Capitolo 2

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Storia originaria di George DeValier.

Capitolo tradotto dalla sottoscritta, ne detengo i diritti di traduzione.

Piccola menzione : Un Grazie a RossoSangue66 che mi ha fatto ritrovare la voglia di 'completare' questi pochi capitoli. 

Buona lettura.

CAPITOLO 2

Autunno, 1939

In un paesino in Italia

"Non andare troppo avanti, Feliciano!" Lo richiamò nonno Roma. Era una soleggiata mattina d'autunno e il villaggio era pieno di vitalità mentre Lovino e il nonno Roma camminavano tranquillamente lungo le strade acciottolate. Negli ultimi mesi, l'esistenza quotidiana e immutabile del villaggio che Lovino aveva vissuto in tutta la sua vita si era capovolta.

Già non c'erano abbastanza prodotti al mercato. La gente sussurrava agli angoli delle strade, mormorii e pettegolezzi e malelingue invasero il paesino. Nonno Roma passava tutto il tempo alla vecchia Cantina Verde parlando con la gente invece che stare nei campi. Ma oggi, con il sole che splende e le strade affollate, è sembrata di nuovo quasi una giornata normale in paese.

Era un bel cambiamento.

La gente si fermava spesso per dare il buongiorno a Roma o per salutare allegramente Feliciano, anche se Lovino non si stupiva che nessuno gli dedicasse un saluto. Tutti e tre erano diretti alla cantina, e come al solito Feliciano continuava ad agitarsi per niente, saltellando e correndo avanti.

"Non posso farci niente se camminate così lentamente!"

Ha richiamato Feliciano. "Sbrigati, dobbiamo fermarci alla fontana, Lovino e io ci fermiamo sempre alla fontana quando veniamo in paese, ho anche una monetina e so già cosa mi auguro e oh, ciao Antonio!"

Lovino è quasi inciampato. Il suo battito accelerò quando vide Antonio che camminava tra la folla e salutava allegramente.

"Buongiorno Feli ! Rom".

Il sorriso di Antonio si illuminò. " Lovino ". Lovino distolse subito lo sguardo.

Antonio era andato e tornato spesso dal villaggio negli ultimi mesi, ma questi ultimi giorni erano stati i più lunghi in cui era rimasto da quando era entrato per la prima volta nelle loro vite in primavera.

Lovino aveva passato le giornate cercando senza successo di ignorare sia Antonio sia il modo in cui lo faceva sentire. Anche se Antonio non aveva detto niente per provocare Lovino e potergli assestare di nuovo un pugno, ma riusciva ancora a far battere il cuore di Lovino a disagio e causare un rossore indesiderato e imbarazzante che si diffondeva su tutto il collo. Soprattutto quando credeva di sorprendere Antonio che lo fissava... non ne era mai abbastanza sicuro, però, poiché lo spagnolo distoglieva sempre lo sguardo velocemente. Antonio era così amichevole, così felice, così diverso da tutti gli altri che ignoravano sempre Lovino in favore del suo fratellino. Anche il modo in cui Antonio pronunciava il nome di Lovino era diverso. Lovino non era sicuro di come capirlo: un uomo adulto non dovrebbe farlo sentire così. Era frustrante e confuso, e solo un po' spaventoso... ma anche, segretamente, curioso ed eccitante.

Roma si fermò brevemente e strinse affettuosamente la mano di Antonio in segno di saluto. "Antonio! Stai andando in cantina solo adesso? Le tue stanze sono proprio di fronte, vero?"

'Lo sono, ma è una mattina così bella che ho dovuto fare una passeggiata. Se stai andando da quella parte ora, vi raggiungerò." Continuarono a camminare con Antonio accanto a loro;

Lovino lo ignora, Feliciano gli salta intorno eccitato.

"Antonio, vieni con noi alla fontana? Io e Lovino getteremo monetine come dice il nonno a Roma e esprimiamo desideri e..."

Bésame Mucho - Traduzione ItalianaWhere stories live. Discover now