Capitolo 23. Uragano Lexi. Parte seconda.

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Pessima idea quella di provocarmi, Jones...

Archie avrebbe voluto rispondere per le rime a Cooper, stenderlo al suono delle sue velenose parole, ma non fece in tempo, perché non appena Jones chiuse la bocca, vide il biondo mordersi il labbro inferiore, probabilmente consapevole di aver esagerato.

Di nuovo, un silenzio ingombrante calò tra loro. Un silenzio talmente gelido, che quasi faceva venire la pelle d'oca. Un silenzio, soprattutto, carico di elettricità, come quello strano momento di quiete che precede la tempesta, quando le nuvole cariche di pioggia si ammassano sopra il cielo, oscurandolo.

A spezzarlo fu Cooper, che aprì la bocca per lanciare l'ennesima bomba, come se tutto quel fiume di parole non fosse stato già una piena inaspettata. Quello che tracimò fuori un secondo dopo fu una rivelazione che vanificò qualsiasi altra congettura Archie avesse fatto fino ad allora.

«Lexi è una fotografa. Ed è la mia gemella.»

«Gemella? Tu hai una gemella?» Ad Archie Evans per poco non cadde la mascella per la sorpresa.



Cooper.

Raccontare di Lexi, almeno in parte, era una delle cose più difficili che Cooper avesse mai dovuto fare. Persino per uno come lui, cresciuto a pane e dialogo, con la passione per le parole, seconda solo a quella ancor più viscerale per la musica.

Era difficilissimo aprire quel vaso di Pandora perché separarsi dalla sua gemella era stato un duro colpo per lui.

Aveva sempre fatto fatica a descrivere il rapporto che lo legava a Lexi, che, per lui, era sempre stata molto più di una sorella, per quanto volesse bene a quella piccola peste di Jordan Jones.

Lexi era la sua parte mancante. La sua metà, con il beneficio che, nel loro caso, non ci sarebbero mai state di mezzo complicazioni romantiche.

Lexi era la sua persona, per dirla alla Meredith e Cristina.*

Non avrebbe saputo spiegarlo con altre parole.

Forse, molto dipendeva dal fatto che erano omozigoti, o, forse, a farli sembrare due corpi e una sola anima c'entrava il fatto che fossero di sesso diverso, e, quindi, cresciuti senza rivalità di alcun tipo. O, forse, c'entravano le passioni che avevano sviluppato nel tempo, che li avevano resi affini senza mai metterli davvero in competizione.

I forse erano un oceano in cui Cooper aveva provato a navigare molte volte, ma non era mai rimasto a galla abbastanza a lungo per scoprire quale segreto si celasse dietro quella particolare connessione che lo univa a Lexi.

Ma qualunque fosse la ragione del loro idilliaco rapporto adolescenziale, Cooper sapeva altrettanto bene che essere gemelli significa vivere in simbiosi, percepire il dolore dell'altro con un'intensità tale che, in certi momenti, ti sembra difficile credere che quel malessere che ti brucia nel petto non sia il tuo, che non provenga da profondità che non sapevi di avere in te.

E, crescendo, per lui si era fatto sempre più difficile percepire prima e ignorare poi la sofferenza di Lexi, sapere quanto si sentisse in catene in quel paesino sperduto in mezzo alle colline dei Blue Ridge.

Perché, lo sapeva bene: nonostante fosse la cheerleader più ambita di quel buco dimenticato da Dio, la sua pazza gemella non era fatta per crescere tra pannocchie e palle a spicchi. Né per partecipare alle sagre e accogliere i forestieri quando arrivava la bella stagione.

E forse, si era ripetuto negli anni, Lexi era la sua metà anche per questo. Per quell'incessante desiderio di evasione da quella realtà straordinariamente piccola, provinciale, fatta di pettegolezzi da quattro soldi, che ti etichettava per ogni minimo respiro fuori posto.

La fenice spezzataWhere stories live. Discover now