La famiglia.

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Mamma e papà stanno per tornare a Roma.
Io è da una settimana che dormo per terra davanti alla camera di mia tata.
Le allucinazioni stanno iniziando a camminare con me.
Sono a casa e vedo Francesca in camera mia.
- Che ci fai qui?
- Sono venuta a trovarti.
Mi risponde.
- Grazie, che vogliamo fare?
- Prima volevo parlarti.
- Dimmi Franci, ti ascolto.
E lì ho visto la mia amica diventare tutta nera, ed avere gli occhi rossi.
- Colpa tua, colpa tua, colpa tua...
Continuava a dire arrabbiata.
Mi tappo le orecchie ed inizio a piangere violentemente.
"Non. Sono. Reali."
Ripeto in testa.
'È colpa tua maui.'
Dicono poi le voci aggiungendosi.
Corro in bagno. Mi sciacquo la faccia nuovamente, lo faccio sempre per rimettermi in forma, con l'acqua fredda.
Mamma e papà tornano a casa.
- Ciao Maui.
Mi dicono.
Li abbraccio.
Poi torno in camera mia.
Non ci stava più quel mostro che fingeva di essere Francesca?
No, menomale.
Mi stendo a letto.
Non potevo parlare.
Poi mi alzo solo per andare a fare la doccia.
Stavo nella vasca da bagno di mia madre, e ad un certo punto.
'Maui prendi il rasoio'
No voci del cazzo, ve lo scordate.
Arriva il solito uomo tutto nero prende il rasoio, e  lentamente si avvicina alla mia faccia, mi provo a spostare ma mi sentivo paralizzata.
Poi riesco ad abbassare la faccia, ma non in tempo, perché il rasoio era così vicino alla mia faccia, che mi ha rasato più di mezzo sopracciglio.
Vado da i miei genitori per cenare.
- Che hai fatto al sopracciglio?
Ero tentata di rispondere, "Non sono stata io", ma ripensandoci bene, forse sono davvero stata io.
- Me lo sono strappata per sbaglio.
Non sapevo che dire.
- Vabbè come dici tu.
Dicono i miei genitori per finire la conversazione.
Dopodiché.
Ennesima litigata con mio padre.
Ci urliamo sempre addosso.
Non ho mai parlato dei miei genitori.
Bene, ora è il momento di farlo.
Mia madre è una donna molto forte, e sta passando un brutto periodo. Però, Mi trascura tanto, mette sempre il lavoro al primo posto, e certe volte non si rende conto che ci sono anch'io.
Le chiedo di giocare, mi risponde "Sto lavorando."
Le racconto una cosa "Sto lavorando."
Effettivamente la capisco, perché so che sta passando un brutto periodo, soprattutto con il lavoro, però magari se si concentrasse un po' più su di me, non resterei tutto quel tempo sola con la tata, mia madre tende a mancare molto, però non lo fa con cattiveria, ma non posso non volergliene per questo, perché se magari passasse più tempo con me, riuscirei ad aprirmi sul mio problema.
Mio padre, mio padre è un uomo davvero serio, ma che tende a fare l'idiota.
Fa battute su battute dove ride solo lui.
Però, litighiamo davvero troppo, si arrabbia per tutto, e pure lui comunque, manca un bel po' nella mia vita.
Si alza la mattina presto va a lavoro, torna a casa alle 20:00, cucina e litighiamo a cena.

Spero con gli anni di risolvere entrambi i rapporti.
Spero con gli anni di riuscire ad aprirmi con loro su quella che è la mia storia.

Finito di litigare con mio padre, torno in camera mia.
'I tuoi genitori ti odiano'
'Sono stufi di te'
- BASTA
Urlo.
Mi sono stufata di aver tutte queste voci insopportabili intorno.
BASTA, commentare la mia vita.
Voglio vivere in pace.
Uno schiaffo fortissimo mi colpisce la faccia.
'Non dirlo mai più cagna. Stai zitta e muta, o ammazzati, che fai prima.'
Ho i brividi.
Vado allo specchio di camera mia, ho la guancia tutta rossa, ma la cosa che mi preoccupa di più è che...
Ho anche la mano tutta rossa.
Sono stata io?
...

Nemica di me stessaWhere stories live. Discover now