Dʀᴇᴀᴍʟᴀɴᴅ - Lᴀ ᴛᴇʀʀᴀ ᴅᴇɪ sᴏɢɴɪ

- 𝙲𝚊𝚙𝚒𝚝𝚘𝚕𝚘 12 -

Il nuovo tutore

Sarebbe toccata la stessa fine anche a lui? Aveva possibilità di salvarsi?
Il cuore cominciò a battere sempre più forte.

Una fetta quadrata del muro bianco davanti a sé comparì  una palla metallica grande quanto la sua testa che aveva un "occhio" luminoso color sangue.
Subito dopo una voce robotica

- Buongiorno, buonasera, buonanotte Utente numero 5 102 789 135. Non ti allarmare, quello che vedi davanti a te è solo un cadavere.
Va a dormire e faremo in modo che tutto questo sia stato un sogno.
Se tu dovessi credere alle parole dette dal Tutore numero 5 102 789 135 farai la stessa fine.. -

Continuò a parlare ancora per un po' ma lui già non stava ascoltando più.
Era la "Repubblica" che gli stava parlando?
Tutore era davvero morta?
Muoveva gli occhi all'impazzata.
Per un attimo non sentì più nulla. Sa solo che tentò di dire qualcosa ma in cambio ebbe un dardo colmo di sedativo e sonnifero che lo fecero addormentare prima ancora di cadere.

Dopo io risveglio spalancò gli occhi come se avesse fatto un incubo. Come ogni incubo, è difficile dimenticalo appena ci si sveglia.
Per un attimo fissò il soffitto con il fiatone.

Fu difficile anche deglutire ma riuscì, barcollando, ad alzarsi in piedi.
Greece non era più li però le coperte erano rimaste in disordine.

La sua faccia era bloccata in un espressione traumatizzata.
Mentre si faceva il caffè, ricordò una frase a cui non ave adatto caso nel sogno

- ...quando ti risveglierai avrai un Tutore nuovo, come se questo errore non fosse mai esistito... -

Ciò voleva dire che la Tutore che conosceva era davvero morta... Quindi se fosse tornato a dormire avrebbe trovato un'altra persona...

Gli tremavano le mani. Appoggiò la tazza per non rovesciare tutto.

Si sedette sul suo piccolo divano in pelle vicino alla cucina.
Per un attimo ebbe un attacco di panico.

- Respira David, respira...tanto forse neanche esisteva...ora è il momento di vivere nel mondo r-reale...m-ma quale dei due è r-reale..? -

Disse sottovoce a se stesso tentando di rincuorarsi.

In quel momento entrò Greece con due sacchetti di plastica della spesa. Appena vide il suo ragazzo con le lacrime a gli occhi e accovacciato sul divano, gli si lanciò contro preoccupata.

- Hey tesoro, che succede?! È stato un incubo- -

-...lo spero che sia stato solo un incubo...-

Parlava troppo piano per essere sentito.

- cosa hai detto..? Se non parli bene non riesco ad aiutarti.. -

- Va tutto bene Greece.. -

Disse asciugandosi le lacrime e alzando la testa.

- è stato sicuramente un incubo, non ti preoccupare. -

Greece, delusa dal modo freddo in cui ha risposto, rispose la spesa.

- Perché piango? Perché faccio così? -

Pensò

Dato che erano gli ultimi suoi giorni liberi decise di approfittarne andando a prendere un po' d'aria.

Dato che lui abita al 10° piano di strada ne deve fare per arrivare a terra.

Mentre scendeva le scale gli apparve in mente quel logorante paesaggio che aveva visto in sogno, proprio me tre scendeva le scalinate esterne del palazzo in rovina.

Mancavano 7 piani ma si fermò. Pianse. Non sapeva neanche lui il perché.
Forse perché quei giovani che aveva incontrato non avevano mai visto ciò che lui vede, forse perché per loro è normale vedere un mondo spazzatura come quello, forse perché si sentiva in colpa di non aver potuto fare nulla. Ma che poteva fare? Forse quei ragazzi neanche esistevano.

Asciugò il viso con la manica della vecchia felpa del college che ancora custodiva e proseguì.

Appena aprì la porta vide il sole. Loro lo avevano mai visto il sole? Forse no, forse hanno sempre visto il cielo grigio temporale.

- ...perché vuoi che il cielo sia colorato? Haha -

Ripeté la risposta che gli avevano dato sottovoce, solo per ricordarsela...

Era il momento di svuotare la mente e pensare il mondo in cui viveva, falso o vero che sia.

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