi osservare anche quelli di Salem.
<<Sei riuscita a usare anche ľaltro potere...>>

Yamanda, per anni, è rimasta in parte legata a sua madre. Aveva paura del mondo circostante e del potere al suo occhio destro, perchè Helena ľaveva convinta che fosse troppo forte per lei e che se ľavesse usato sarebbe successo qualcosa di terribile.
Fino a qualche giorno prima non aveva mai considerato ľidea di levare la cucitura, perchè nonostante sapesse quanto dolore Helena aveva portato a lei e a suo fatello continuava a volerle bene, per una piccolissima percentuale.
Anche Yamamoto le voleva bene, gliene ha sempre voluto, ma allo stesso tempo la odiava perchè aveva trasformato la sua vita in un inferno...
Ma ora niente ha più importanza. Lui e Tomie stanno bene, Yamanda è libera dalle catene che Helena le aveva imposto per anni. Non c'è più motivo per continuare a nutrire odio nei suoi confronti, perchè ha imparato che ľodio non riporta le persone in vita, non chiude le ferite, non fa sparire le cicatrici, porta semplicemente ancora più dolore e distruzione ovunque va.
E Yamamoto è stanco di odiare. Ha passato una vita intera a odiare e a disprezzare le persone. Il destino gli ha dato una seconda possibilità e ora desidera soltanto di amare Tomie.

𝐼𝑁𝑁𝑂𝐶𝐸𝑁𝑇 𝐸𝑌𝐸𝑆Where stories live. Discover now