Ventotto

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Narratrice

-Come faccio a farvi capire che io non so niente- urlava Selena con il coltello puntato al collo.
-Vi giuro, non so niente- urlava con le lacrime agli occhi, sembrava esausta.
-Sai, io non ti credo per niente. Ti hanno raccomandato di non dire niente? è? -
-Non so niente - diceva con quel filino di voce rimasto.
È proprio nel disastro più totale, che si  vede tra il buio una persona.
Si avvicina sempre di più.
-Joel! -
Lui la guardava negli occhi.
E se nella sua testa "Non avere pietà" continuava a ronzagli nella testa.
Non riusciva a vederla così.
-Lasciatela stare - disse lui.
Selena tirò un sospiro.
Lo guardò negli occhi e gli fece un sorrisino.
Il ragazzo gli tolse il coltello da davanti al collo.
-Deve parlare Joel, non la possiamo lasciare andare così -
-Se non ha parlato significa che non sa, adesso liberatela -
-Ma Joel-
-Ho detto liberatela! -
Joel aveva sguardi di rabbia tutti addosso.
Dopo aver fatto cogliere il rischio, liberarla così è stato tutto inutile,  pensavano quei ragazzi.
Liberarono Selena dalle catene.
-Potete andare - dice Joel.
Tutti e cinque se ne vanno.
Selena aveva dolore ai polsi.
Joel rimase fermo a guardarla.
Selena corse ad abbracciarlo.
-Joel... -
Lui la strinse forte a sé.
-Grazie... -
-Andiamo, dobbiamo parlare-
A quel "dobbiamo parlare" Selena crollò ancor di più.
-dove andiamo? - chiese Selena.
-Tu vieni -
Uscirono da quel posto.
Fu dopo essere uscita che Selena capì.
"Il sotterraneo, i Price" pensò nella sua mente, e forse...forse aveva ragione.
Joel la diresse verso un palazzo.
Come palazzo era davvero molto bello, per giunta sarà anche molto costoso.
Circondato da un giardino pieno di fiori e una fontanella.
Arrivarono davanti, le porte si aprirono.
Una signora seduta in una scrivania all'ingresso chiese:
-Lei è? -
-Price, avevo prenotato l'altro giorno -
-Ah si, la sua camera è la 26 al terzo piano, ecco queste sono le chiavi -

Pov's Selena
La signora dà le chiavi a Joel.
-Grazie - dice lui.
-Grazie a lei per essere venuto qui, arrivederci, le auguro una buona giornata-
Andiamo in direzione dell'ascensore.
Entriamo nell'ascensore.
Le porte si chiudono.
Mi sbatte alla parete dell'ascensore.
Mi incomincia a baciare tremendamente.
Lui si spinge sempre di più verso di me.
Le porte si aprono.
Joel si stacca.
Si avvia verso una porta, ha il numero 26 attaccato.
La apre.
Entriamo.
Lo guardo.
Mi guarda.
Chiude la porta.
-Vieni-
Mi prende dalla mano e mi porta al divano.
-Siediti-
-Joel ho mal di testa-
-Vuoi farti la doccia? Però poi dopo parliamo -
-Si ma non ho i vestiti-
-Te li vado a prendere io, dammi le chiavi-
-ok-
Mi alzo e prendo dalla borsa le chiavi.
-Tieni - gli dico dandogli le chiavi.
-C'è l'ai la valigia?cosi ti ci metto i vestiti-
-Si, per quanto dovrò stare qua -
-finché te lo dirò io -
-ok- ormai non c'è la faccio più, sono troppo stanca e ho anche fame.
-tu intanto lavati, io vado a prenderli-
-Ve bene, dov'è il bagno? -
Mi prende la mano e mi dirige verso una porta, la apre.
-Qui -
-Ok-
Entro dentro e chiudo la porta a chiave.

Sei mia, punto e basta. Where stories live. Discover now