𝑃𝑟𝑜𝑙𝑜𝑔𝑜

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⚠︎ Questa capitolo ha scene disturbanti e si prega la lettura di un pubblico consapevole.⚠︎

Stavo camminando per la camera, sfioravo con l'indice tutti i mobili che mi si presentavano davanti. Lo sapevo, tutti quei mobili erano pieni di polvere che si trovava lì da chissà quanto tempo. Non era mai servita a nulla.

Sfregai il pollice e l'indice per togliere la polvere sulle dita.

«Vieni qua». Chiamai l'uomo fuori la stanza. «Sbarazzati del suo corpo,» sospirai sedendomi sull'unica sedia nella stanza vicino al letto, «non posso giocarmi il posto in paradiso». Continuai posando la mano sulla guancia dell'uomo sul letto.

Aveva gli occhi spalancati dalla paura, la bocca coperta dallo scotch e sudava.

«Shh, non ti preoccupare. Questo è solo Dio che ti fa soffrire per i peccati che hai commesso.» Gli accarezzai il viso. Potevo sentire il suo cuore che minacciava di uscire dal petto. Presi con forza l'estremita dello scotch e lo strappai.

In quel momento si poteva ammirare ciò che gli era successo: la sua mascella era stata spezzata, perciò non poteva muoversi e la lingua, tagliata a metà, vagava per la bocca in cerca di appoggio.

Un sorriso sadico si fece spazio sul mio volto. «Ora sì che farai conquiste». Sussurrai posando la mia mano sui capelli. Successivamente li presi con forza e lo tirai verso di me. «Ora sì che farai conquiste figlio di puttana!» Urlai strattonandolo a destra e sinistra. Una sensazione sul mio stomaco mi fece portare all'estasi. Meglio del sesso. Vedere quel pezzo di merda soffrire come un cane, legato con le braccia e gambe al letto: era la cosa migliore che potesse esistere in quel mondo.

Lasciai la presa e tolsi con velocità la coperta che lo copriva. Eccolo. Ora potevo vederlo nuovamente sotto di me, legato e che avrebbe subito tutto ciò che passava nella mia mente.

Presi il coltellino tascabile e lo aprii. Ora sarebbe iniziato il bello.

«Tu, ora, subirai le pene dell'inferno, ti farò soffrire così tanto che mi supplicherai di ucciderti,» risi quando lui spalancò gli occhi. Naturalmente ero consapevole che non avrebbe potuto parlare. «Non ci sarà nessuno che potrà salvarti dal tuo destino. Starai qui con me e l'ultima faccia che vedrai prima di morire sarà la mia.» Sulle mie pupille marroni scure s'intravedeva una luce rossa passare velocemente per poi sparire. I miei capelli scuri cadevano davanti agli occhi e la mia mano sinistra era sporca di sangue.

Poiché non aveva la maglietta addosso, feci un taglio subito sotto capezzolo. Ma non era veloce. Con molta calma posai la punta sul corpo, feci pressione così che si sentisse il suo urlo. Poi mi spostai -senza alzare la lama dal petto- verso destra arrivandogli sotto l'ascella. Le sue urla erano come droga per me.

«Capo, la stanno chiamando.» Una voce proveniente dall'esterno della camera mi fece ritornare con i piedi per terra. Lasciai l'uomo così sul letto e pulii il coltellino non un fazzoletto.

«Arrivo», risposi con tono severo, «ci rivediamo presto».

La festa sarebbe continuata.

𝘼𝙣𝙜𝙤𝙡𝙤 𝘼𝙪𝙩𝙧𝙞𝙘𝙚 ✍︎

Non ci credo nemmeno io di essere arrivata a pubblicare il prologo della mia storia... SONO COSÌ EMOZIONATA!!

𝐻𝑎́𝑑𝑒𝑠: 𝑇𝑖 𝑆𝑒𝑔𝑢𝑖𝑟𝑜̀ 𝐹𝑖𝑛𝑜 𝐴𝑙𝑙'𝑖𝑛𝑓𝑒𝑟𝑛𝑜Where stories live. Discover now