Vendetta

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Pov Alessandro
Da poco sono ritornato dal locale e mi sono fatto una doccia e mi sono anche cambiato, dopo la piccola discussione con luna non abbiamo più parlato, scendo giù dove trovo mia mamma e mia sorella e luna che mi stanno aspettando "mamma leyla vi devo parlare" "tesoro tuo padre dovè mi sto preoccupata" dice sorridendomi dolcemente e accarezzandomi una guancia "mamma leyla papà è morto" mia mamma resta immobile e li scompare il sorriso stessa cosa leyla "tesoro ma cosa stai dicendo se è uno scherzo non è divertente" non ho voluto girarci intorno troppo anche perché sono una persona che arriva subito al dunque.

"Cazzo no che non è uno scherzo vorrei anche io che lo fosse, ieri durane la sparatoria l'hanno colpito in fronte ed è morto al momento" mia madre si siede e comincia a piangere con Leyla, Luna si avvicina a loro e le consola mi guarda con uno sguardo dispiaciuto mentre io vado via non riesco ad affrontare questo momento.

Ad un certo la porta del mio ufficio si apre ed entra leonardo che mi fa le condoglianze "dobbiamo trovare lo stronzo di Antonio ed ucciderlo" dico al mio migliore amico "tranquillo ho già ingaggiato il nostro detective privato che sta cercando" "grazie" mi sorride e poi entra mia sorella in lacrime "hai intenzione di stare li seduto a fare un cazzo e a bere il tuo solito whisky di merda mentre mamma sta male io sto male e tu non versi neanche una lacrima" la guardo arrabbiato "leyla vai via" "puoi per una volta nella tua vita lasciare da parte l'orgoglio sei solo uno stronzo senza sentimenti" mi alzo e li do uno schiaffo forte da farla voltare "ma che cazzo fai ale" dice leo si alza e la porta fuori mentre lei piange.

Vado al mio night club e continuo a lavorare "signore c'è un cliente che ha scopato una puttana senza pagare in più abbiamo scoperto che ha cambiato identità perchè le ha rubato della droga e lui non sapeva che il locale era il suo" "sai dove portarlo" annuisce ed esce.

Spengo il computer e mi azlo, ho proprio bisogno di torturare qualcuno, vado nella stanza delle torture e lo trovo legato alla sedia mentre prega a una guardia di smetterla lo sta picchiando a sangue.

li faccio segno di smetterla,mi avvicino piano piano e inizio a torturarlo "dammi la pinza" comincio a toglierli le unghie mentre sento le sue urla "la p-rego sig-nore mi scu-si" non lo ascolto e continuo. Prendo la benzina e gliela verso addosso "pietà signore" "pietà un cazzo" dopo di che prendo l'accendino e appicco il fuoco.

Ritorno in ufficio e comincio a bere senza pensarci due volte ho bisogno di dimenticare e l'unico modo mi sembra questo anche se un'altro modo ci sarebbe...la droga ma mi sono promesso di non toccare più quella merda perché ti rovina veramente. Quelli che hanno ucciso mio padre la pagheranno cara, avranno una morte lenta e violenta, devo tutto a mio padre non sono una persona a cui piacciono le cose sdolcinate ma non posso negarlo ho vissuto con una famiglia piena di amore, i miei genitori nonostante gli abbiamo obbligati a sposarsi hanno cominciato ad amarsi e hanno amato i loro figli.

Sono grato per mio padre e mia madre mi hanno dato tutto e mi hanno dato la libertà di scegliere il lavoro che volevo fare ma io ho scelto di fare il mafioso per mio volere e non mi pento di questa scelta, io e mio padre abbiamo costruito un impero e non devo mollare ora anche  perché mio padre mi prenderebbe a schiaffi dopo tutta la fatica e l'impegno che ci abbiamo messo.

La porta del mio ufficio viene aperta e entra il mio migliore amico "cazzo succede" "li abbiamo trovati" mi alzo subito dalla poltrona "dove sono" si trovano in un'azienda abbandonata si stanno preparando per l'attacco" "andiamo riunisci tutti e prendi le armi più potenti" annuisce e esce dal mio ufficio prendo il telefono e esco dall'ufficio.

"Ale che succede" "ascoltami bene non devi uscire" "perché" mi guarda confusa poso la mia mano sulla sua guancia "è arrivato il momento" le dico e lei capisce subito "non andare ti prego" "lo devo fare nessuno mi fermerà" "stai attento ti prego" dice avvicinandosi e mi posa un bacio umido sull'angolo delle labbra "mi dispiace per prima" le dico mentre poso le mani sui suoi fianchi "non fa niente" mi guarda negli occhi e lo stesso faccio anche io "devo andare" "ti amo" "anche io" le dico sinceramente la prendo e la bacio li chiedo l'accesso con la lingua cosa che non nega, le nostre lingue danzano dolcemente ma purtroppo mi devo staccare da lei la guardo non so se per l'ultima volta.

Sono appena arrivato all'azienda abbandonata e scendo dalla macchina mentre vedo tutti i miei uomini che aspettano ordini da me "5 all'entrata principale, 10 nel retro tutti gli altri con me" dico mentre i miei uomini eseguono gli ordini, entriamo dentro la grande struttura e facciamo piano, mi attacco al muro e sporgo leggermente la testa per vedere ma è via libera andiamo dove c'è il grande portone pieno di muffa sentiamo delle voci "dobbiamo colpire casa sua" riconosco subito la sua voce Antonio Garçia faccio segno con la mano di rompere la porta.

"Ma che cazzo..." dice lui sorpreso di vedermi prende il fucile e me lo punta addosso e faccio lo stesso mentre tutti i miei uomini tirano il proprio fucile o la 9 mm "hai toccato più di una volta la mia famiglia" "la tua famiglia deve morire" serro la mascella "è la fine per te" dice "ah si" dico con un sorrisetto da stronzo sulle labbra "tu muori io mi prendo tutta la Turchia la tua ragazza mi farà da puttana e tua madre andrà in un bordello" si ferma e proprio quando sto per rispondere riprende a parlare "invece a tua sorella sto ancora decidendo cosa fare" "mi hai stancato" dico e con un passo felino uccido 5 suoi uomini nella struttura rimbombano spari "mossa sbagliata" mentre i miei uomini uccidono gli avversari "dobbiamo ucciderlo" dice Leo "prima deve soffrire" "non abbiamo tempo qualcuno ha denunciato la sparatoria e gli sbirri stanno arrivando" Garçia spara ma mi manca, con una perfetta mira li sparo sul cuore almeno un pochino soffre.

"Andiamo stanno arrivando" grido, saliamo subito su i Suv e si cominciano a sentire le sirene avvicinarsi ma la scampiamo, io non mi faccio prendere e in prigione non ci trono più, ho avuto la mia vendetta e loro hanno avuto quello che si meritavano nessuno dei miei uomini è morto alcuni sono solo ferito.

Nessuno tocca la mia famiglia e chi ci prova ci rimette con la vita e questa é la dimostrazione, ora sarò sollevato di aver vendiacato mio padre.

La mia salvezza Where stories live. Discover now