Domande:

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<Non ho intenzione di riunirla> ringhio contro di lui, la vista appannata dalle lacrime, che mi scorrono senza pietà sulle guance, inumidendole.
È mezz'ora che andiamo avanti così, perché?
Perché è dovuto succedere tutto questo? La domanda che mi tormenta è proprio la medesima.
Perché, perchè, perchè...una parola così semplice, esemplare, eppure così piena di significato.
Può precedere i quesiti più semplici, i più complessi, oppure quelli posti per pura cortesia, ai quali non è necessaria la risposta, i quali sono privi di movente perché nessuno si curerebbe mai di tale risposta.
Senza contare che sarebbe sempre falsa, insomma: chi si è mai interessato a quel "sto bene,grazie"?
A nessuno è mai importato come stiamo veramente, per questo si raccontano menzogne.
Non puoi girare per la strada e narrare il tuo malessere al primo che passa, che poverino, non c'entra nulla.
Cosa potrà mai rispondere un qualunque individuo al "sto male"? Forse un "mi dispiace" "passerà" o ancora peggio "non pensarci"
Come faccio ad ignorare una sensazione forte come il dolore? È l'unico sentimento costante, che non può svanire perché va e viene, come faccio a "ignorarlo"?
Soprattutto adesso non è possibile per me.
Il perché è la chiave di ogni innocua curiosità che si spera sia soddisfatta...peccato che in questo caso, nel mio caso, non c'è nulla di innocuo, anzi.
Il mio è un bisogno di sapere, conoscere, non un misero dubbio: inutile, futile, in grado di essere cancellato dalla mente nella stessa frazione di tempo in cui possa sbattere le palpebre.
Io devo sapere la ragione.
Per la miseria, sono appena finite le vacanze estive! Poi per carità, neanche quelle sono state talmente meravigliose da farmi fare i salti di gioia, ma un po' di tregua no? Proprio no?
Ma insomma, chiedo troppo forse? Oppure non sono degna di chiedere nulla?
Magari le mie richieste non sono soddisfatte perché non sono nessuno per avere risposta, magari non sono dotata della dignità necessaria per essere ascoltata, o semplicemente degnata di una qualunque attenzione.
Magari sono io il problema...come ho fatto a non pensarci?
Beh, ma del resto cosa mi posso aspettare da una come me? Niente, se non il peggio, almeno.
<E perché no?> chiede proprio lui, strappandomi dalle riflessioni.
Deve essere un'abitudine di famiglia...
È in quel momento, grazie a quella domanda apparentemente così innocente che perdo le staffe. <Ma dì un pò, come mai ti stai comportando così, eh?>
Spalanco la porta, infuriata come non mai. <Con che coraggio ti rivolgi a me in questi toni?! Sei proprio una gran faccia tosta...> se non fosse per la rabbia riderei anche delle loro facce da pesci lessi: lui ha gli occhi sgranati, le sopracciglia alzate, lei invece il mascara colato e la bocca spalancata.
Sembra veramente un cartone animato, non se lo aspettavano di certo.
Saranno sorpresi dal fatto che gli abbia aperto.
<Di che parli?> chiede stupidamente proprio Chiara.
Non penso che riuscirò mai a perdonarla dopo questo, anzi, ne sono proprio sicura.
Ancora non mi capacito della situazione...soprattutto ora vorrei tirarle un tale schiaffo da far fare alla sua faccia il "tour de France".
<Parlo> mi rivolgo a lei, fulminandola con lo sguardo <...del fatto che quel coglione parla come se fossi una pazza, quando in realtà i pazzoidi siete proprio voi> mi bagno le labbra con la punta della lingua, preparando anche me stessa a proseguire. <Tu! Sì, parlo con te, idiota! Neanche mi conosci, come ti permetti di comportarti come se sapessi anche qualcosa di me ad eccezione del nome? EH?! RISPONDIMI CAZZO>
Sto perdendo veramente il controllo, devo smetterla adesso.
Subito, non posso dire cose compromettenti, potrei pentirmene.
Senza che io riesca a ripensarci lo spintono, facendolo quasi cadere, questa volta.
Sarà la rabbia, sarà l'adrenalina, o il dolore ad accecarmi, ma devo ammettere che mi piace che mi stiano ad ascoltare adesso.
<Lo sai che la mattina non vorrei alzarmi dal letto per quanto fa schifo la mia fottuta vita? Lo sai che l'uomo che ti ha messo al mondo, che ci ha messo al mondo, che schifo, ha alzato le mani su mia madre? E lo sai a che età mi ha abbandonata? A cinque anni, cinque maledetti anni! Ah sì, sai anche che per colpa di questo sono stata presa in giro, perché " poverina, NEANCHE SUO PADRE LA VOLEVA FRA I PIEDI", ci senti con quelle orecchie bacate, testa di cazzo?!> trattengo i singhiozzi, che vorrebbero crudeli abbandonare le mie labbra, e malgrado la voce che trema proseguo. <Poi, sempre a causa di questo trauma, e di tutte quelle parole, ho cominciato ad avere un'immagine di me piuttosto distorta dalla realtà...e lo sai a cosa mi ha portato?> gli tiro un altro spintone, godendo del loro stupore.
Il silenzio regna sovrano fra queste quattro mura, ma non è un silenzio piacevole, no, è un silenzio amaro, pieno di rimpianti ed emozioni represse che vogliono uscire fuori in tutta la loro prepotenza.
<PUF! ALLA BULIMIA, AD UN CAZZO DI DISTURBO ALIMENTARE! Che c'è non parli più adesso, non parlate piú? Beh, allora sono riuscita ad adempiere al mio compito: mettervi a tacere. Ora fuori da casa mia.>

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⏰ Last updated: Jun 24, 2022 ⏰

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