Capitolo 17

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Non vi nego che rimasi abbastanza scioccata da quello che Carl mi disse quella sera. Davanti a lui cercai di mantenere un'espressione più confortevole possibile per dargli supporto e amore, ma la realtà è che non me lo aspettavo; tra tutte le cose che avrebbero potuto venirmi in mente e che mi sono venute in mente, questa non rientrava nemmeno con una punta di orecchio.

Sapevo, o meglio, immaginavo che Carl non avesse un buon rapporto con il padre e che avesse fatto qualcosa dalla sua non voglia di parlarne, ma di certo non credevo per questo motivo. E ad essere sincera, la cosa che mi fece restare più allibita di tutte, fu l'immagine che si piazzò nella mia mente di mio fratello che picchiava a sangue Frank. Conoscevo mio fratello e sapevo certamente che era una persona che non ci pensava due volte ad agire se era per difendere qualcuno a lui caro, ma di sicuro non così, non arrivando al punto di uccidere qualcuno a forza di pugni.

Era il 30 dicembre, il 2017 era quasi finito e la festa di Capodanno era alle porte. Tutti che parlavano di quella festa sui social e nei gruppi whatsapp. Lo spacciavano per IL party più grande di tutti i tempi che il compleanno della regina d'Inghilterra non poteva fare altro che spostarsi davanti ad esso. Non vedevo Carl da due giorni perchè nel frattempo ero stata un pò con le mie amiche e la mia famiglia e so che anche lui ne aveva approfittato per fumarsi qualche canna con i suoi.

Vi state chiedendo se mi desse fastidio il fatto che fumasse? Assolutamente no, era libero di fare quello che voleva e io non consideravo l'erba come una droga, per me era peggio l'alcol.

Ad ogni modo, quella sera ero in camera mia; stavo trascrivendo sul mio personale diario segreto tutti i ricordi più belli che avevo avuto durante l'anno: dalle feste, all'estate passata in California fino all'aver conosciuto Carl. Lui era quello che mi fece chiudere l'anno in bellezza.

E come direbbero nei film romantici, spero mi dia un inizio meraviglioso dell'anno successivo. Bah, raga, lo so, anche io sono stupita da questa mia dolcezza improvvisa, vi giuro che di solito non sono così, solitamente le odio tutte queste smancerie, ma che vi devo dire, quel ragazzo mi provoca questo effetto e so che molte di voi mi possono capire benissimo.

Tornando a noi, stavo scrivendo i miei ricordi quando bussarono alla mia porta.

<< Chi è? >> chiesi non alzando nemmeno la testa dal diario, continuando a scrivere.

<< Aaron >> dall'altro lato della porta.

Fu allora che fermai la mano e alzai la testa. 

Ah già, piccolo particolare non tanto piccolo che mi sono scordata di dirvi: io e mio fratello non ci parlavamo da quella sera. Lui aveva alzato i muri con me e io lo avevo fatto con lui, nonostante ora sapessi tutto, non avrei saputo come dirglielo.

Aspettavo lo facesse lui. E prima o poi lo avrebbe fatto.

<< Posso entrare? >> chiese dato che non aveva ottenuto risposta la prima volta.

Ci pensai qualche attimo ma poi acconsentii.

Lui aprì la porta per poi richiuderla, entrando timidamente nella mia stanza quasi in punta di piedi, come se avesse timore di fare rumore. Si accomodò sul mio letto, che affondò leggermente sotto il suo peso, con la schiena contro il muro.

Io voltai la mia sedia girevole nella sua direzione e lo guardai. Restammo in silenzio per qualche minuto.

<< Ti serve qualcosa? >> dissi a quel punto, quel silenzio risultava così imbarazzante tra di noi.

Lui subito non disse niente; sembrava che quello che volesse dire gli spingesse sulle labbra per uscire ma lui cercava di trattenerlo al suo interno.

<< Scusa >> a bassa voce. Inarcai un sopracciglio.

<< Cosa? >> . Io e Aaron ci volevamo bene, tanto anche, ma eravamo così orgogliosi che non ci chiedevamo quasi mai scusa, sopratutto lui, per questo pensai di aver capito male.

<< Hai capito, mi dispiace, non volevo reagire così, è solo che se tu sapessi tutto, avresti capito il perchè del mio comportamento >> sputò fuori tutto e lo potevo vedere benissimo che era dispiaciuto. Io però lo bloccai subito.

<< So tutto, Aaron >>.

Lui quasi sgranò gli occhi, anzi, senza il quasi, li sgranò.

<< L-lo sai? >> non se lo aspettava.

<< Si, lo so, e comunque non capisco il tuo accanimento contro Carl, perchè non ha mai centrato nulla, era un bambino >> sospirai.

<< Si, è vero, è che in quel momento io...>> si bloccò qualche attimo e poi riprese << io non voglio perdere la mia sorellina e non voglio che ti accada mai nulla di brutto >>.

Io d'impulso mi alzai e andai subito ad abbracciarlo. Non lo avevo mai visto così affranto e preoccupato per qualcosa o qualcuno, ma ora avevo la certezza che io ero davvero importante per lui.

<< Non mi accadrà mai nulla, sono forte e coraggiosa e lo sai, Carl non permetterà mai nulla del genere e nemmeno io >> mi fermai a guardarlo << e nemmeno tu >> sorrisi.

Lo sentii ricambiare il mio abbraccio e stringermi ancora più forte. 

Restammo in quella posizione per qualche minuto; perchè anche se si ha un fratello, non ci si sofferma mai sull'importanza che quest'ultimo ha nelle nostre vite, lo si da sempre per scontato,  e nemmeno noi lo avevamo mai fatto.

Ora, in quel momento, noi lo stavamo realizzando.


31 dicembre 2017.









Scusate se ci ho messo tutti questi mesi, e io vi ringrazio infinitamente della vostra pazienza e di non aver mai smesso di credere in questa storia e di leggerla.

Grazie, e questa volta a presto sul serio.

Giorgia 

Mi ha drogata.Where stories live. Discover now