2.11 In need of repair

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Charles afferrò la forchetta e cominciò a fare dondolare le gambe.

"Che significa cospirare?", chiese puntando Swan, che si era sistemata di fronte a lui per controllare che finisse il cibo.

"È una cosa che fanno gli adulti qualche volta e che non si dovrebbe fare", rispose lei senza troppa convinzione.

"Ah, come fare sesso?", ribatté il bambino, mettendosi in bocca un pezzettino di pollo, che stranamente sembrò andare di traverso a Swan.

"Fare cosa?".

"Me l'ha spiegato zio Rav", fu la candida risposta di Charles.

"Io lo uccido", mormorò lei, mentre Eagle, alle loro spalle, cercava di soffocare una risata.

"Anche uccidere è una cosa che non si dovrebbe fare, zia Swan", la rimproverò Charles con aria compita, mentre continuava a giocare con il cibo piuttosto che finirlo.

"Mangia e poi potrai fare quello che vuoi. Io e zio Eagle dobbiamo andare di là".

Charles sorrise e le lanciò un'occhiata furba.

"Dovete... cospirare?".

Eagle, non riuscì più a trattenersi. Swan arrossì violentemente e saltò su con aria irritata, passando gli occhi sgranati dall'uno all'altro.

"Mangia!".

֍

Dopo che Swan ebbe sparecchiato, lasciato Charles davanti alla TV e trascinato Eagle in camera da letto, lui rideva ancora al pensiero di quella scena.

"Ringrazia il cielo che non ti abbia chiesto se dovevamo fare sesso", commentò divertito, mentre richiudeva la porta alle loro spalle.

In quel momento sembrava tornato il ragazzo di un tempo. Quello che sorrideva sempre. Quello che trovava divertenti i passatempi più semplici. Quello luminoso che era impossibile non amare. Swan, però, sembrò non vederlo.

"Io, Raven, lo uccido davvero!", sbottò ancora stizzita.

Il viso di Eagle si ricompose in un'espressione seria.

"Forse non ce ne sarà bisogno".

Quell'osservazione sembrò placare Swan.

"Da quanto tempo non si fa vivo?", domandò.

"Abbastanza".

Lei girò nervosamente lo sguardo lungo la stanza, mordicchiandosi le labbra.

"E noi dobbiamo restare qui tranquilli a far finta di nulla?".

Eagle le rivolse un'occhiata comprensiva e indulgente allo stesso tempo.

"Direi di sì. Concentriamoci su Charles. Se facciamo passare il tempo a lui, lo passiamo anche noi".

Swan fece un paio di passi verso il letto, agitandosi come un animale in gabbia, poi si impose di fermarsi e di prendere un profondo respiro.

"Ok", acconsentì infine con tono severo. "Tu, però, non dovresti stargli così vicino".

"Di cosa hai paura?", domandò, con un sorriso rassicurante. "Non lo farò andare in fiamme solo toccandolo. Se fosse così semplice, non avrei perso tutto quel tempo con Phoenix".

Swan si serrò il busto con le braccia e scosse lievemente il capo.

"È diverso", obiettò. "È un bambino. Non ha barriere".

Eagle lasciò cadere le mani lungo i fianchi con un gesto stanco. Da quando Raven era andato via, Swan sembrava impegnata a prendere il suo posto di controllore, quasi sentisse il dovere di difendere a spada tratta tutte le sue teorie, anche quelle che non comprendeva.

Laminae [SEQUEL di OPERA]Onde histórias criam vida. Descubra agora