Capitolo 5

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 Storia originaria di George DeValier.

Capitolo tradotto dalla sottoscritta, ne detengo i diritti di traduzione.

Inverno, 1943

Un paesino in Italia

"Sei tornato in città, spagnolo."

Antonio sentì un'ondata di paura fredda e malata attraversargli le viscere. Alzò lo sguardo bruscamente, poi emise un breve sospiro di sollievo. Il turco lo fissò pensieroso, quel sorriso familiare sulle sue labbra, quel consueto fez rosso appollaiato sulla sua testa. Guardò acutamente la sedia di fronte, e Antonio fece un rapido cenno del capo.

"Così." Il turco si sedette pesantemente, appoggiandosi facilmente allo schienale della sedia. "Quindi facciamo presto. Non è una buona idea farmi vedere qui, lo sai.''

Antonio annuì e bevve un lungo sorso di vino per calmare i nervi. 

Quella costante ansia stava iniziando a consumarsi dentro di lui. La sensazione sconosciuta era fin troppo comune in quei giorni, ora che troppe persone in questo piccolo villaggio conoscevano il suo volto. "Capisco. Anche se ti rendi conto che per me è molto più pericoloso farmi vedere alla Cantina Rosso, amico mio''.

 Antonio rimise il vino sul tavolo poi si offrì di versarne un bicchiere per il turco, che, come sempre, scosse la testa.

"Perché altrimenti dovrei trascinarmi in questa parte della città?" Il turco si guardò intorno con sdegno nel salone quasi vuoto della Cantina Verde. "Ho sempre preferito il rosso al verde."

Antonio alzò un sopracciglio. "Veramente? E ho sempre pensato che il tuo preferito fosse l'oro". Lanciò una piccola sacchetto che tintinnava sul tavolo. Il turco ne ispezionò rapidamente il contenuto prima di mettere il sacchetto in tasca.

"Vedi, questo è il motivo per cui mi piace lavorare con te, spagnolo." Il turco sorrise. 

"Capisci l'assurdità degli appunti di carta."

Antonio rise piano.

Era così facile lavorare con persone la cui unica lealtà era il denaro.

Facile ma pericoloso, considerata la cifra che i tedeschi erano disposti a pagare per mettere le mani su Antonio. "La lira è inutile in questo momento. Non ti insulterei mai con quello." Si sporse leggermente in avanti, un piccolo sorriso scaltro sulle labbra. "Non dimenticarlo."

Il turco sembrò capire. ''Sarei uno sciocco a consegnarti ai tedeschi. Perché lavorare per una parte quando puoi lavorare per entrambe?" Scrollò le spalle, come per suggerire l'assurdità della proposta. "Ma, per affari. Con la vicina base aerea tedesca, era solo questione di tempo prima che gli americani si unissero al nostro piccolo gruppo. Qui." Il turco tirò fuori dalla giacca un grosso fagotto di carta legata con lo spago, lo posò sul tavolo e lo spinse verso Antonio. ''Trascrizioni degli ordini del personale di vertice dell'aeronautica americana e mappe dei siti di atterraggio previsti. Gli americani vorranno causare più danni possibili mentre hanno l'elemento sorpresa".

"Certo," mormorò Antonio, sfogliando brevemente le carte. 

"Questo è ciò su cui ho cercato di ottenere informazioni..." Un'unità di caccia americana attualmente basata a Londra, un previsto atterraggio a sud di Anzio... sì, questo era proprio il materiale di cui aveva bisogno per trasmettere a Roma.

 Antonio aveva lavorato instancabilmente a questa missione per settimane - dopotutto, aveva bisogno di un motivo per tornare al villaggio. "Ora sappiamo che gli americani atterreranno presto, ma abbiamo bisogno di un modo per distruggere la base aerea tedesca e il suo personale più pericoloso in un colpo solo".  

Bésame Mucho - Traduzione ItalianaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora