Capitolo 4

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Storia originaria di George DeValier.

Capitolo tradotto dalla sottoscritta, ne detengo i diritti di traduzione.

Autunno 1943

Italia

Antonio stava sognando.

Doveva sognare. 

Non c'era modo che qualcosa di così meraviglioso, qualcosa di così bello, qualcosa che aveva bramato, bramato e desiderato per così tanto tempo potesse accadere in questo modo, potesse essere qui tra le sue braccia.

Sembrava di nuovo come quel pomeriggio di tanto tempo fa nelle sue stanze in affitto di fronte alla cantina rivoluzionaria. Il mondo era piccolo, silenzioso, immobile; e in esso esisteva una sola persona. 

Lovino - bello, complicato, schiocco, frustrante, perfezione, Lovino .

Lovino ,che si stringeva alle braccia di Antonio con mani leggere e ferme, premendogli con forza incerta, gli occhi troppo scuri e il respiro troppo affannoso. 

Antonio lo voleva. 

Antonio bruciava per lui. 

Per il tocco colpevole della sua pelle, per il profumo dei suoi capelli, per la pressione dei suoi fianchi e l'oscurità nei suoi occhi. Ma no, questo non era giusto, e Lovino non capiva; ma era così bello, così caldo e morbido e senza fiato, così dannatamente luminoso e scuro e seducente e Antonio non sapeva se era abbastanza forte per fermarlo...

Ma questo non era quattro anni fa. 

Perché quando Lovino guardò Antonio attraverso ciglia scure e pesanti, invece del bel ragazzo di quindici anni di quel pomeriggio infuocato, il suo viso arrossato era quello del giovane bello, ancora complicato, ancora frustrato, ancora perfetto per il quale Antonio bruciava ancora . 

Così questa volta, quando Lovino gemette, Antonio non lo spinse via. Perché se questo era un sogno, allora andava bene arrendersi e lasciarsi andare e al diavolo le conseguenze. 

E se non lo fosse... oh, se non lo fosse...

E così Antonio cedette. 

Tirò a sé Lovino , gli afferrò i fianchi stretti e li strinse ai suoi. 

Lovino gettò indietro la testa e il suo gemito divenne una parola. "Antonio..." Antonio non poteva star sognando, perché questo era troppo reale, questo era troppo perfetto. 

Sentiva ogni tocco di Lovino come una corrente elettrica, si perdeva in questo bisogno pulsante, crescente, ardente...

I capelli di Lovino , le labbra di Lovino , la sua pelle, il suo respiro, le sue mani, il suo collo, gli occhi scuri di Lovino ...

Ma Antonio si svegliò come sempre. 

Con il cuore che batte e il respiro affannato, con il fiato palpitante e le lenzuola madide di sudore. Con un gemito di delusione che, ancora una volta, era stato solo un sogno. Giaceva disteso nel lettino, le membra flosce e languide; gli ultimi brividi di piacere svaniscono lentamente dalla sua pelle febbrile. Sbatté le palpebre per mettere a fuoco e il suo petto ansante iniziò a rallentare quando la luce del sole irruppe attraverso le tende e illuminò la stanza noiosa e sporca in affitto.

Antonio si passò una mano tra i capelli sporchi e madidi di sudore e, suo malgrado, sentì una risata crescente salire nel suo petto mentre guardava le lenzuola bagnate aggrovigliate intorno alle sue cosce. Chiunque penserebbe che fosse ancora un adolescente. Ridacchiò dolcemente e balzò in piedi, corse ad aprire le tende e sorridere allegramente alla dorata mattina italiana. 

Bésame Mucho - Traduzione ItalianaWhere stories live. Discover now