8. Grafite e Xeno-135

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Mercoledì, 23 maggio 2017, 6:13 P.M. circa
<<Beh, a quanto pare tra Yamamoto e Tomie è nato un amore...>> dice Delta, voltandosi verso gli altri due demoni che stanno giocando nuovamente allo stesso gioco, nonostante Sakura avesse giurato sarebbe stata ľultima volta.

Sakura, così come gli altri demoni, ha un aspetto particolare.
I suoi capelli sono lunghi e davanti sono tagliati in una frangia; sono metà neri e metà rosa, ma li tinge spesso.
In alcune parti la sua pelle è grigia e presenta delle cuciture, come al centro del collo, sulla guancia sinistra e sulľocchio destro. Quest'ultimo ha la sclera nera e ľiride azzurra, mentre la pupilla è bianca. Quello sinistro, invece, è azzurro.

<<Già, eppure non penso andranno molto ďaccordo in futuro. Ora credono di aver trovato entrambi la felicità, ma è chiaro che con il tempo capiranno di farsi del male a vicenda.>> dice Sakura, posando una carta sul tavolo.
<<Tu dici?>>
<<Oh sì, lo dico e lo credo.>>
<<Effettivamente un'ex tossicodipendente e uno che fa ancora uso non sono proprio una bella coppia...>>
<<Esatto.>> mette un'ultima carta al centro del tavolo <<E con questa è ventuno, ho vinto io anche questa partita...>>
Midnight butta sul tavolo il resto delle carte, per poi alzarsi e avvicinarsi alla sfera di cristallo.

<<Ho paura a chiedertelo, ma oggi sei parecchio strana. Normalmente mi avresti stracciato... Che succede, Midnight?>> chiede Sakura, rimettendo a posto le carte dentro alla scatola.
<<Voglio più sangue. Devono soffrire tutti di più.>> dice Midnight.
<<A me sembra eccessivo... Insomma, tutti quanti stanno soffrendo, per ora penso possa bastare.>>
<<NON HO CHIESTO LA TUA OPINIONE. SONO INNAMORATI. TI SEMBRA CHE STIANO SOFFRENDO?! Ora. Tornate a farvi i fatti vostri e lasciatemi pensare.>>
<<Va bene...>> Sakura sospira e si avvicina a Delta <<Dicevo, oltre a quello penso che se Yamamoto dovesse smettere di fare uso lo farebbe soltanto per lei e se le dovesse succedere qualcosa...>>
Midnight sussulta.
<<Sì. Ho capito cosa devo fare.>> inizia a ridere <<Grazie mille per ľidea... Ma tranquille, avete ancora molto tempo per ossevarli e vedere come va la loro relazione...>>

Sakura torna nella sua stanza e si butta sul letto.
È preoccupata per il destino di Yamamoto e Tomie, soprattutto dopo ciò che ha detto Midnight, ma non riesce a fare a meno di pensare a Delta.
Oggi era più tranquilla del solito, pertanto è riuscita a parlarle di più senza che lei si innervosisse.
La sua voce delicata e, per Sakura, angelica le rimbomba nelle orecchie.
Non ľha mai vista ridere, ma è sicura che sia il panorama più bello delľintero mondo, nonostante non sia mai stata in grado di vedere la Terra appieno.

Prima di diventare un demone era un essere umano e lo è stata per ventitré anni.
Viveva in Giappone, amava la musica, ľarte, aveva degli amici, una famiglia, ma non era mai stata felice, non era mai riuscita a vivere la sua vita senza preoccupazioni.
Da quando aveva tredici anni non riusciva a smettere di farsi del male.
Ha passato dieci lunghi anni a combattere le voci nella sua testa che le dicevano tante cose brutte, cose da fare, cose da pensare, cose da credere, cose che avrebbe preferito non sapere, idee che avrebbe preferito non avere.
Niente funzionava.
Anche i suoi genitori avevano provato di tutto.
In un anno aveva cambiato almeno cinque terapisti. Aveva confrontato tutti gli psichiatri della città, ma nessuno era in grado di trovare una cura per ciò che aveva.
Era come se la depressione si fosse affezionata fin troppo alla sua mente.
Nessun medicinale aiutava con le voci e con le visioni e con gli anni la situazione non smetteva di peggiorare.
Dieci lunghissimi ed estenuanti anni passati a lottare contro una malattia che agli occhi di tutti sembrava invisibile e che per i libri di scienza e psicologia sembrava a mala pena esistere.
Le cicatrici continuavano a prendere sempre più parti del suo corpo: prima le braccia, poi le gambe, poi la pancia, i fianchi, fin quando non c'era più spazio per nient'altro, niente più spazio per la felicità, per le esperienze da adolescente, per la gioia, per la vita.
Non c'era più spazio per il suo sorriso, nè per i suoi sogni, nè tantomento per le sue speranze.
Il mondo era privo di colore per lei.
Non aveva neanche più spazio per farsi del male: ormai non aveva nessun motivo per vivere.
Prese una tanica di benzina e la sparse per la sua stanza, attorno al letto.
Sopra al liquido gettò le sue foto, i suoi ricordi, alcuni dei suoi vestiti e i suoi disegni: voleva sparire per sempre senza lasciare alcuna traccia del suo passaggio in questo mondo, che le aveva arrecato soltanto dolore. Non voleva lasciare ricordi neanche ai genitori, voleva che si dimenticassero di lei perchè li aveva fatti soffrire così tanto per via dei suoi problemi.
Ma niente più importava, perchè da lì a poco sarebbe tutto finito.
Le raccontavano di paesaggi stupendi, oceani infinti, cieli cosparsi di stelle, tramonti tinti di viola e rosso, ma non è mai stata in grado di vedere niente di tutto ciò.
Si stese sul letto e sfregò un fiammifero contro la scatola, accendendolo, per poi gettarlo tra la benzina.
<<Addio...>>

𝐼𝑁𝑁𝑂𝐶𝐸𝑁𝑇 𝐸𝑌𝐸𝑆Where stories live. Discover now