[nove: my bad girl]

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+ho aggiornato prima, contente?

+non dico altro, a parte ringraziare le poche persone che mi seguono senza sparlare e inventare cose senza conoscermi [che mi fanno saltare i nervi e la voglia di cancellare tutto]

un ringraziamento speciale a mrsxcollins che mi sopporta da un po' e che senza di lei non avrei più iniziato a scrivere questo capitolo ahahah.

bacibaci kidz [so che si scrive kids ma io sono ribelle quindi ci metto la z, va bene?oh]

«E se invece quello a farsi male sarai tu?» dissi, spuntando fuori dal mio nascondiglio con aria seria, sopracciglio inarcato e braccia incrociate al petto.

Calò il silenzio e tutto si svolse al rallentatore mentre i due si voltarono sorpresi verso di me.

La gatta morta col vestito dorato striminzito decise di buon grado di svignarsela in punta di piedi, o meglio, di tacchi, così mi potei concentrare sull'altro essere maschile.

«Quindi» feci una pausa, fissandolo negli occhi intensamente senza smettere di avvicinarmi a lui «sono vere quelle stronzate che hai detto? Che il nostro rapporto ora é così e poi svanirà nel nulla, come se non ci fosse mai stato niente?»

Lui non si mosse, il suo viso era inespressivo, senza emozioni, senza sentimenti.

Passarono lunghi secondi nei quali pensai seriamente di prenderlo a calci, solo per innestare una qualsiasi sua reazione.

Il suo silenzio mi stava innervosendo, così tirai un calcio a vuoto e alzai le mani in segno di resa, scuotendo la testa ormai rassegnata alla sua improvvisa mancanza di parole.

Stavo per girarmi e rientrare, per bere qualche bicchiere e svuotarmi il cervello da tutto quanto quando mister stronzo decise di lasciare la sua paralisi «ogni cosa ha una fine, e anche noi l'avremo, non credere alle tue illusioni del per sempre felici e contenti» virgolettò con le mani e fece una smorfia seccata, girando poi lo sguardo dall'altra parte.

«Senti signorino, se la pensi veramente così per quale strano motivo ti sei messo con me?» ribattei adirata e iniziando a gesticolare come una schizzata «per ridere di me?»

«Scema, no» rispose, scuotendo la testa e abbassando lo sguardo sulle sue scarpe.

«Allora perché l'hai fatto?» gridai, tanto nessuno mi avrebbe sentita.

«Perchè mi andava»
Boccheggiai e mi guardai intorno in cerca di un oggetto affilato da lanciargli contro «ti andava di metterti con me, così a caso allora» borbottai piena di rabbia e con gli occhi già pieni di lacrime.

«Senti, non capiresti comunque» sentenziò, senza provare minimamente a tirarmi su il morale, o almeno il cuore caduto a terra.

«Sei uno stronzo, non sono un oggetto che puoi prendere e poi lasciare quando cazzo ti pare, non sono come quella gatta morta di prima che non aspettava altro che saltarti addosso»

E lui rise.
Lo guardai seria e infuriata, e alla fine gli tirai un pugno sul petto «stronzo, stronzo, stronzo» seguito da altri, e continuai per non so quanto tempo a insultarlo, perché mi stava facendo sentire meglio sfogarmi su di lui come una matta.

«Dolcezza» provò a fermarmi per la prima volta, ma senza avere successo, continuavo a tartassarlo di pugni, ormai ero fuori controllo.
«Alice, cazzo» imprecò e mi afferrò i polsi per bloccarmi.

Lo guardai negli occhi aggrottando la fronte minacciosa, cercando di liberarmi dalla sua presa.
«Fermati» ringhiò.
«Stronzo» ripetei per la millesima volta, senza smettere di fissarlo.

Alzò la testa verso il cielo e sbuffò, per poi tornare a guardarmi serio «non l'ho fatto perché mi andava di farlo ma perché volevo davvero mettermi con te»

Persi il respiro mentre parlava ma continuai a scrutarlo seria «allora perché mi vuoi lasciare?» chiesi con la voce mozzata.

Lui si irrigidì e mi lasciò i polsi, passandosi poi una mano fra i capelli già molto scompigliati.

Era evidente che non voleva rispondermi, era già la terza volta che evitava quella domanda ma io esigevo una risposta, ora e subito.

«Nicolò Rizzo sto aspettando la tua risposta»
Alzò gli occhi al cielo e si guardò intorno, come se qualcuno lo stesse spiando «non ti voglio lasciare» disse infine in un sospiro, facendo respirare di nuovo anche me.

«Allora per quale cazzo di motivo hai detto quelle cose prima?»
«Quello che ho detto lo penso davvero, tutto finisce»

«Ma noi possiamo durare, possiamo andare avanti insieme, non tutto finisce»
«Ad esempio, cosa non finisce?» schernì, inarcando un sopracciglio «pure quello che pensi sia eterno smette di esserlo, da un giorno all'altro»

«Non ti chiedo l'eternità» mormorai con voce fioca «ma neanche di mollarmi basandoti su una prospettiva senza senso, che vita sarebbe senza combattere per ciò che si vuole?»

«Alice» disse, prendendosi la testa fra le mani «non capisci»
«Allora aiutami a capire, io voglio stare con te finchè non ne avremo, nausea uno dell'altro»

Sbuffò e si allontanò da me, poggiandosi alla parete esterna del locale.

Non sapevo più che dire e pensare, ma ero quasi sicura che avesse qualcosa in mente, non poteva uscirsene con quei discorsi così all'improvviso.

«Tu non ti stuferai mai di me?» domandò, senza rivolgermi lo sguardo e infilando le mani in tasca.

Lo guardai in cerca di una risposta: i suoi occhi blu li amavo, erano pieni di emozioni, la sua risata, la sua bocca, i suoi abbracci, erano il paradiso.

Non potevo permettere a me stessa di cambiare il posto dove stavo meglio in assoluto.

«No, mai» risposi sicura, incrociando le braccia.

«Sono un casino, sai?» ridacchiò scuotendo il capo «non sono il classico principe azzurro che salva la sua principessa dal cattivo, perché io sono il cattivo che vuole rubare la principessa a quel finocchio, capisci?» si voltò verso di me, alzando un angolo della bocca.

Mi avvicinai lentamente a lui alzando le spalle «a me sono sempre piaciuti i cattivi, li ho sempre trovati molto affascinanti»

Lui inarcò un sopracciglio accennando un sorriso «allora lo ammetti che sono affascinante»
«Non ho mai detto il contrario» dissi, ormai davanti a lui.

«Ma ora mi stai odiando»
«Vorrei, ma non ci riesco proprio»
«Che cattiva ragazza» ridacchiò, mordendosi il labbro inferiore.
«Ho imparato dal migliore, no?» ribattei inarcando un sopracciglio.

Chiusi gli occhi di scatto quando una luce accecante mi colpì d'improvviso, a causa dell'apertura della porta del locale.

Neanche il tempo di un respiro o di un lamento che sentii le sue labbra desiderose sulle mie.

Mi strinse i fianchi con forza e mi fece indietreggiare, senza smettere di baciarmi, fino a quando incontrai un ostacolo, che probabilmente era una macchina parcheggiata, o qualcosa del genere.

Continuò a baciarmi e a far vagare le sue mani sul mio corpo, fino ad allacciare le mie gambe intorno si suoi fianchi.

Gli misi le mani al collo, sui capelli e poi sul suo petto, sollevando anche la sua canottiera striminzita.

Nessuno dei due aveva intenzione di fermarsi, ma sentii un gruppo di ubriachi ridere sguaiatamente e borbottare qualcosa di incomprensibile.

Si staccò da me, restando sempre vicinissimo e si leccò le labbra «neanche io mi stuferò mai di te, sei la mia cattiva ragazza»

SBAAAAAM

che accadrà adesso?

+vi segnalo un'altra mia intervista fatta da Dreamer2413

Un bacio tra inferno e paradiso || sequel di ❝un bacio tra amore e odio❜❜Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora