32 ; family

1.3K 29 4
                                    


Riempì la vasca da bagno e Carl mi aiutò a spogliarmi.
«Ne è passato di tempo che non stavamo in tranquillità» mi sussurrò mordendomi il lobo dell'orecchio «Eh già» ridacchiai.
«Visto che i bambini dormono perché non ci rilassiamo un po' mh?» si tolse i boxer ed entrò nella vasca, «Basta che non facciamo troppo casino» entrai anch'io nella vasca e mi sedetti, mi appoggiai alla sua schiena e lui iniziò a fare dei piccoli cerchi sulla mia coscia, «Non dipende da me, ma da te, riesci a non urlare?» piano piano la sua mano salì sempre più sopra, ero già eccitata, «Ci riuscirò, vedrai» non disse più niente.
Due sue dita finirono nel mio clitoride, non le infilò subito ma iniziò ad accarezzare lentamente.
Appoggiai la mia testa sulla sua spalla.
Infilò il primo dito, fece un movimento veloce e poi continuò ad andare piano.
Infine mise il secondo dito: questa volta andò piano e poi sempre più velocemente.
Dalla bocca mi uscì un gemito.
«Ti prego continua» continuò a fare lo stesso movimento di prima e iniziai a gemere.
Inarcai la schiena per il piacere.
«Ti piace così?» mi sussurrò all'orecchio, annuii solamente.
«Ti stai rilassando?» dalla mia bocca uscì un gemito «Lo prendo per un sì» ridacchiò.
Continuò sempre più forte e velocemente.
«Carl sto per venire» dissi ansimando, «Vieni per me» rispose baciandomi la mascella.
Inserì un terzo dito e feci come disse lui.
Tolse le dita.
«Soddisfatta?» chiese «Tanto» mi voltai e lo baciai in bocca.

Il mattino seguente sbrigai varie cose con mia madre.
Abbiamo fatto colazione in un bar che hanno aperto da poco, io presi una ciambella al cioccolato invece mia madre un cappuccino.
«Come procede la tua vita da neo mamma?» chiese mia madre entrando in macchina «Abbastanza stressante, la notte non riesco a dormire per via dei piccoli, infatti io e Carl facciamo a turno chi si deve riposare e chi li deve controllare» risposi mettendomi la cintura «Tesoro te l'ho sempre detto: se volete riposarvi una giornata intera portali da me, sono così sola a casa» «Kat non c'è?» «Sta tutti i giorni chiusa nella sua stanza e da mamma mi preoccupo, forse è solo il periodo dell'adolescenza in cui odia tutte le persone vicine a se o la fase depressione» rispose esausta «Se vuoi le parlo io, da sorella a sorella. Magari con me si confida» risposi toccandole la mano «Lo faresti davvero?» mi chiese con un briciolo di speranza «È pur sempre mia sorella» risposi sorridendo «Le posso parlare anche adesso» continuai «Ora è a casa di una sua nuova amica, non ricordo il nome, ritornerà domani pomeriggio, dorme a casa sua almeno passa un po' di tempo con una sua coetanea» annuì e in poco tempo arrivammo a casa mia.

«Come mai c'è puzza di bruciato?» chiesi allarmata posando le borse sul divano.
«Volevo cucinare per te» spuntò dalla cucina Carl tutto sporco di farina, sorrisi per il gesto carino.
C'è troppo silenzio.
«I bambini dove sono? Non li sento piangere» «Li ha presi Fiona» rispose togliendosi il grembiule sporco «E come mai?» «Voleva passare un po' di tempo con i suoi nipotini» «Ah e comunque stasera siamo all'Alibi, Ian e Mickey ci devono comunicare una cosa» continuò «Vogliono adottare un bambino?» «Non penso, immagina avere due figure paterne come Ian e Mickey, da manicomio, immagino che il bambino quando compierà cinque anni sarà già in comunità» «Carl...» lo richiamai «Che c'è?» mi lanciò il grembiule e lo presi al volo.
«Che volevi cucinare?» chiesi per cambiare discorso «Una torta al cioccolato».
Andai in cucina e aprii il forno, il ripiano superiore della torta era tutto bruciato, «Apprezzo il gesto e anche l'impegno ma la prossima volta chiama Liam, sicuramente la saprebbe cucinare meglio di te» ridacchiai «Ehii» fece il broncio «Non volevo offenderti amore» lo abbracciai «Ma è solo la verità» gli sussurrai «A volte sei stronza lo sai?» ci staccammo dall'abbraccio e annuì.

«Che hai fatto con tua madre?» prese dal cestino della frutta una mela «Nulla di che, abbiamo fatto colazione e mi ha parlato di Kat» iniziai a pulire il bancone della cucina «Kat? Perché? Che ha?» chiese sputando mezza mela, come sempre la raffinatezza in persona.
«Sta sempre chiusa in camera sua, a malapena rivolge la parola a mia madre» risposi posando lo sgrassatore sul bancone «Beh forse sarà che sta passando un brutto periodo, ora che ci sono i nuovi arrivati si sentirà un po' trascurata...è solo una mia idea» potrebbe essere come dice Carl.

Dopo aver pulito per bene la cucina sistemai la spesa con l'aiuto di Carl.
«Sai a che ora dobbiamo essere all'Alibi?» domandai sistemando la busta nel cassetto «Per le nove circa» guardai l'orologio: è l'ora di pranzo.

Per le sette iniziammo a prepararci, Fiona ci portò i bambini ed io qualche minuto dopo li lasciai da mia madre.
Nove meno dieci partiamo da casa e in orario arriviamo all'Alibi.
Salutai tutti e mi accomodai in uno sgabello ordinando una coca-cola con ghiaccio e limone.

«Daisy» alla mia destra si sedette Carl «Dimmi, che è successo?» chiesi «Non è successo nulla...perché sei qui da sola?» mi prese la mano «Stavo gustando la mia bevanda» risposi «E?» mi guardò «E nulla» abbassai lo sguardo «Non mentirmi, c'è altro» «Penso i bimbi, sono un po' preoccupata» «Amore non ci pensare, sono con tua madre. A quest'ora staranno dormendo. Adesso su, beviamo e divertiamoci» mi sorrise e ricambiai.

Ha ragione.
Ormai non mi divertivo da un bel po' di tempo.
Così dalla coca-cola passai a qualche cocktail pesante.

Dopo quattro bicchieri ero già ubriaca.
Beh non solo io, anche Carl e Lip.
Kev mise un po' di musica per far riscaldare l'atmosfera.
Carl si avvicinò a me e mi strinse i fianchi «Seguimi» non capii le sue intenzioni ma feci come disse lui.

Entrammo nel bagno degli uomini e immediatamente fece scontrare le nostre labbra.
Mi fece appoggiare sul lavandino e le sue labbra finirono sul mio collo.
Iniziò a lasciare baci umidi e vari morsi finché la sua mano non finì sul mio seno destro.
«Ricordi?» mi chiese ansimando «Cosa?» «Quando ti ho scopata in questo bagno?» mi tolse velocemente le mutandine di pizzo, io gli sbottonai i jeans neri, sentivo già la sue erezione.
Mi leccai il labbro inferiore.
«Piccola, non fare così» si abbassò i boxer, la mia mano finì sul suo membro, con l'indice iniziai a fare dei piccoli cerchi sulla cappella.
Mi tolse la mano e con una spinta entrò dentro di me.
Inarcai la schiena e gemetti.
Le mie mani finirono attorno al suo collo così anche le mie gambe attorno al suo bacino.
Iniziò a fare dei movimenti lenti.
«Vai più veloce ti prego» ansimai.
Mi abbassò le spalline del vestito e baciò il mio seno.
Non se lo fece ripetere due volte che i suoi movimenti si fecero più veloci.
Gli graffiai il collo per il piacere.
Le sue mani scesero fino alle mie cosce e le strinse.
«Non puoi capire quanto cazzo mi stai facendo impazzire» gli sussurrai «Tu invece non puoi capire come stai facendo impazzire il mio cazzo» le sue spinte si fecero più forti, stavo impazzendo dal piacere.
I miei affanni divennero lenti e i miei continui gemi sempre più forti.
«Sto per venire piccola» mi spostò e si svuotò sul lavandino.
Ci sistemammo e lui pulì il lavandino con un fazzoletto.
Prima di uscire mi lasciò un ultimo bacio con la lingua.

Ci dirigemmo verso gli altri ed erano ubriachi.
Ian e Mickey presero il microfono e anche se non stessi capendo niente mi limitai ad ascoltare.
Carl era accanto a me e mi teneva dai fianchi.
«Vi abbiamo fatto venire fino a qua per comunicarvi una cosa molto importante per me e Mickey» disse il ragazzo dai capelli rossi.
«Ian meno chiacchiere grazie» gli disse Mickey.
«Beh ecco io e Mickey ci sposeremo» Ian sorrise e tutti applaudimmo.
Ci congratulammo con i ragazzi e li abbracciammo.

E chi l'avrebbe mai detto che i Gallagher sarebbero diventati una seconda famiglia per me? Io no di certo.
Non mi sarei mai aspettata questa fine o forse sì? Chi lo sa.
So solamente che se non fossi andata a quella stupidissima festa tutto questo non sarebbe mai successo.
Guardai Carl e sorrisi «Perché mi guardi?» ricambiò il sorriso «Niente. Ti amo Carl» mi appoggiai sulla sua spalla e mi accarezzò i capelli «Ti amo anch'io Daisy».

Posto preferito con le persone a cui voglio un mondo di bene e Carl, la mia famiglia.

SPAZIO AUTRICE.
Ebbene sì siamo arrivati all'ultimo capitolo di questo libro...non pensavo che questa storia facesse così tante visualizzazioni ma il merito è tutto vostro e dal profondo del mio cuore vi ringrazio tantissimo, vi voglio un mondo di bene.
La me del 2018 sarebbe davvero fiera per questo "piccolo" traguardo.
So che ci saranno degli errori da qualche parte ma rimedierò più avanti.
Ancora grazie❤️ e scusatemi per la mia assenza.

We Are Chemistry ; Carl GallagherWhere stories live. Discover now